Storie tristi del teatro italiano: dal tempio allo scempio?

Il Quirino in vendita e le stelle stanno a guardare...

Dopo la vergognosa vicenda del Teatro Eliseo, un altro storico palcoscenico romano è sotto attacco: il Teatro Quirino, fondato nel 1871, è a rischio di cadere nelle mani di speculatori privati. La notizia arrivata come un fulmine a ciel sereno, ha scatenato un’ondata di indignazione tra artisti, intellettuali e cittadini, che vedono nell’operazione un ulteriore oltraggio alla cultura e al patrimonio storico della Capitale.

Il Quirino, baluardo della scena teatrale italiana, è vittima di una gestione politica miope e irresponsabile. La cronica mancanza di finanziamenti pubblici e una scarsa volontà istituzionale di salvaguardare il settore culturale hanno portato la struttura sull’orlo della vendita. Dopo anni di sacrifici e tagli dissennati, questa svendita rappresenta l’ennesima resa dello Stato di fronte alla crisi culturale.

Stiamo demolendo il nostro patrimonio teatrale pezzo dopo pezzo. La privatizzazione del Quirino rischia di stravolgere la sua identità, trasformandolo in un semplice contenitore commerciale privo di anima e tradizione. Il precedente dell’Eliseo, ormai lontano dalla sua vocazione teatrale, dimostra quanto la mancanza di una visione strategica stia compromettendo in modo irreversibile la cultura teatrale italiana. Ricordo che l’attuale compagine governativa regionale aveva stanziato ben 24 milioni di euro per acquistarlo da Barbareschi, che a sua volta aveva usufruito di sostanziosi aiuti pubblici e ad oggi all’orizzonte, non si intravede alcuna possibilità per garantire allo storico teatro di via Nazionale una continuità artistica.

Le istituzioni, in un assordante silenzio, continuano a latitare. Il Ministero della Cultura, che dovrebbe garantire la tutela di questi spazi, si dimostra impotente o peggio complice di un sistema che cede il passo al profitto a discapito della cultura e del pubblico. L’ennesima prova di una politica culturale inesistente, incapace di proteggere il proprio patrimonio.

L’indignazione cresce sui social e tra gli addetti ai lavori, petizioni e appelli si moltiplicano per chiedere un intervento immediato. Roma, culla della cultura, non può permettersi di perdere un altro tempio della scena teatrale. Dopo il Teatro Eliseo, il Quirino sarà la prossima vittima di un sistema che, con cinismo e indifferenza, sta cancellando la memoria e l’anima del teatro italiano?