SOFOS: Una nuova voce per la fonoriproduzione storica italiana

Intervista alla Presidente della Società di Studi Giuliana Fugazzotto.

Nel panorama della ricerca italiana, è nata di recente una nuova realtà dedicata allo studio e alla valorizzazione della fonoriproduzione storica: la SOFOS, Società Italiana per gli Studi sulla Fonoriproduzione Storica. Fondata nel settembre 2023, questa associazione si propone di esplorare, preservare e promuovere il patrimonio sonoro del passato, attraverso un approccio interdisciplinare che coinvolge studiosi, archivisti, musicologi e appassionati del settore.

Nell’Auditorium dell’ICBSA: G.Fugazzotto, A. de Berardinis (Dir dell’ICBSA) e A. De Pasquale (D.G.della DGERIC).

Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare la Presidente della SOFOS Giuliana Fugazzotto, una figura di spicco in questo ambito, per comprendere meglio le motivazioni che hanno portato alla nascita di questa società, gli obiettivi che si prefigge e le sfide che intende affrontare. In questa conversazione, scopriremo anche le iniziative già avviate e i progetti futuri per far conoscere e valorizzare il ricco patrimonio della fonoriproduzione storica italiana e internazionale.

Di seguito l’intervista a Giuliana Fugazzotto che ci permetterà di entrare nel cuore di questa nuova e affascinante realtà.

Come nasce la SOFOS?

«Purtroppo nel nostro Paese l’interesse per la storia e la conservazione del patrimonio sonoro non hanno sempre goduto della visibilità che meritano. Nonostante il loro impegno, tanti studiosi hanno spesso dovuto affrontare l’indifferenza delle istituzioni o la mancanza di un organismo dedicato a promuovere sistematicamente lo studio e la ricerca in questo campo. L’idea di creare un’associazione italiana, idealmente vicina a realtà straniere come l’ARSC negli Stati Uniti o la IASA in Europa, era già nell’aria da tanto tempo e finalmente, nel settembre 2023, grazie alla determinazione e all’impegno di un gruppo di appassionati ricercatori, collezionisti e studiosi, è nata SOFOS, la Società Italiana per gli Studi sulla Fonoriproduzione Storica. SOFOS è una organizzazione ETS (Ente del Terzo Settore) registrata al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) ed ha la sede legale a Roma, presso l’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi».

Quanto è importante, soprattutto in Italia, lo studio della fonoriproduzione storica?

«Come già detto, in Italia la nostra disciplina non ha goduto finora di importanti riconoscimenti presso le istituzioni o nelle sedi accademiche, nonostante l’Italia abbia avuto nei primi anni della storia della fonoriproduzione, importanti aziende produttive come la Phonotype di Napoli e la Fonotipia di Milano che hanno contribuito in modo determinante agli sviluppi del mondo del suono registrato.
Per questo, come associazione, stiamo sensibilizzando studiosi e collezionisti affinché si promuovano studi sistematici sul mondo della prima fonoriproduzione (fine Ottocento/metà Novecento) e la riflessione sui processi e sulle ricadute socioculturali del fenomeno, sia in una prospettiva storica sia rispetto alla contemporaneità. Riteniamo inoltre di grande importanza gli studi sulle modalità di tutela e divulgazione dei materiali prodotti nella prima era del cilindro e del disco e le loro connessioni con sistemi di tutela e conservazione di fonti documentarie (ad esempio le biblioteche e gli archivi).
Ci teniamo molto alla interdisciplinarietà degli studi sulla fonoriproduzione e crediamo nell’importanza di una visione, per così dire, “olistica” degli studi. È per questo che nel nostro comitato scientifico abbiamo voluto rappresentare i diversi aspetti del sapere su e intorno “la fonografia storica” individuandone i membri fra i più importanti studiosi italiani con competenze archivistiche, musicologiche, storiche, informatiche e sul restauro digitale
».

Quali sono gli obiettivi, le iniziative e i progetti futuri della SOFOS?

SOFOS si pone tre grandi obiettivi, ciascuno focalizzato su diverse sfaccettature degli studi sulla fonoriproduzione storica: la ricerca e la documentazione, la conservazione e il restauro, la divulgazione e la valorizzazione. Il suo campo di interesse abbraccia il periodo dalla nascita delle registrazioni sonore alla fine dell’era dei dischi a 78 giri. SOFOS pubblica una rivista digitale quadrimestrale, inviata ai soci in forma di newsletter, che fornisce spunti di studio e discussione ai collezionisti, ai musicologi, agli studiosi di fonografia e fonoriproduzione storica. Quest’anno, con la pubblicazione di SHELLAC – un volume di 253 pagine con importanti contribuiti da parte di studiosi italiani e stranieri – ha inaugurato una collana editoriale I Quaderni di SOFOS che, speriamo annualmente, possa ospitare importanti scritti e studi sulla disciplina musicologica di cui si occupa. Un altro importante appuntamento organizzato da SOFOS è il convegno annuale di studi – che quest’anno si svolgerà su più giorni nel mese di ottobre e che auspichiamo possa diventare un punto di riferimento fisso per tutti i collezionisti, gli appassionati e gli studiosi del mondo accademico e non».

Come anticipato da Giuliana Fugazzotto SHELLAC è il primo volume della nuova collana I Quaderni di SOFOS, curato da Anita Pesce e Giuliana Fugazzotto. Con la presentazione del direttore dell’ICBSA Antonello De Berardinis, il volume si articola in quattro sezioni che offrono un’analisi approfondita della fonoriproduzione storica, spaziando dalla storia di musicisti e cantanti alla conservazione e restauro dei supporti sonori.
Nella prima parte, Storie di musicisti e cantanti, spiccano i contributi di Giuliana Fugazzotto e Simone Calomino, che approfondiscono rispettivamente la riscoperta delle incisioni discografiche per zampogna del 1904 e il ruolo delle cantanti ritmiche nello swing italiano. La seconda parte, Storia di collezioni e collezionisti, fornisce un’interessante panoramica sulle collezioni di dischi e sulle passioni di grandi collezionisti, con interventi di appassionati ed esperti del calibro di Sergio Alfonsi, Filomena Latorre e Mauro Gioia.
La terza sezione, Storia di restauri e tecnologie, affronta il delicato tema della digitalizzazione e del restauro di supporti sonori, con gli studi di Sergio Canazza, Alessandro Russo e Maura Fugazzotto, evidenziando soluzioni innovative per la conservazione dei dischi a 78 giri. Infine, la quarta parte esplora il contesto storico dell’industria fonografica a Milano, con contributi di Massimiliano Lopez e Hugo Strötbaum, che svelano aspetti inediti sulla nascita e lo sviluppo della discografia italiana e internazionale.


SHELLAC si presenta come un’opera fondamentale per studiosi, collezionisti e appassionati della storia del suono registrato. Grazie alla varietà e alla profondità dei contributi, il volume si configura come un importante punto di riferimento per chiunque voglia approfondire il mondo della fonoriproduzione storica, fornendo strumenti critici e metodologici di grande valore. Il volume è stato pubblicato con il contributo del MiC – Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali – ed è acquistabile in libreria.

Teatro Roma
Marco Buzzi Maresca

Un’occasione a metà

Tra assurdo metafisico e commedia dell’arte Difficile un discorso equilibrato su L’uomo sottile, di Sergio Pierattini, di recente al Teatro Lo Spazio

Leggi Tutto »