Storie di donne, storie di coraggio: Amelia Earhart, la donna volante

“Donne, tu du du, le vedi camminare insieme, nella pioggia, sotto il sole, Donne alla moda, donne controcorrente”. Canta lode alle Donne con noi anche Zucchero Fornaciari, donne che volano battendo record, come negli anni trenta fece in America dopo la trasvolata  di Charles Lindberg, Amelia Earhart, la pilota  che esattamente un anno dopo quell’evento, quella traversata atlantica con un piccolo aereo monoposto immortalata  negli anni sessanta da un film “L’Aquila solitaria” con James Stewart nei panni di Lindbergh, fu la prima donna pilota al mondo e della storia dell’aviazione  che volò in solitaria sull’Atlantico  dalle coste canadesi fino al Galles. Era il 18 giugno del 1928. Pochi anni far anche a lei l’industria americana del cinema gli ha dedicato un film “Amelia” diretto da Mira Nair e interpretato dal premio Oscar Hillary Swank (Million Dollar Baby diretta da Eastwood). Amelia Earhart, in seguito, conquisterà molti record ed il tentativo di circumnavigare il globo, fu una celebrità assoluta del suo tempo, una vera business woman, dotata di un’indomabile desiderio di libertà,’ resa leggendaria dalle sue imprese e dall’esito ancora avvolto nel mistero della sua fine nel tentativo di fare il giro del mondo il 2 luglio del 1937. Fu l’allora Presidente degli Stati Uniti Roosevelt che dispose le ricerche in un’area molto vasta del Pacifico. Un’esistenza quella della coraggiosa e determinata pilota, dettata dalla più spericolata determinazione anche e dal notevole rischio delle sue avventure. Un bisogno primario di vedere, conoscere il mondo da un altro punto di vista, quello che si provava in quegli anni ruggenti, guardando la terra a bordo di quegli aerei fatti di tela e legno, ma capaci di aprire al mondo intero un futuro senza precedenti nella storia dell’umanità grazie al coraggio di quei temerari piloti come Amelia Earhart, con la sua vita coraggiosa, le sue passioni i suoi amori, uno de quali nel film della Nair ha il volto di Richard Gere.

La Earhart in breve tempo diventa un personaggio pubblico anche per il fatto che fu la prima donna al mondo nel 1928 a pilotare un aeroplano tanto da conquistare il magnate dell’informazione George Putnam che intuì, grazie ad un colossale battage pubblicitario, il business che poteva derivare da quella donna straordinaria che finì per sposare. Fu così’ che Amalia sempre più’ impegnata nella promozione della nascente industria dell’aviazione, cominciò a polverizzare record di ogni tipo e tragitto, così’ come anche nella vita privata dove frantumava storie d’amore extraconiugali come quella con l’ex atleta olimpico e pilota anche lui Gene Vidal che suscitando scandalo, la convincerà ad assumere un ruolo manageriale di rilievo nella nascente compagnia aerea che aveva costituito. Per riconquistare l’amore di Amelia ma anche il business che il solo nome di quella donna scatenava, il marito riuscì a pianificargli il sogno che Amalia accarezzava da tempo, il giro del mondo in aereo. La Earhart lascia Vidal e si getta anima e corpo nella nuova impresa, trasvolare l’oceano Pacifico che presentava parecchie incognite come le rarissime isole dove poter pianificare i rifornimenti. Dopo un primo tentativo fallito proprio al decollo dalle isole Hawaii, Amelia decide di proseguire effettuando diverse variazioni sull’itinerario originale, invertendo il percorso e lasciando la traversata del Pacifico per ultimo. Dopo settimane di perfetta navigazione attorno al mondo, la Earhart e il suo navigatore Fred Noonan, affrontano il passaggio più difficile dell’impresa che prevede il rifornimento presso la minuscola isola di Howland, provando, dopo numerosi tentativi attraverso deboli contatti radio. Le flebili notizie dall’aereo si interrompono bruscamente e Amelia e il suo navigatore, scompaiono nel nulla.  Era il2 luglio del 1937, Amelia Earhart aveva appena compiuto 40 anni.

Sulla sparizione di quell’aereo sono fiorite nel tempo leggende, film e tanti documentari sulla base di continue ricerche anche da parte di spedizioni private. Fra i vari record che restano nella storia di questa donna straordinaria, l’aver stabilito l’otto aprile del 1931 il record d’altezza con un apparecchio Pitcairn PCA-2, raggiungendo la quota di 13.415 piedi pari a 5.613 metri. Il ventiquattro agosto del 1932 fu la prima donna ad attraversare gli Stati Uniti senza scalo, partendo da Los Angeles e arrivando a Newark nel New Jersey, un primato dove molti piloti dell’epoca avevano fallito. Un’altra impresa fu il volo senza scalo da Orlando ad Honolulu nelle Hawaii. Amelia Earhart non si limitò solo a pilotare aerei, ma lavorò per l’emancipazione della donna entrando nella Facoltà’ della Purdue University nel 1935 per consigliare le donne sulle loro carriere e anche come consulente per il Dipartimento della nascente Aeronautica. Quando l’aereo spari nel tentativo di completare il giro del mondo, fu lo stesso Roosvelt, che diresse le operazioni di soccorso su vasta scala e con numerose navi militari che perlustrarono per giorni e giorni una vasta area del Pacifico, furono le più difficili nella storia degli Stati Uniti. Dopo la sua scomparsa, il marito di Amelia, l’industriale Putman, divenne l’affidatario delle proprietà’ della Earhart, pagando alcune operazioni supplementari di ricerca. Amelia Earhart fu ufficialmente dichiarata morta il 5 gennaio del 1939.

Nel tempo, ancora oggi, sono emerse molte teorie per spiegare quella tragedia che colpì l’opinione pubblica mondiale, le più accreditate fra  ricercatori e storici sono due, la prima è che l’aereo a corto di carburante non riuscendo a raggiungere l’isola dove era stato organizzato il rifornimento, protetto da una stazione radio, abbia tentato un ammarraggio che fece annegare Amelia e il suo navigatore, la seconda, molto più’ “cinematografica” è che i due piloti ma soprattutto Amelia fosse coinvolta in una missione di spionaggio, finita prigioniera dei giapponesi e in seguito giustiziata. La realtà è che il mistero è ancora vivo. Ci piace chiudere questo modesto ricordo di Amelia Earhart, donna, pilota coraggiosa e inimitabile con le sue ultime parole trasmesse via radio poco prima del silenzio: ”Dovremmo essere sopra di voi ma non riusciamo a vedervi, ma il carburante si sta esaurendo, non siamo riusciti a raggiungervi non vi sentiamo neanche con la radio, stiamo volando a mille piedi, 300 metri circa, sotto di noi l’oceano”…..

* Critico cinematografico e letterario, giornalista, dal 1976 inviato speciale RAI (TG1, TG2, TG3, TG3 Regionale, Rete Uno, Rete Due, Rete Tre) per Cinema, Spettacolo, Costume