STORIA DI UN MATRIMONIO: La recensione

Compito difficile quello del regista Noah Baumbach che ha pensato di fare un film sul matrimonio e anzi, peggio ancora, sulla sua fine, sul divorzio.

Esempi celebri e che pesano come un macigno nel confronto: Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman e Kramer contro Kramer di Robert Benton con Dustin Hoffman e Meryl Streep.

Presentato all’ultima mostra del Cinema di Venezia con tutti i suoi protagonisti, il regista e gli attori Adam Driver, Scarlett Johansson e Laura Dern, la cinica avvocatessa appena premiata con un Golden Globe come miglior attrice non protagonista.

Nelle interviste rilasciate in questa occasione il regista ha raccontato che, spunto per la sua sceneggiatura, è stato il suo doloroso divorzio dalla moglie, l’attrice Jennifer Jason Leigh. Stesso momento stava vivendo Scarlett Johansonn. E’ stato quindi per loro naturale ritrovarsi in sintonia nel raccontare un momento drammatico della vita di chiunque abbia affrontato una separazione, mettendo in luce gli effetti collaterali di una guerra che svela i lati oscuri delle persone e li trasforma in nemici, travolgendo tutto e lasciando sul campo di battaglia momenti felici e ricordi indelebili.

E’ proprio quest’alternanza di sentimenti che fa grande il film, il cambio continuo di registri emotivi, dall’ironia alla disperazione, dalla gioia al rimpianto, dall’impotenza alla rabbia.

Tante le eccellenze e le professionalità: dalla sceneggiatura alla regia, entrambe di Noah Baumbach, dalla fotografia di Robbie Ryan al montaggio di Jannifer Lame, fino alle musiche di Randy Newman, tutto è costruito per un film corale e pieno di sfaccettature.

Ma più di tutto sono gli attori che rendono questo film credibile ed intenso, riescono nel difficile compito di parlare della fine di un matrimonio senza cadere nei soliti cliché o forse illustrando i soliti cliché in modo da farci partecipare, ridendo, commuovendoci, insomma coinvolgendoci in modo totale, spingendoci a respirare le loro vite.

Scarlett Jahansonn si conferma perfetta in un ruolo drammatico, con tante sfumature, senza vere certezze ma pieno di determinazione, ricco di rimpianti ma anche di una forza che la spinge in avanti verso la vita che desidera.

Accanto a lei un grande Adam Driver, capace di rappresentare tutti i sentimenti, passando dalla tenerezza al furore, dalla paura al rimpianto di un amore che finisce e che travolge tutto: vita, lavoro, figlio e genitori. Un’onda, insomma, alla quale non ci si può sottrarre, che si può solo cavalcare sperando in un mare più sereno.

La sua abilità di attore sta nel farci vivere tutti questi sentimenti, in un pathos che ci avvolge e non ci lascia neanche quando le luci si accendono.

Fanno da sfondo due città iconiche che il regista riesce a disegnare con maestria: da un lato una New York che qui è di una bellezza struggente, centro della cultura e del teatro e dall’altra Los Angeles con i suoi ampi spazi e le opportunità di lavoro.

Storie di un matrimonio non è un film triste, tanti sono i momenti divertenti ed ironici, tutti gli attori comprimari contribuiscono a disegnare le mille sfaccettature della vita. Tra tutti l’attrice Laura Dern, in lizza anche per l’Oscar come migliore attrice non protagonista, avvocatessa di Scarlett Johansonn, che alterna momenti di ironica comprensione ad altri di puro cinismo, suscitando anche nello spettatore sentimenti contrastanti.

Insomma, in questo film non c’è un solo punto di vista, un solo sentimento, un solo registro di emozioni ma un caleidoscopio di sensazioni che trascinano lo spettatore proprio nella vita.

Quella vita così ben esemplificata da un tenerissimo Adam Driver capace di commuoverci ed intenerirci cantando il brano “Being Alive” di Stephen Sondheim, splendido compendio di tutto quello che il film vuole dirci.

Sei candidature agli Oscar: miglior film migliore attore, migliore attrice, migliore attrice non protagonista, migliore sceneggiatura e migliore colonna sonora, oltre ai Golden Globe già portati a casa. 

Un altro film targato Netflix pronto ad essere protagonista nella notte di Los Angeles.