Anna Bonaiuto porta in scena una nuova interpretazione del grande personaggio ibseniano
Sono passati quasi centocinquant’anni dalla pubblicazione del capolavoro di Ibsen Casa di bambola e lo scandalo che lo ha segnato continua a risuonare, vedendone numerose messinscena e reinterpretazioni.
Sul palco del Teatro Gustavo Modena di Genova arriva in prima assoluta la Nora immaginata dal premio Nobel Jon Fosse, in una nuova produzione a cura di Teatro Nazionale di Genova, TPE e Teatro Piemonte Europa, in collaborazione con Lido51.

A occupare la scena, prima ancora che il pubblico se ne renda conto, è un mostro del teatro contemporaneo italiano, Anna Bonaiuto, che di Nora rappresenta il presente che si perde in ricordi e rimpianti.
E mentre gli spettatori si sistemano fra le poltroncine rosse, lei aspetta lì immobile in una scena dai toni industriali e dominata da una scritta in neon“Too late – Troppo tardi.
Ed è il “troppo tardi” il leitmotiv dominante in tutta la pièce.
Dalla sua nascita, il personaggio di Nora è stato simbolo di empowerment, emancipazione, ed in questa riscrittura, Fosse la immagina in un “dopo”, una sorta di sequel, in una versione disincantata e nichilista, con una sensibilità più attuale.
La scelta registica di Thea Dellavalle in Too Late si declina attraverso una serie di flashback che mostrano la storia di Nora e che insieme all’intero cast dà coralmente e perfettamente vita al pensiero di Fosse: a partire dalle due Nora, la magistrale Anna Bonaiuto e la giovane versione – interpretata da una bravissima Irene Petris – che si intreccia a quella del marito despota e volubile, portato in scena da un implacabile Giuseppe Sartori (che ancora una volta non delude le aspettative – ricordiamo la sua intervista per Quarta Parete a cura della sottoscritta qui) accompagnato dalla sua ombra-Coscienza Emanuele Righi, e all’arrivo del nuovo amore di lui, Roberta Ricciardi.
La scarna scrittura di Fosse e la scena quasi vuota (a cura di Francesco Esposito) lasciano allo spettatore ampio spazio per differenti interpretazioni. Tantissime sono le tematiche a cui Fosse-Dellavalle accennano, che indagano e a cui lasciano la possibilità di insinuarsi: dalla maternità imposta, le relazioni tossiche e opprimenti, l’amore malsano e l’incapacità di stare da soli.
Una sorte di “grazie” va a tutta la produzione di quest’opera che ci mostra quella che è l’analogica magia del teatro, che rimane un elemento di pura emozione in un mondo dominato dal disincanto. Grazie ai giochi teatrali, alle uscite di scena “nascoste”, ai pannelli che scorrono e quelli che vengono dipinti, ai suoni e alle luci perfettamente studiati, tutto diventa assolutamente “finto, ma per niente falso”.

Too late si fa anche portavoce in qualche modo di quella che è la generazione della sottoscritta – i millennials – costretti a fare i conti ogni giorno con il tempo che non è mai abbastanza e non è mai “giusto”, i rimpianti ereditati, la paura del domani.
Ma, it’s not too late, it’s never too late, dicono i Three Days Grace.
Le aspettative, visto il tema, il cast e la produzione, erano altissime e non sono state deluse.
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Too Late – Traduzione e regia Thea Dellavalle – Interpreti Anna Bonaiuto, Irene Petris, Roberta Ricciardi, Emanuele Righi, Giuseppe Sartori – Musica e sound Franco Visioli – Scene Francesco Esposito – Costumi Marta Balduinotti – Luci Aldo Mantovani – Assistente alla regia Carla Carucci – Cast tecnico – direzione di scena Desirée Tesoro – capo macchinista Raffaele Giacobino – elettricista Luca Serra – fonico Luca Nasciuti – sarta Irene Barillari – roduzione Teatro Nazionale di Genova, TPE – Teatro Piemonte Europa in collaborazione con Lido51 – Un progetto DELLAVALLE / PETRIS – Dal 13 al 23 marzo 2025 al Teatro Gustavo Modena di Genova
Foto di Federico Pitto