di Tiziana Bagatella
Aurelio Gatti e la sua compagnia composta da un nutrito numero di attori, danzatori, musicisti, cantanti e videomaker, venerdì 15 e sabato 16 ottobre, hanno aperto le porte del Palazzo Ducale di Castelnuovo di Porto nella speranza di poter annunciare presto la fine della “peste” che ha colpito l’intero pianeta, offrendo al pubblico una grande performance multi-disciplinare. Due ore di un viaggio nel tempo dove il pubblico, fluttuando da una sala all’altra, veniva rapito dai versi di Dante: Amor ch’ha nullo amato o dalla prosa di Cervantes: Testamento di Don Chisciotte, o di Pirandello con un brano estratto da La patente – interpretati da Sebastiano Tringali. E ancora da La Rabbia di Pasolini a cui dava accorata voce Luna Marongiu, o da CiecaPuk scritta e interpretata da Luisa Stagni, e dalla Clitennestra di Cinzia Maccagnano, il tutto inframezzato dalle coreografie di Aurelio Gatti, attraverso le quali i 6 giovani danzatori— Elisa Carta Carosi, Matteo Gentiluomo, Luca Piomponi, Lucrezia Serafini, Paola Saribas, Arianna di Palma—rimodellavano i loro corpi volando lungo le scalinate e all’interno delle due sale principali, creando delicate acrobazie intorno al pozzo, dove anche i musicisti – Marcello Fiorini alla fisarmonica e Fabio Lorenzi al violoncello— e il gruppo barocco “L’Ottava giusta” – Alessandra Corso, Gianna Bed, Laura Felice, Carla Tavares— si sono esibiti in brani del XV° e XVI° secolo. Oltre alle composizioni del M° M. Fiorini con assoli di Chiara Meschini.
Va ricordato inoltre che Aurelio Gatti oltre ad essere un coreografo molto affermato (dagli anni ’70 ad oggi ha collaborato con moltissimi registi e attori italiani e stranieri) è il Direttore di MDA Produzioni Danza e Direttore Artistico dei Teatri di Pietra, rete che coinvolge oltre venti teatri antichi in sei regioni per un progetto di valorizzazione dei grandi teatri antichi attraverso lo spettacolo dal vivo. È inoltre responsabile di “Contemporaneo Sensibile” rete per i nuovi linguaggi della scena. “Lo spettacolo dal vivo rappresenta un importante strumento per la valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e storico; allo stesso tempo, il paesaggio monumentale e archeologico costituisce uno spazio ideale per la creazione artistica, perché ne esalta gli aspetti salienti e ne amplifica la portata”. “Lo spazio di un teatro antico non è un contenitore, tanto meno un fondale”, spiega Aurelio Gatti “è un incubatore formidabile in cui, grazie allo spettacolo, si realizza una straordinaria alchimia tra il luogo e il suo territorio, la creazione e la cittadinanza riunita. In questa ottica i nostri spettacoli non sono finalizzati a intrattenere consumatori culturali, fruitori temporanei, ma a rigenerare una comunità che si riconosce nel territorio e nella sua storia”.
“Uniti si vince” questo il messaggio che Aurelio Gatti e i tanti artisti che da anni collaborano alla creazione dei suoi spettacoli, hanno voluto dare. E il pubblico, per fortuna, sa di essere tra i protagonisti di questa rinascita.