Un concerto che custodisce il passato e lo rilancia nel presente: dagli stornelli alla ricerca etnomusicale, la forza di un patrimonio immateriale che continua a vivere
La sera del 17 agosto, scorso a chiusura degli eventi ferragostani, gli Altipiani di Arcinazzo (FR) hanno accolto sul palco una delle formazioni più originali e vitali della scena folk italiana: I Trillanti. L’ensemble laziale, nato nel 2013 da un’intuizione di Simone Frezza e Mattia Dell’Uomo, si è fatto conoscere negli anni per il suo lavoro di ricerca e rielaborazione della tradizione musicale della Ciociaria, restituendole nuova vita con un linguaggio fresco, innovativo e profondamente rispettoso delle radici popolari.

Mattia Dell’Uomo, mi spiega che il nome del gruppo “I Trillanti” nasce da una ricerca su questa tecnica del tamburo a cornice, del tamburello, ossia il momento più dinamico in cui il sonaglio, all’interno dell’asola del tamburello, si muove molto velocemente producendo appunto un “trillo” e da questo suono è scaturito il nome dell’ensemble.
Sin dalla loro nascita, I Trillanti hanno portato avanti un progetto musicale e culturale che corre su due binari complementari. Da una parte, il recupero dei repertori antichi, custoditi da pochi cantori a rischio di scomparire – con la registrazione di diversi cantori delle zone limitrofe di Alatri, dove è nato questo progetto -, per riportarli alla luce con arrangiamenti audaci e sonorità potenti. Dall’altra, la creazione di brani originali, capaci di raccontare la contemporaneità attraverso gli strumenti, i ritmi e le danze popolari. Un dialogo costante fra passato e presente che ha dato vita a una cifra stilistica unica, perfettamente riconoscibile.
Negli oltre dieci anni di attività il gruppo ha collezionato tre lavori discografici – Stornelli a Pandemia Live, Vènto Aquilòne e Bonì Bonanno – e una lunga serie di riconoscimenti: dalla medaglia di bronzo al “Festival Nazionale ed Europeo dei Conservatori” al primo posto al Premio Folkest di Udine, fino al “Premio Luigi Stifani” di Nardò, al “Premio Etnie Musicali” e al “Premio Uccifolkcontest” di Cutrofiano. Non mancano inoltre partecipazioni a festival internazionali, come il “XII Internationales Folklore Festival” in Lusazia (Germania), il “World CIOFF Congress”, il Festival della Zampogna di Scapoli e l’Expo di Milano. Un curriculum che testimonia la crescita di un gruppo partito dalle piazze della Ciociaria e approdato su palchi di rilievo mondiale.
Agli Altipiani di Arcinazzo, il pubblico ha potuto assistere allo spettacolo del tour “Tradizione 2.0”, manifesto della filosofia dei Trillanti: far dialogare i codici della cultura popolare con le logiche della community e della condivisione tipiche dell’era digitale. Una “tradizione aumentata”, capace di sostenere il passato e valorizzarlo attraverso l’energia del presente. Così, canti e danze popolari hanno preso corpo sul palco in forme nuove, vestite di forza e grinta, in un continuo gioco di rimandi tra radici e modernità.
La serata, resa suggestiva da un clima quasi autunnale nonostante il calendario estivo, ha visto sul palco Mattia Dell’Uomo Tamburi a Cornice e Voce, Simone Frezza Fisarmonica e Voce, Valerio Frezza Chitarra Battente, Mandolino, Chitarra Classica, Giorgia Parmeni Voce, Chiara De Vecchis Flauto Traverso e ottavino, Luca Macchioni Basso elettrico e Martina Nafra danzatrice.
Tra i momenti più intensi, due omaggi sentiti a figure cardine della musica popolare italiana: Roberto De Simone e Gabriella Ferri, entrambi simboli di un modo autentico e poetico di dare voce al patrimonio culturale collettivo.
La ricerca dei Trillanti si ispira anche al lavoro di pionieri come Alan Lomax, l’etnomusicologo che negli anni ’50 registrò sul campo canti popolari dei contadini e delle comunità rurali italiane, salvandoli dall’oblio. In questa stessa direzione si muove la band, con l’obiettivo di mantenere vivo un patrimonio immateriale prezioso e restituirlo al presente come strumento di festa, riflessione e identità.

Il concerto del 17 agosto è stato, dunque, più di una semplice esibizione musicale: un viaggio emozionale tra storia e contemporaneità, un invito a riscoprire la forza delle radici e a viverle come risorsa viva e condivisa. Con la loro musica, I Trillanti hanno trasformato gli Altipiani di Arcinazzo in una grande piazza ideale, dove canto e danza si fanno comunità, oltre i confini del tempo. E se avete voglia di tornare bambini, quando nella case – almeno del meridione – a Natale apparivano gli zampognari, non vi resta che farvi accogliere in una famiglia alatrense ed attendere la visita de I Trillanti.
La scaletta
-Suite Ciociaria (Dell’Uomo – Frezza)
-Vento Aquilone (Frezza S.)
-Tammurriata Campana
-Stornelli alla Ciociara
-Pizzicarella/Pizzica di San Vito
-Tarantella del Gargano
-Pizzica Pizzica
-Te possino dà tante cortellate (G. Ferri)
-Atturno a Napoli (R. De Simone)
-Tarantella a San Michele
-Ciociamea (I Trillanti)
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Tradizione 2.0– concerto del gruppo musicale I Trillanti, Altipiani di Arcinazzo 17 agosto 2025
Foto di ©Grazia Menna