“Il teatro è parte di noi”. Intervista con Orazio Rotolo Schifone

E’ partita il 13 luglio scorso – nella splendida cornice dei Giardini della Filarmonica di Roma, a due passi da Piazza del Popolo – la 29ma edizione de I Solisti del Teatro, kermesse dedicata alle arti in ogni sfumatura, fino al 4 settembre prossimo. In cartellone, alcuni degli spettacoli più interessanti e suggestivi dell’Estate Romana 2023.

Lo storico festival romano diretto da Carmen Pignataro, giunge alla sua 29esima edizione e già si sta immaginando e disegnando il traguardo importantissimo della 30ma. Sono 40 gli spettacoli, tra teatro classico, brillante, stand up, comicità che fino al 4 settembre arricchiranno un cartellone vario e versatile grazie anche all’appuntamento della Settimana Rainbow in collaborazione con il Circolo Mario Mieli dal 3 al 7 agosto.

Un cartellone ricco, in grado di riunire l’amore e la passione per il teatro, l’attenzione ai classici e ai contemporanei, all’innovazione, alla condivisione, alla trasversalità dei generi e alle tematiche sociali, punti di forza anche di questa edizione. La rassegna in questi anni, si è sempre distinta come punto di riferimento per una platea eterogenea; un luogo d’incontro e di scambio di linguaggi diversi, con un’idea comune, dove qualità e impegno rappresentano storicamente il tratto distintivo di questo immancabile appuntamento estivo. Una mescolanza di pregio che alterna volti noti a quelli emergenti e che rende da sempre il palcoscenico, un luogo magico dove le cose vere accadono

Abbiamo raggiunto ed intervistato Orazio Rotolo Schifone, collaboratore nell’organizzazione tecnica e artistica, a sua volta artista amante del teatro e dei suoi linguaggi.

Partiamo da questa grande manifestazione, la 29 edizione dei Solisti del Teatro: mi piace molto questo linguaggio comune, 40 spettacoli tra teatro, danza, grandi classici, comicità, stand up, molti protagonisti del teatro classico ma anche della comicità ed inoltre nuove leve, alcuni emergenti:

Esatto, siamo partiti con la direzione di Carmen Pignataro che dobbiamo ringraziare a gran voce per il cartellone pazzesco di quest’anno. Un cartellone versatile con varie sfaccettature, dai nomi più noti e amati agli emergenti, in cui ha voluto un collegamento importantissimo tra volti noti a giovani emergenti di talento. Ha unito artisti tra i più grandi nomi del panorama teatrale italiano e nuovi talenti, habitué della rassegna e nuove realtà artistiche dal grande impatto emotivo e scenico.

Siamo partiti il 13 luglio con lo spettacolo che ha aperto la rassegna, dal titolo Savage Love con Mascia Musy, testi e regia di Maria Inversi. Inoltre tengo a ricordare la collaborazione con il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli nella settimana Raimbow, una bella collaborazione che Carmen ha siglato con il Circolo già da qualche anno, suggellando l’impegno a favore dei diritti civili.

Una mescolanza importante dunque tra teatro classico, drammaturgia ma anche teatro brillante, stand up e comicità, artisti nazionali ed internazionali. Voglio anche ricordare due omaggi importanti, due figure carismatiche: Pasolini e Giorgio Gaber. Omaggiarli non è solo doveroso ma anche necessario, sono 20 anni dalla scomparsa di Gaber e quasi 50 da quella di Pasolini, intellettuale anticonformista:

