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“Tanto Ormai” al Roma Fringe Festival: la guerra, l’ansia, e la fuga da sé stessi

Tra monologhi interiori, radio che trasmette morte e sigarette fumate con voracità, il trio Lepri–Di Sessa–Dragonetti racconta il naufragio interiore in un tempo senza eroi.

Nel secondo appuntamento della serata del 24 luglio al Roma Fringe Festival, la scena del Teatro Vascello si è trasformata in un rifugio surreale, fragile, assediato dalla guerra. Ma quella che “fuori” è un conflitto reale e assordante, “dentro” diventa una battaglia intima, psicologica, quasi grottesca. Lo spettacolo Tanto Ormai, scritto da Damiano Lepri e Adriano Gardumi, con la regia dello stesso Gardumi, affronta il tema della paura e della fuga non tanto con la solennità del dramma, quanto con il caos scomposto dell’ansia quotidiana.

Tanto ormai” – Jacopo Dragonetti, Luca Di Sessa, Damiano Lepri

La scena è nuda: a destra, in fondo, una grande finestra; a sinistra, a terra, una radio anni ’90, unico collegamento con il mondo esterno. Il resto è vuoto, ma tutto viene riempito da suoni: bombe, mitragliatrici, treni, esplosioni. Rumori che precedono i tre personaggi – interpretati da Damiano Lepri, Luca Di Sessa e Jacopo Dragonetti – che irrompono sul palco come presenze spaesate, eppure drammaticamente vive. Forse soldati, forse disertori, o semplicemente uomini travolti dagli eventi, si rifugiano in un interno anonimo, cercando di sopravvivere più alle proprie paure che alla guerra.

Il linguaggio adottato è volutamente sopra le righe: i dialoghi sono frenetici, al limite del demenziale, come se l’unico modo per sopravvivere alla catastrofe fosse quello di negarla o travestirla di assurdo. Ciascuno dei tre personaggi porta con sé una nevrosi, una fobia, un cortocircuito interiore che emerge con più chiarezza nei monologhi individuali: momenti sospesi e stranianti, che si inseriscono in una struttura volutamente allucinata. Di Sessa dà corpo a un personaggio ossessionato dal futuro e dal senso del tempo; Dragonetti incarna una tensione sessuale repressa che diventa goffa e tragicomica; Lepri si rifugia in una relazione immaginaria con un quadro, simbolo di un passato o di un sé irraggiungibile.

L’alternanza tra il ritmo incalzante dei dialoghi e le pause disorientanti è uno degli elementi più riusciti della drammaturgia: la sensazione è quella di assistere a una tragicommedia dell’ignavia, in cui i personaggi sembrano prigionieri più delle proprie paure che della guerra stessa. La radio diventa il cuore oscuro dello spettacolo, una presenza muta che trasmette aggiornamenti sull’esterno, sulla conta dei sopravvissuti, sul mondo che crolla ma continua ad andare avanti. Intorno a essa i tre si ritrovano, si fumano l’ennesima sigaretta – gesto tanto ricorrente da diventare un tic narrativo – e si raccontano, come possono.

Lo spettacolo riesce a tenere il pubblico in una tensione costante, merito soprattutto della prova attoriale di Lepri, Di Sessa e Dragonetti. Il trio mantiene un equilibrio difficile tra la recitazione convulsa e la precisione nei tempi, senza mai cedere all’improvvisazione fine a sé stessa. I dialoghi non perdono ritmo, e la sensazione di ansia trasmessa è sempre autentica, mai forzata. A dare ulteriore corpo all’opera è la rottura della quarta parete: i tre protagonisti, nell’epilogo finale, si muovono in platea, si avvicinano al pubblico, condividono le loro angosce non solo con le parole, ma con lo sguardo, con la prossimità fisica. Una scelta registica che amplifica l’intensità del testo, rendendo l’esperienza immersiva e quasi disturbante.

“Tanto oramai” – Jacopo Dragonetti, Luca Di Sessa, Damiano Lepri

Il pubblico ha risposto con lunghi e convinti applausi, premiando una messinscena che, pur nel suo impianto minimale, riesce a evocare un intero universo emotivo e simbolico. Tanto Ormai è un’opera che parla della guerra, ma soprattutto della paura. Di quella che paralizza, che ci rinchiude, che ci impedisce di agire. E lo fa con un linguaggio ironico, disturbante e perfettamente calibrato, reso incisivo dalla forte presenza scenica e affiatata di Damiano Lepri, Luca Di Sessa e Jacopo Dragonetti.

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Tanto ormai Roma Fringe Festival, di Damiano Lepri e Adriano Gardumi, con Damiano Lepri, Luca di Sessa, Jacopo Dragonetti, regia di Adriano Gardumi Teatro Vascello 23 e 24 luglio 2025

Foto di ©Grazia Menna

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