Lo spettacolo tratta da un testo di Italo Calvino commuove e diverte al Festival dei Due Mondi di Spoleto.
Scienza, immaginazione e riflessioni esistenziali si amalgamano nel capolavoro di Italo Calvino Le CosmiComiche ( 1963 – 1964 ), una raccolta di racconti sui complessi temi dell’esistenzialismo, del cosmo e l’infinità del tempo. Tra astrazione e concretezza, si snodano le vicende di Qfwfq un personaggio avulso dal tempo che d’improvviso s’incarna nella vita di un uomo qualunque appartenente alla nostra epoca. Il suo passato é per noi spettatori – e lo stesso Q. – arcano. Che Q. non ricordi davvero la propria identità o che, forse, desideri obliarla non c’è concesso saperlo tuttavia, attraverso un viaggio nella memoria, Q. riacquisisce coscienza di sé narrandoci del suo trascorso da testimone di rivoluzioni universali. Dalla formazione delle galassie alla nascita della terra, del sistema solare e della luna. Al termine di un viaggio personale quanto più ampiamente umano, Q. tornerà nel proprio universo con una consapevolezza inedita.

A trasporre in scena l’opera calviniana é Luca Marinelli nella duplice veste di attore e regista che commenta dicendo «L’aspetto che mi ha sempre emozionato di più de Le cosmicomiche è il modo in cui Calvino tende ad aprirsi nei confronti dell’universo. Mette la vita al cospetto dello spazio e del tempo. E quindi ha modo di rendersi conto, come ha detto in un’intervista, che siamo un attimo, che tutto può scomparire in una nuvola di fumo. Poco prima di questa nuvola di fumo, però, Calvino ci regala delle storie che sono allo stesso tempo lontane e vicine all’umano. C’è come un inno, attraverso la commedia, all’umanità».
Presentato al Festival dei Due Mondi fondato nel 1958 dal compositore Gian Carlo Menotti, il soggetto calviniano rielaborato e drammatizzato da Vincenzo Manna commuove, diverte ma più d’ogni altra cosa incanta per la sua intrinseca poesia che alterna dolcemente i propri toni senza mai smarrirsi. La narrazione – pregna di situazioni assurde, comiche – é gravida d’intensità. L’attualità di temi contemporanei ( e scottanti ) come quelli inerenti all’ambientalismo, l’identità ed i rapporti sociali vengono scandagliati con brillantezza e sensibilità fornendo una veste inedita all’opera calviniana. Una rappresentazione inevitabilmente politica, insomma. In un intervista rilasciata durante la conferenza del festival dice Luca Marinelli: “È un testo che abbiamo voluto portare in scena perché con la leggerezza di Calvino spero siamo riusciti a parlare di noi, nelle varie declinazioni con cui affrontiamo la vita. Nello spettacolo ho infilato anche piccole cose di me che non rivelerò mai”.
Di particolare risonanza – per chi scrive, almeno – risultano essere la sequenza iniziale dello show televisivo ( dove Marinelli pone in luce delle convincenti doti comiche ) e quelle di più intima riflessione corale dove tutti i personaggi esprimono la loro tridimensionalità.
A fungere da contraltare a questa narrazione surreale ed inquieta nei suoi lidi più densi, sono poi la scenografia onirica ed il gioco sottile di cromie luminose realizzata da Nicolas Boevy. Boevy restituisce una scenografia scevra di orpelli ma che evoca sapientemente atmosfere e umori del racconto. La luna diviene una sfera d’argento, l’oceano un drappo cangiante che – attraversato da una luce eterea – si anima consegnandoci una mimesi semplice quanto efficace. La capacità d’immaginazione e l’immersione affidata allo spettatore si rivela una soluzione audace quanto funzionale che ben si concilia con l’immaginario onirico de Le Cosmicomiche.
Ma sono sopratutto gli interpreti a rendere lo spettacolo un ricordo indelebile e vibrante. Il cast vanta la presenza di attori di innegabile talento come Luca Marinelli, Fabian e Alissa Jung, Gaia Rinaldi, Valentina Bellé, Gabriele Portoghese e Federico Brugnone che nonostante appartengano ad universi recitativi assai distanti tra loro, formano un ensamble entusiasmante. Camaleontici e convincenti nelle loro interpretazioni, gli attori vengono chiamati a svolgere plurimi ruoli nel corso dello spettacolo dove al profondo senso di solitudine si alternano comunione, ilarità e solidarietà.

Nella cornice suggestiva della chiesa di San Simone in Spoleto ci riuniamo anche noi attorno al tavolo a mangiare tagliatelle con i nostri protagonisti ( cosmicomici ) mentre fuori il mondo collassa, si esaurisce, consapevoli che ci sarà un nuovo inizio ricordando che anche noi, un tempo, siamo stati polvere.
________________________
La Cosmicomica Vita Di Q . da Tutte le cosmicomiche di Italo Calvino – drammaturgia Vincenzo Manna – con (in o.a.) Valentina Bellè, Federico Brugnone, Alissa Jung, Fabian Jung, Luca Marinelli, Gabriele Portoghese, Gaia Rinaldi – scene e luci Nicolas Bovey – musiche originali Giorgio Poi – costumi Anna Missaglia – co-regista Danilo Capezzani – Festival di Spoleto dal 28 giugno al 6 luglio