Esattamente, abbiamo l’omaggio a Pasolini giovedì 22 con lo spettacolo tratto dal suo romanzo Petrolio con la regia di Luigi di Majo, scritto e diretto da Luigi di Majo, Pino Nazio e Tonino Tosto, e l’omaggio a Giorgio Gaber sabato 22 luglio con Io mi chiamo G. di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, spettacolo teatrale di Giorgio Gaber e Sandro Luporini con Marco Zangardi e Maria Teresa Pintus, adattamento di Marco Zangardi e Marco Belocchi. Omaggi meravigliosi e dedicati. Approfitto per ricordare anche Pino Strabioli il 3 settembre prossimo con il suo viaggio nel ‘900 (“Mio caro 900”), di e con Pino Strabioli. Il festival presenta spettacoli originali e da vedere, tante cose importanti e profonde, da scoprire, tutto sempre all’insegna della qualità artistica, punto cardine di ogni edizione. Non manca poi il repertorio classico il 2 agosto con Le rustres (I rusteghi) di Carlo Goldoni, per la regia di Daniela Morina Pelaggi. Inoltre, per quanto riguarda la danza, la Compagnia Almatanz che presenta un’inedita interpretazione della Carmen.

Per non parlare di nomi quali Paola Pitagora, Mita Medici, i temi della guerra…

Paola Pitagora infatti lunedì 17 luglio ha portato in scena uno spettacolo incredibile, pazzesco “Ho amato tutto”, regia di sua figlia Evita Ciri e Mita Medici sarà in scena il 10 agosto prossimo. Un tema attualissimo quale purtroppo la guerra, lei interpreta Elena di Euripide, nell’adattamento teatrale firmato da Salvo Bitonti, una profonda riflessione sulla guerra, un apologo sulle conseguenze della passione amorosa.

Non manca la comicità intelligente dell’attrice Michela Andreozzi, il 26 luglio, che firma la regia dello spettacolo “Paura”, con Annalisa Aglioti in scena:

Una protagonista assoluta del panorama artistico italiano, come anche la Aglioti: vi invito non solo a vedere lo spettacolo ma anche a leggere la sinossi, testo e spettacolo assolutamente da non mancare. Quest’anno la direttrice artistica Carmen Pignataro si è davvero sbizzarrita nel portare un cartellone variegato, di spessore e molto ricco, con una grandissima qualità. Ci ha regalato delle perle.

Il teatro parla direttamente al cuore, all’anima delle persone ed alla collettività perchè è parte della società, possiamo dire che è alla base della nostra società, come lo era per gli antichi. E’ parte di noi. E’ stato importante rivedere pian piano i teatri riempirsi:

Mi ricordo il lungo periodo di pandemia e quello che abbiamo vissuto anche noi, come Solisti del Teatro. Aperture, chiusure, nuovamente aperture post Covid. All’inizio della pandemia, con le sedie ancora lontane l’una dall’altra, la paura, le prime coraggiose ed i primi coraggiosi che arrivavano, che si riaffacciavano in teatro e che piano piano ricominciavano a ripopolare i teatri. Mentre adesso si sente distintamente quel sentimento, si avverte quella voglia di esserci, di riprendere a partecipare ed essere presenti. Se c’è una cosa che non può morire mai è proprio il Teatro perchè quando c’è qualcuno che parla, qualcuno che ascolta e un’area delimitata che faccia da palco, già quello è il Teatro. Sentiamo molto il problema delle sale cinematografiche che chiudono ma il Teatro, secondo me, è immortale.

L’ultima domanda è su Pasolini, a proposito dell’omaggio che il Festival gli rende: Pasolini scriveva che “il teatro vive di una doppia vita”, una doppia parola perchè essa stessa “è sia scritta che pronunciata”. Sei d’accordo con questa riflessione?

Ovviamente è giustissimo, già la parola scritta è “un qualcosa” di importante ed ogni volta che c’è un’azione da parte dell’autore, essa viene messa in vita – a nuova vita – riportandola in scena. E quando la parola viene messa in scena, è sempre nuova. E’ quello che in fondo dovrebbe fare ogni spettacolo teatrale: portare un pò di vita riportando la parola sulla scena. Dare nuova vita.

Per il ricco programma completo, vi rimandiamo al sito https://www.isolistidelteatro.it

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Davide Tovani

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