Il nuovo progetto filmico del regista Mark Mylod, distribuito da Disney+, stuzzica gli occhi e anche il palato di quegli spettatori che amano il genere horror, ambientato in una lussuosa cucina stellata.
Oggi il cibo non è solamente il mezzo con cui si placa un desiderio di fame. Oggi più che mai il cibo è sinonimo di cultura, esperienza, sensazioni e tradizioni. Ed è proprio su questo principio che Mark Mylod ha diretto The Menu, apparentemente una commedia leggera la cui protagonista è l’arte culinaria, che mostra il suo lato sinistro a tinte horror con un’ambientazione che ricorda la cucina di MasterChef a 5 stelle.
Nella cucina di The Menu si loda e critica l’arte della gastronomia e tutto quel che gira intorno a quel mondo. Proprio come al ristorante, allo spettatore, viene proposto e descritto ogni piatto: l’intero film appare come una sorta di “menu” multimediale.
Il thriller culinario inizia con l’approdo di una barca, che “traghetta” i commensali su una isola disabitata e priva di rIcezione telefonica e mentre i clienti esplorano il bellissimo e ambitissimo posto di cui sono ospiti, vengono fatti accomodare ai propri posti, accompagnati da camerieri/automi. “Il pranzo è servito!”. Si inizia con gli amuse bouche, piccoli assaggi che i grandi locali offrono ai clienti per stuzzicare il palato e stimolare la ricerca di qualche lontana sensazione. La cucina a vista fa bella mostra di se e intrattiene egli ospiti e lo chef, con un rumoroso battito di mani, dà il via al suo spettacolo dedicandolo a chi inizia questo percorso culinario, mostrando alchimia, meticolosità e servizio quasi paranoico. La cena prosegue con una portata dietro l’altra per compiacere i pochi fortunati viziati e borghesi, che viaggiano con la mente attraverso il gusto, oltre ogni limite, guidati dall’ideatore di questo gioco, ancora per poco.
Il regista ha agito proprio come un vero chef stellato, dosando alla perfezione ogni singolo ingrediente: dramma, critica, humor, un pizzico di action e horror “q.b.” (quanto basta), arrivando alla fine del film con un senso di sazietà, proprio come se si fosse vissuto la stessa esperienza dei protagonisti. Trattandosi di un pellicola che parla di cuochi, gli appassionati di splatter, potrebbero aspettarsi coltelli volanti, accettate, squarciate e sangue che schizza in ogni dove, ma la parte più spietata e agghiacciante sta nella minuzia di attenzione che lo Chef Slowik mette in ogni suo gesto e in ogni suo piatto, sembra eseguire un rituale, ed è questo che rende originale questo thriller e lo differenzia dagli altri.
In The Menu si potrebbe condannare lo sceneggiatore per aver sviluppato i personaggi in maniera povera e scarna e la motivazione per cui chi cucina è stato spinto ad odiare i propri clienti. Ma per un occhio più perspicace basteranno le sole e zelanti parole dello chef interpretato dall’algido Ralph Fiennes. Si può ben dire che la morale di questo film, diretto da Mark Mylod, è servita su un piatto d’argento: deliziosamente critica, che alla fine lascerà quel ricordo di sazietà (filmica) diventando poi un’esperienza da riprovare e da consigliare.
Nel cast, oltre al protagonista, Fiennes, lo spettatore riconosce la protagonista de La regina degli scacchi, Anya Taylor-Joy nei panni dell’accompagnatrice di Tyler, amante ossessivo compulsivo dell’arte culinaria, Nicholas Hoult. Ad interpretare Liebrandt, una star cinematografica fallita, è il colombiano John Leguizamo.
Nella realizzazione di questo film, il regista sembra essere un fan di Hunger Games, Squid Game e di Parasite perché sembra respirare la stessa tensione e lo stesso patos di questi progetti scenici, oltre ad esserci nel cast personaggi orientali, ma anche fan di quella sottile ironia e comicità inglese, dato che è regista anche di commedie come The Big White e “(S)Ex List”, che aiuta la fruibilità della visione. Con The Menu si spinge ancora più in là rispetto alla sua cinematografia.
Ed è proprio come una deliziosa serata al ristorante dove lo spettatore esce satollo e soddisfatto da un film intelligente e per niente scontato… come il conto.