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Tra risate, memoria e nuove sfide: la commedia come salvezza del cinema

Da Vacanze romane a Zalone: il ritorno della commedia tra memoria, pubblico e nuove sfide natalizie

Vacanze romane di William Wyler, interpretato da Audrey Hepburn e Gregory Peck, è una delle commedie hollywoodiane più celebri di sempre. Scritto dal premio Oscar Dalton Trumbo negli anni Cinquanta sotto falso nome, il film nacque nel clima opprimente del maccartismo, che colpiva duramente chiunque fosse sospettato di simpatie comuniste.

Resta un esempio luminoso del cinema americano del dopoguerra, all’insegna della leggerezza e dell’emozione. Un cinema in cui, come scrisse il giovane François Truffaut, «si rideva all’inizio, si rideva alla fine e si piangeva nel mezzo». Al centro della storia, le avventure romane di una giovane principessa, erede al trono di una piccola nazione, in visita ufficiale in Italia: in fuga dagli obblighi del protocollo, vivrà una parentesi di libertà e amore accanto a un giornalista americano, tra Vespe, vicoli e monumenti di una Roma eterna.

Non a caso Vacanze romane fu bandito nel 1953 in Inghilterra: si sospettò che l’intreccio evocasse lo scandalo sentimentale che in quegli anni coinvolse la principessa Margaret, sorella della regina Elisabetta, e il capitano Peter Townsend.

«Una risata salverà il cinema», titola Federico Pontiggia in un suo editoriale su Il Fatto Quotidiano, parafrasando Chaplin, osservando come anche il cinema italiano stia tornando a investire nella commedia. In testa c’è Checco Zalone con Buen Camino, ancora diretto da Gennaro Nunziante, tra i film più attesi del Natale, in uscita il 25 dicembre, chiamato a confrontarsi con l’enorme successo di Tolo Tolo, che superò i 46 milioni di euro al box office.

In un periodo segnato da guerre e inflazione, il ritorno alla commedia – a lungo bistrattata e relegata ai margini dopo l’abbuffata dei cinepanettoni dagli anni Novanta in poi – appare quasi una necessità. Nelle settimane prefestive alcune produzioni hanno infatti trovato il favore del pubblico: La vita va così di Riccardo MilaniOi vita mia con Pio & Amedeo, e la serie Vita da Carlo di Carlo Verdone per Prime Video.

Eppure, come osserva con ironia Federico Pontiggia, limitarsi ai numeri del botteghino forse non si addice ai nostri “Kubrick, Bergman e Godard de noantri”. Resta il fatto che, per buona pace del pensiero morettiano, i cosiddetti talenti drammatici faticano sempre più a intercettare il consenso del pubblico, oltre che della critica.

Anche sul piano internazionale i risultati sono stati modesti: agli European Film Awards le nomination italiane si sono limitate alla sceneggiatura e all’interpretazione di Toni Servillo per La grazia di Paolo Sorrentino e a Valeria Bruni Tedeschi per Duse di Pietro Marcello. Ai Golden Globe e a Los Angeles, invece, nessun titolo italiano in gara.

Accanto al favoritissimo Zalone, a tentare la sfida natalizia saranno anche Ficarra & Picone con Sicilia Express, fiaba brillante a tema natalizio. Sullo sfondo incombe inoltre l’uscita di Avatar 3 – Fuoco e cenere di James Cameron, terzo capitolo di una saga che unisce tecnologia avanzata e grandi interpreti, tra cui Sigourney Weaver.

Un’annotazione economica è d’obbligo: Buen Camino è costato oltre 28 milioni di euro, esclusi i costi di distribuzione e promozione. Per rientrare dell’investimento dovrà incassare almeno 50 milioni netti. Ancora una volta, il verdetto finale spetterà al pubblico, supremo giudice capace di decretare successi e cancellare il rosso dai bilanci delle produzioni.

A sfidare con coraggio – e un pizzico di incoscienza – il “re Mida” Zalone ci sarà anche Damiano Michieletto, regista veneziano classe 1975, che torna al cinema con Primavera, suo secondo film dopo Gianni Schicchi, presentato al Torino Film Festival 2021.

Ispirato al romanzo Stabat mater di Tiziano ScarpaPrimavera racconta l’incontro tra Antonio Vivaldi (Michele Riondino) e la giovane orfana Cecilia (Tecla Insolia), in un percorso di emancipazione femminile attraverso la musica. Ambientato all’inizio del Settecento nell’Ospedale della Pietà di Venezia, il film intreccia il talento nascente della giovane violinista con il genio inquieto e malato del compositore, alla ricerca di un nuovo slancio creativo che lo condurrà all’immortalità delle Quattro stagioni.

«Amo uscire dalla comfort zone e non ho paura dei confronti. Voglio sperimentare e rischiare», ha dichiarato Michieletto a Fulvia Caprara de La Stampa, spiegando la scelta di uscire in sala il 25 dicembre. «Non mi interessano i giudizi, ma la risposta emotiva del pubblico».

Come ricorda Quentin Tarantino, ciò che conta nel cinema – come nel teatro – è avere una visione. «Spero che sia una festa per tutti», conclude Michieletto. «Io vedrò Buen Camino e spero che Zalone venga a vedere Primavera».

Auguri. 

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