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Speranza sull’orlo del baratro: il divino in noi

Daniele Ciprì firma un documentario intenso sulla spiritualità presentato alla XX edizione della Festa del Cinema di Roma e costruito attorno a un’intervista a Mons. Fisichella.

Generalmente si mettono in contrasto ragione e fede, come fossero due emisferi a sé, privi di legami. Eppure l’enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II nel 1998 rivela il coesistere e compenetrarsi delle due e che vivere la fede significa anche pensarla, riflettere su di essa. La teologia ne è la prova e in una società dove spesso la fede viene associata a ingenuità gli scritti filosofici di natura cristiana provano il contrario. Pontifex – Un ponte tra la misericordia e la speranza si pone in continuità con questa visione, immergendosi nelle acque frastornanti del dubbio e del pessimismo. Affonda nell’inquietudine e nella disperazione per riscoprirvi la luce e cogliere quel barlume di bellezza che vi è anche, e forse soprattutto, nel dolore. L’uomo esiste senza sofferenza? Forse no. Forse essa è indispensabile, forse dobbiamo riscoprire il divino nel dolore, come sembra suggerire l’esempio di Gesù di Nazareth.

Analizzare il sovrumano esclusivamente con la lente della razionalità è un errore, il rigore della ragione si deve sempre accompagnare alla forza dell’istinto. C’è qualcosa di sacro nell’intuizione irrazionale, la vera ragione non può negare il sentimento profondo, non può schernire quella ricerca di senso e bellezza che determina la natura umana. Il divino in noi, secondo un’ottica che incontra le posizioni teologiche di Don Luigi Giussani, è insopprimibile e determina la sete di felicità ed eternità che è fondamento esistenziale dell’essere umano.

Pontifex è un documentario che mescola immagini di repertorio alla ricostruzione di un dialogo ideale tra tre attori che interpretano personaggi fittizi e simbolici: il Suicida (Gianni Rosato) è la rassegnazione, il nichilismo, il relativismo, la mente che ha perso fiducia in ogni cosa e che è ottenebrato dall’accidia e dalla disperazione; Mondo (Cesare Bocci) è ferito e deluso da un’umanità che non fa che arrecare dolore; poi c’è Speranza (Rossella Brescia), quella scintilla che illumina il viale oscuro e che mostra la bellezza anche nelle tenebre. I tre dialogano tra loro in un suggestivo incontro metafisico dai contorni onirici, facendo emergere domande, raccontando parabole, instillando perplessità, suggerendo esempi e risposte, senza mai fuorviare con una retorica vacua o ampollosa, ma distillando gemme di significato su cui meditare nel tempo.

A questa narrazione simbolica si affianca l’immediatezza del pontificato di Papa Francesco, il suo cammino tra i malati e i sofferenti, soprattutto bambini. La loro spontaneità abbraccia il Papa, rivela l’entusiasmo dell’innocente, la percezione di colui che vive nell’istintività, a contatto con il suo io profondo. Nei loro occhi si legge quella sete di vita di cui parla Speranza. L’intuizione ci fa sentire che tutto è colmo di senso, il cuore ci dice che siamo felici di essere nel grande gioco della vita, almeno finché questa consapevolezza non viene corrosa da una forza che avvilisce ogni elevazione, l’accidia, al centro delle prediche di Don Fabio Rosini. È il male della modernità, il male che inaridisce la fede di giorno in giorno, di ora in ora e ottenebra la mente, demolisce ogni spinta a vivere profondamente e con gioia pura.

Al di là di cosa si pensi della religione e della spiritualità, Pontifex è il volto che si riflette e cerca Dio nel buio di una stanza, trovandolo inaspettatamente nel bagliore delle proprie lacrime. Dio in fondo è senso, bellezza, vita e anche da atei si deve decidere se vivere in balia degli eventi o ricercare quella luce che rende tutto questo degno di essere vissuto. In altre parole se vediamo la bellezza della vita siamo già credenti, se ci commuoviamo di fronte agli occhi di una madre che ha perso il proprio figlio siamo persone spirituali. Pontifex suggerisce tra le righe questo e molto altro, disvela e indica, accoglie e perdona con la forza e l’immediatezza delle proprie parole e con la struggente poesia delle proprie immagini di carità.

Così le immagini documentaristiche dell’Istituto Luce, le riprese più contemporanee di Papa Francesco e Papa Leone XIV e quelle di finzione dei tre attori ci accompagnano in sinergia con l’intervista a Mons. Fisichella in un percorso lirico nei corridoi e nei luoghi del Vaticano, il centro spirituale della cristianità, per carpire il significato della vera letizia e imparare a riconoscere il divino quando ci passa accanto, approfondire gli istanti di verità del silenzio e riscoprire la potenza di una lacrima o di un sorriso sincero.

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Pontifex – Un ponte tra la misericordia e la speranza di Daniele Ciprì – Con: Rossella Brescia, Cesare – Bocci e Gianni Rosato – 2025

Fonte immagini: ©Web

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