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“Tito for table” chiude la XV edizione di Inventaria

La cucina del massacro: Shakespeare incontra il teatro degli oggetti.

Con Tito for table, la scena del Teatro Basilica si trasforma in un surreale e tragicomico bancone da cucina, dove Shakespeare viene tritato, impiattato e servito in forma di pietanza performativa.

Tito for table – Matteo Prosperi

A chiudere tanto la Sezione Demo quanto l’intera rassegna Inventaria 2025 – La festa del Teatro Off, il lavoro di Matteo Prosperi e Paola Giglio (anche registi e interpreti), sostenuto dalle musiche di Antoine Prost, che portano in scena una riscrittura ardita di Tito Andronico, la tragedia più cruenta del Bardo.

La scelta drammaturgica è radicale: uno spettacolo di théâtre d’objets in cui ogni personaggio è trasposto in un alimento. Pomodori, melanzane, cipolle, carne tritata e pancetta diventano i comprimari di questo rito culinario-teatrale, cucinati dal vivo in scena, in un processo narrativo dove il sangue versato diventa il vino che arricchisce il soffritto, e la vendetta prende corpo in un pasticcio servito con inquietante ironia.

La domanda sorge spontanea: che legame c’è tra un ortaggio e un personaggio shakespeariano? La risposta potrebbe essere nella sapienza simbolica e nel linguaggio del corpo. Il pomodoro, rosso vivo, può evocare tanto il sangue quanto la passione; la cipolla, con la sua capacità di far piangere, diventa metafora del dolore o della falsità; la carne tritata, informe e già “distrutta”, si presta perfettamente a rappresentare i personaggi annientati dalla spirale della violenza. Ogni abbinamento è una scelta poetica e performativa, che riesce a fondere l’immaginario gastronomico con quello tragico, creando un corto circuito tra la cucina e la scena.

Lo spettacolo, nella versione adattata per gli spazi del Teatro Basilica, si presenta come una demo in evoluzione, un work in progress che non nasconde la sua natura sperimentale. Nella sua forma estesa, alcune didascalie esplicitano i rimandi all’attualità e ai conflitti contemporanei, ma anche in questa riduzione i riferimenti sono percettibili: il messaggio è chiaro, la violenza che divora i personaggi di Shakespeare è la stessa che attraversa il nostro tempo, cucinata ogni giorno sotto gli occhi di un’umanità affamata di giustizia quanto incapace di saziare la sete di vendetta.

Il pubblico ha accolto con entusiasmo questa proposta inedita, che sorprende per la sua originalità e per la capacità di tenere insieme comicità grottesca e riflessione tragica. Tito for table è dunque non solo una riscrittura, ma un esperimento teatrale riuscito, che sfida le convenzioni e invita lo spettatore a guardare il classico da un punto di vista inedito: quello della padella.

Tito for table – Paola Giglio, Matteo Prosperi

Nel ciclo della violenza, che si ripete tra le righe della tragedia e tra i taglieri della scena, l’ultima parola è ancora una volta il cibo: un pasto di morte, condito con ironia nera e servito con una lucidità disturbante. La demo è in continui ulteriori sviluppi, ma già così Tito for table è uno spettacolo che lascia il segno — sul palato, sulla pelle, sulla coscienza.

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Tito for table – con Matteo Prosperi, Paola Giglio, regia Paola Giglio e Matteo Prosperi, drammaturgia Matteo Prosperi, musiche Antoine Prost, Inventaria 2025 La Festa del Teatro Off, XV edizione, Sezione Demo, Teatro Basilica 10 giugno 2025

Foto di ©Grazia Menna

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