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Too Late per la Nora di Jon Fosse

Anna Bonaiuto porta in scena una nuova interpretazione del grande personaggio ibseniano

Sono passati quasi centocinquant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Ibsen Casa di bambola e lo scandalo che lo ha segnato continua a risuonare, vedendone numerose messinscena e reinterpretazioni.
Sul palco del Teatro Gustavo Modena di Genova arriva in prima assoluta la Nora immaginata dal premio Nobel Jon Fosse, in una nuova produzione a cura di Teatro Nazionale di Genova, TPE e Teatro Piemonte Europa, in collaborazione con Lido51.

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ph Federico Pitto

A occupare la scena, prima ancora che il pubblico se ne renda conto, è un mostro del teatro contemporaneo italiano, Anna Bonaiuto, che di Nora rappresenta il presente che si perde in ricordi e rimpianti.

E mentre gli spettatori si sistemano fra le poltroncine rosse, lei aspetta lì immobile in una scena dai toni industriali e dominata da una scritta in neon“Too late – Troppo tardi.

Ed è il “troppo tardi” il leitmotiv dominante in tutta la pièce.

Dalla sua nascita, il personaggio di Nora è stato simbolo di empowerment, emancipazione, ed in questa riscrittura, Fosse la immagina in un “dopo”, una sorta di sequel, in una versione disincantata e nichilista, con una sensibilità più attuale.

La scelta registica di Thea Dellavalle in Too Late si declina attraverso una serie di flashback che mostrano la storia di Nora e che insieme all’intero cast dà coralmente e perfettamente vita al pensiero di Fosse: a partire dalle due Nora, la magistrale Anna Bonaiuto e la giovane versione – interpretata da una bravissima Irene Petris – che si intreccia a quella del marito despota e volubile, portato in scena da un implacabile Giuseppe Sartori (che ancora una volta non delude le aspettative – ricordiamo la sua intervista per Quarta Parete a cura della sottoscritta qui) accompagnato dalla sua ombra-Coscienza Emanuele Righi, e all’arrivo del nuovo amore di lui, Roberta Ricciardi.

La scarna scrittura di Fosse e la scena quasi vuota (a cura di Francesco Esposito) lasciano allo spettatore ampio spazio per differenti interpretazioni. Tantissime sono le tematiche a cui Fosse-Dellavalle accennano, che indagano e a cui lasciano la possibilità di insinuarsi: dalla maternità imposta, le relazioni tossiche e opprimenti, l’amore malsano e l’incapacità di stare da soli.

Una sorte di “grazie” va a tutta la produzione di quest’opera che ci mostra quella che è l’analogica magia del teatro, che rimane un elemento di pura emozione in un mondo dominato dal disincanto. Grazie ai giochi teatrali, alle uscite di scena “nascoste”, ai pannelli che scorrono e quelli che vengono dipinti, ai suoni e alle luci perfettamente studiati, tutto diventa assolutamente “finto, ma per niente falso”.

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ph Federico Pitto

Too late si fa anche portavoce in qualche modo di quella che è la generazione della sottoscritta – i millennials – costretti a fare i conti ogni giorno con il tempo che non è mai abbastanza e non è mai “giusto”, i rimpianti ereditati, la paura del domani.

Ma, it’s not too late, it’s never too late, dicono i Three Days Grace.

Le aspettative, visto il tema, il cast e la produzione, erano altissime e non sono state deluse.

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Too Late – Traduzione e regia Thea Dellavalle – Interpreti Anna Bonaiuto, Irene Petris, Roberta Ricciardi, Emanuele Righi, Giuseppe Sartori Musica e sound Franco Visioli – Scene Francesco Esposito – Costumi Marta Balduinotti – Luci Aldo Mantovani – Assistente alla regia Carla Carucci – Cast tecnico – direzione di scena Desirée Tesoro – capo macchinista Raffaele Giacobino – elettricista Luca Serra – fonico Luca Nasciuti – sarta Irene Barillari – roduzione Teatro Nazionale di Genova, TPE – Teatro Piemonte Europa in collaborazione con Lido51 – Un progetto DELLAVALLE / PETRIS – Dal 13 al 23 marzo 2025 al Teatro Gustavo Modena di Genova

Foto di Federico Pitto

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Teatro Genova
Noemi Spasari

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