Ritorno in auge per la storica serie tv di Netflix in cui il protagonista è un cavallo di mezza età che vive e sopravvive come un uomo
Netflix, non è solo tra le prime imprese operante nella distribuzione via internet di film, serie tv e altri contenuti d’intrattenimento, ma è anche una garanzia per chi preferisce la serata plaid e divano. Il 22 Agosto 2014, la libreria multimediale della public company di Reed Hastings e Marc Randolph, ha proposto una curiosa serie animata, caratterizzata dalla convivenza di personaggi umani, alcuni personaggi famosi, e animali antropomorfi, come il protagonista Bojack Horseman (Will Arnett), da qui il nome della serie. A distanza di 8 anni, questa serie continua ad essere tra le favorite del pubblico, forse all’inizio poco considerata, ma poi cattura e conquista gli spettatori.
La star, è un cavallo di mezza età che vive la sua vita come un essere umano. Negli anni ’90 è stato il famoso protagonista della sitcom “Horsin’ Around”; una volta conclusasi, nella prima serie (di cinque), Horseman prova a rilanciarsi come attore attraverso una sua biografia scritta dalla ghostwriter Diane Nguyen (Alison Brie). Bojack deve inoltre interfacciarsi con altri personaggi, tra i quali Princess Carolyn (Amy Sedaris), sua agente, Todd (Aaron Paul), amico suo malgrado e Mr. Peanutbutter (Paul K. Tompkins), odiato amico e anch’egli attore.
Questo lavoro può catalogarsi senza dubbio nel bollino rosso, un cartone animato per adulti, divertente e sboccato, che fa satira sull’ambiente hollywodiano, ma anche sulla mania della celebrità e sull’industria cinematografica, tematiche sempre contemporanee. Lodevole è il suo trattare anche di argomenti tutt’altro che banali e molto delicati, come la depressione, l’alcolismo e la droga. La creazione sceneggiaturistica del trentunenne Raphael Bob-Waksberg e fumettistica della trentatreenne Lisa Hanawalt, suscita nello spettatore un senso di malinconia e di rimpianto, invitandolo ad un profondo pensiero ponderante sull’importanza della vita. Ma al tempo stesso riesce ad essere divertente, spiritoso e originalmente inventivo, con gag e freddure. Velatamente e apparentemente nascosto è il tema sull’amicizia, che il protagonista cerca di evitare perché “vittima” del proprio ego, anche se sarà poi egli stesso a dire: “…in questo mondo terrificante, ci restano solo i legami che creiamo”.
Purtroppo non si parla di un continuo della serie, ma comunque si attende speranzosi, con curiosità e con una mole di fan molto più corposa, una settima serie.