Con Francesca Reggiani si esce dall’Off/Off con l’umore rinfrancato e il marito bastonato
L’ingresso in scena è in sordina, quasi di nascosto, come se il gatto facesse la posta al topo; eppure, con la complicità di un semplice gioco di luci, spente all’improvviso, il roditore casca nella trappola. È il modo migliore per beccare immediatamente i cellulari rimasti accesi tra le mani degli spettatori a inizio spettacolo, quando già dovrebbero essere riposti nelle borse o in tasca: «Mi scusi, signora, ma la luce dello schermo mi viene dritta nell’occhio, per cortesia lo metta via», l’attrice è educatissima, ma perentoria. Se l’ordine arriva direttamente dal palcoscenico è un rimbrotto che giunge dall’alto e funziona. Basta avvertire una sola persona e tutti i cellulari spariscono in un attimo. E – cosa più importante – non si sono più visti né sentiti.
Prima di cominciare, ancora un’avvertenza: «Sappiate, qui si fa della satira», quindi siccome viviamo «un periodo di restaurazione di costume», allergici e benpensanti sono pregati di regolarsi di conseguenza. Inizia così lo show di Francesca Reggiani, bacchettando le nostre più recenti cattive abitudini: una che spesso sfiora la maleducazione, l’altra che ci proietta nel conformismo più cupo e triste. Il pubblico – che simboleggia il popolo – prende bene entrambi i suggerimenti; capisce che le indicazioni servono anche a rientrare in un mondo dal quale ci eravamo allontanati: la parte sana di una satira leggera e genuina, perfino un po’ fine a se stessa. Settanta minuti di garbato divertimento nell’elegante platea dell’Off/Off con Agitarsi prima dell’uso. Un titolo antico e assai simpatico che la protagonista ruba al suo stesso passato, gli esordi con Proietti, e infatti, ci è parso, che poco s’addica allo spettacolo visto. Vero è che viviamo un periodo in cui ci si dovrebbe agitare e anche parecchio – «una bella rivoluzioncina» (cit. Totò) non sarebbe male – ma prima di usare cosa? Comunque…
Che si tratti di satira sana lo si intuisce quasi subito: a Francesca Reggiani, infatti, basta appoggiare le mani su un imponente leggio, in quel determinato modo che ormai conosciamo bene, e parte l’applauso. Ancora non ha pronunciato una sola parola del discorso che s’appresta fare, ma tutti all’unisono in quella postura, hanno già riconosciuta Giorgia, presidente del Consiglio. Si comincia dunque a ridere voltandosi verso destra, ma un attimo dopo, la replica di un breve intervento di Elly riporta l’equilibrio. Anzi, quando poi la Reggiani tira in ballo l’intero Pd, per il partito di sinistra è la debacle, ma sempre per ridere. Non si offende nessuno e nessuno si arrabbia: l’attrice pare emanare una buona dose distensiva. La satira politica della Reggiani è sagace e pulita, simpatica e fresca, soprattutto legata all’attualità.
Poi si passa alle festività natalizie, al Babbo Natale tabagista di piazza Navona, un tema che risente di un passato non troppo recente, e le risate in sala si smorzano, a causa di una vaga malinconia che l’argomento suscita o contiene. Il termometro che misura l’ilarità del pubblico sale e scende seguendo precisamente il grado d’attualità delle battute: quanto più sono vicine alla nostra cronaca quotidiana, più agilmente colpiscono il bersaglio. Quando, infatti, si nomina Giambruno o si scherza sull’orgoglio del ministro Sangiuliano, la febbre sale e ci si diverte molto.
Non tutto lo spettacolo, però, mantiene lo stesso clima. Anche le imitazioni avvertono il peso dell’età, e quella che più ci rimette è certamente Gabriella Ferri, mentre tiene benissimo la Patti Pravo del momento che non riesce più a parlare perché costretta all’immobilità facciale dalle chirurgie plastiche. Passa un po’ sottotono Hillary Clinton, mentre Maria De Filippi trova pronta la partecipazione della platea e il gioco diventa intimo e coinvolgente: basta scegliere la cavia giusta. La Reggiani/De Filippi apre una simpatica parentesi sui rapporti di coppia, tema ormai universale e sempre attuale che mette tutti d’accordo, anche se tutti ‘sti vantaggi attribuiti all’uomo separato andrebbero aggiornati in Cassazione!
Proporre buona satira è sempre una manna che scende dal cielo. Si scherza, si ride, si esce da teatro con l’umore rinfrancato e il marito bastonato (ma pazienza!). Tuttavia, quando la Reggiani passa sotto la lente d’ingrandimento il mondo dell’occupazione, la fuga dei cervelli, i salari bassi (più bassi di quanto si spende per raggiungere il posto di lavoro), anche la satira più tagliente, di fronte all’ilarità della nostra politica sociale, smette di essere satira e diventa realtà. Una realtà che però fa ridere. Altrimenti, non ci resta che piangere!
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Agitarsi prima dell’uso, di Francesca Reggiani, Enrica Accascina e Nicola Capogna; messa in scena di Umberto Fiore e Enrica Accascina; con Francesca Reggiani. Al Teatro Off/Off, fino al 31 dicembre
Foto di copertina: Francesca Reggiani