All’Altrove Teatro Studio il 13 dicembre è andato in scena lo spettacolo di scritto da Nicola Manzari e interpretato dallo straordinario Carlo Valli e dalla sorprendente Natalìa Pina.
La ricostruzione di un processo interiore che setaccia ombre e ambiguità del rapporto tra un magistrato e una tredicenne risoluta a subentrare come protagonista nella sua vita. Carlo Valli, attore e doppiatore noto per aver dato voce a grandi attori come il compianto Robin Williams, interpreta appunto un magistrato fortemente dedito al suo lavoro e ligio alle regole. La sua vita esemplare si inclina quando un giorno una giovanissima ragazza lo esorta con estrema insistenza a darle un passaggio. Lui accetta e si lascia persino sedurre dall’idea di un’avventura sbrigativa, ma presto si ritrova risucchiato in delle intricate dinamiche psicologiche del tutto inaspettate a cui sceglie di lasciarsi andare di buon grado, colmando un vuoto affettivo che fino ad allora gli era ignoto.
Tabù è una storia complessa e sfaccettata, che rifugge da retorica e prevedibilità e ritrae le vulnerabilità dei personaggi con uno sguardo attento, apparentemente interno alla storia in quanto il punto di vista è quello del protagonista magistrato, ma molto ampio, quasi scientifico e neutro: la sospensione del giudizio morale e l’accuratezza descrittiva con cui l’opera indaga ossessioni e desideri, paure e impulsi sembrano percorrere la via di un’indagine clinica che registra le informazioni cercando di penetrare in un mistero senza abbellire o demonizzare. Una sospensione del giudizio che porta a un’analisi analitica lontana da idealizzazioni o sentimentalismi, così come da condanne approssimative e moralistiche.
D’altronde l’eco di una perizia psichiatrica è sullo sfondo, così come sono ricorrenti gli elementi che ricollegano a un possibile ricovero in manicomio. Come nei migliori thriller psicologici è difficile definire il confine tra immaginazione e realtà in questo dramma psicologico affascinante e controverso, quello che è facile invece cogliere è una critica alla società, che giudica ed etichetta, ma soprattutto semplifica e cataloga. Tabù non assolve e non condanna. Racconta. Scritta negli anni Settanta, l’opera di Nicola Manzari interpella direttamente gli spettatori, il loro giudizio e la loro sensibilità. La regia di Gianluigi Fogacci mette in risalto le intense interpretazioni di Carlo Valli e della giovane Natalia Pina, tra i quali si riscontra un’alchimia artistica notevole.
Carlo Valli si veste dell’autorevolezza di un magistrato integerrimo, ma lentamente lascia che sfumature di dolcezza perforino la sua corazza e ammorbidiscano i tratti di durezza del suo portamento. Conquista il cuore del pubblico con il suo timbro profondo ed elegante, capace di disegnare i contorni di una personalità di un certo livello sociale e culturale ma anche emotivamente complessa e dotata di una sensibilità che emerge nelle insenature di un registro vocale carismatico, maturo e a suo modo confortante. Misurato e contenuto, mai eccessivo e sempre efficace e aulico, Carlo Valli da vita a una scissione della personalità che spezza la quarta parete in un gioco meta teatrale giudiziario di grande fascino. Anche la discesa nella pazzia è mostrata con misura e rigore, senza virtuosismi teatrali, affidandosi all’essenzialità.
Natalìa Pina è una presenza fresca e pungente nella sua immediatezza e spontaneità. La schiettezza del personaggio e le sue nevrosi sono pungiglioni ammalianti che costellano di vitalità lo spettacolo. L’attrice seduce il pubblico come il suo personaggio seduce il magistrato, con la forza di una personalità spumeggiante e irrefrenabile e un’innocenza ambigua e tormentata. Un’interpretazione che si lascia notare e apprezzare e che si rivela incisiva e stimolante, idonea ad affiancare un attore con l’esperienza e la capacità comunicativa di Carlo Valli.
Gli oggetti di scena con la collaborazione immaginativa del pubblico diventano strumento scenografico, sfruttando al meglio un’impronta scenica essenziale e funzionale. Tabù è uno spettacolo che sfida il buon senso senza imporre vedute o concetti, descrivendo semplicemente l’intricato mondo interiore di due personaggi, scardinando certezze e moralismi, pregiudizi e preconcetti. Questo coraggio artistico e il carattere inusuale di quanto proposto lo rendono un’esperienza irripetibile, oltre che di qualità, che racconta con accuratezza magistrale dei sentimenti profondi e plausibili nella propria stravaganza da non ignorare solo perché scomodi e patologici. In gioco anche il concetto di libertà in una civiltà che, giustamente o meno, attraverso la magistratura detta severamente i limiti di quanto consentito all’individuo e impartisce tesi e obblighi su come sia necessario vivere.
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TABÙ di Nicola Manzari – Regia Gianluigi Fogacci – Con: Carlo Valli e Natalìa Pina – Aiuto Regia Maria Stella Taccone – Musiche di scena eseguite da Michele Marco Rossi – Costumi ed elementi scenici: Susanna Proietti – Altrove Teatro Studio 13 dicembre 2025




