Timothée Chalamet racconta Dylan

Nelle sale l’omaggio al menestrello che ha raccontato l’America

Mentre produttori del cinema italiano sono a un passo dal fallimento, schiacciati dai debiti accumulati per finanziare i film e in attesa dei crediti d’imposta (tax credit), promessi grazie allo strumento introdotto dall’ex ministro Franceschini con un sistema automatico e  successivamente rallentato durante il mandato del dimissionario Gennaro Sangiuliano. Ora, il nuovo ministro dello spettacolo, Alessandro Giuli, sta lavorando a una revisione delle regole per cercare di far “quadrare i conti”. Nel frattempo, però, le case di produzione faticano a sopravvivere senza un sostegno economico immediato, mettendo a rischio l’intero settore.

Fra realtà e finzione arriva nelle sale cinematografiche italiane (quelle che sono rimaste) da oltre oceano una boccata d’ossigeno (si spera) con A complete unknown (Un completo sconosciuto), diretto dall’inglese James Mangold,  interpretato dall’idolo delle teenager, nonché  fan di Totti e tifoso della Roma, Timothée Chalamet,  che approfittando dell’anteprima del film a Roma è riuscito non solo a salutare “il Pupone” i(che gli ha mandato un saluto da New York) ma anche andare allo stadio Olimpico a tifare i giallorossi in compagnia del suo amico  Edward Norton .

Chalamet sullo schermo interpreta nientedimeno che il premio Nobel, re del rock, Bob Dylan, all’inizio della sua strabiliante carriera a negli anni sessanta a New York. «Non è stato facile – ha detto il giovane attore americano – non sapevo molto della sua musica e ho dovuto studiare tantissimo. Ho imparato anche a suonare la chitarra, a cantare a muovermi e a camminare come lui con la testa incassata nelle spalle».

Il film di James Mangold racconta gli esordi del geniale cantautore, inclusi momenti chiave come l’incontro con Woody Guthrie, il leggendario folk singer ormai gravemente malato in un ospedale del New Jersey. Guthrie ascolta una delle sue composizioni e ne rimane colpito, aprendo la strada all’interesse di Pete Seeger, interpretato da Edward Norton. Sarà proprio Seeger a farlo esibire nei locali folk più in voga e, successivamente, al celebre festival di Newport, dove il giovane artista raggiungerà una popolarità universale.

Diciamo subito che A complete unknown è un film da vedere anche se i puristi storceranno il naso su alcuni ingombranti buchi neri preferendo il sentiero del ricordo a cominciare dalle canzoni come Song to Woody o Blowin’ in the windMasters of War e Like a rolling stone,  tutte eseguite da Chalamet,  perfette per intonazione, timbro e mimica.  E c’è già  chi parla di una nomination agli Oscar.

Ricordo che il cinema aveva già raccontato il menestrello di Duluth nel 2008 con Cate Blanchett, strepitosa nei panni della rock star nel film Io non sono qui” che gli valse una nomination agli Oscar. E poi il “trittico docu” di Martin Scorsese The last walt (1978),  No direction home (2005) e Rolling thunder revue: A Bob Dylan Story (2019) e poi ancora nel cinema I’m not there  di Todd Haynes del 2007.

In questa avventura musicale, la critica è unanime: Timothée Chalamet è straordinario. Non solo interpreta con grande talento, ma canta anche alla perfezione!

Raccontare l’enigmatico giovane che, con i suoi testi, avrebbe conquistato persino il Nobel per la Letteratura e fatto “respirare” un’intera generazione grazie alla sua chitarra e alle sue canzoni, è tutt’altra cosa. Il Dylan di Mangold è un ragazzo che cerca la luce, guidato dalla forza della sua musica. Dietro i suoi iconici occhiali scuri – che aggiungono carisma e mistero – sembra nascondere una timidezza profonda, resa ancora più toccante dal peso di un successo travolgente. Un film intenso e ben riuscito!

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