Un romanzo potente, ironico, che usa parole semplici per riscoprire l’umanità dalla parte del cuore.
Senza disturbare nessuno, di Luca Giachi, edito da Giunti, pag. 174, € 14,00 è un romanzo che sgorga dal silenzio e che attraverso la catarsi della letteratura e della musica, prova a riempire quel vuoto esistenziale che le relazioni umane ineluttabilmente creano. In questo senso va letto il titolo Senza disturbare nessuno.
L’escamotage narrativo – perché di questo si tratta – della bocciatura del protagonista all’ultimo anno di liceo, è il pretesto per fotografare, come in un’istantanea, la generazione dei figli e quella dei genitori, trovando affinità e differenze proprio attorno a quel “rito di passaggio”, che nell’inconscio collettivo è rimasto di “maturità”.
Il fulcro del romanzo però, come si diceva all’inizio, è il silenzio tra madre e figlio, ovvero l’incomunicabilità tra madre e figlio. Attorno a quest’asse ruotano alcuni personaggi secondari come Marta, la fidanzatina del protagonista che, partita in Francia subito dopo l’esame, tradirà Enrico, il protagonista della storia. Altro personaggio che, in fondo, non è altro che un riflesso grottesco della madre di Enrico (colpevole di aver tradito figlio e marito con una o, forse, più avventure extra-coniugali), è la professoressa Zornolotti, donna e docente (esattamente come la madre del protagonista), che sarà l’artefice della bocciatura del ragazzo.
Senza disturbare nessuno, s’è detto, è un romanzo che sgorga dal silenzio, “il silenzio si riappropriò di me”, “mi mancava tutto, a parte il silenzio” (p. 141), “Il silenzio venne immediatamente a trovarmi” (p. 162) eppure, percepire il “rumore del silenzio” (p. 162 con riferimento a The Sound of Silence di Simon and Gurfankel) sembra essere ciò che ci permette di comunicare, paradossalmente, per “riprenderci il nostro silenzio” (p. 163): “più di tutti, un silenzio può essere un suono. Il suono più rumoroso e insopportabile di tutti mia madre piangeva. (…) Non sentii più il silenzio, ma solo le lacrime di mia madre”. (p. 163)
Ascoltare il rumore del silenzio è possibile grazie alle amicizie e alla funzione catartica della letteratura e della musica, che ci permettono di vedere le persone e, in particolare i nostri cari, (ovvero quegli individui la cui presenza/assenza ci disturba di più) “dal lato del cuore”. E così il romanzo si trasforma in un percorso di crescita nel quale Enrico, il protagonista, arriva a capire che “i miei genitori li devo guardare dal lato del cuore. Se non mi ricordo che gli voglio bene, è difficile non vedere (…) le loro imperfezioni” (p. 164). In questo modo impara ad affrontare le sue e le altrui debolezze, senza disturbare nessuno.
Ma quello di Giachi è anche un romanzo sull’essere e il dover essere: “tutti si preoccupavano di spiegarmi chi io fossi, cosa dovevo fare, perché dovevo essere in un determinato modo. E il discorso era sempre lo stesso: mettere in discussione la mia persona (…) E più mi chiedevamo di essere in un certo modo e più mi saliva l’ansia (pag. 116). E così alcuni feticci del consumismo di oggi (le Smart, occhiali Gucci, vestiti Dolce e Gabbana) stigmatizzano negativamente alcuni personaggi, per il loro conformismo. Mentre la sfortuna, l’inettitudine dei personaggi positivi che vorrebbero ma non riescono… si riflette nell’arte, nella musica e nella letteratura per trovare il proprio posto nel mondo, in un mondo gremito di persone scalpitanti, e di più o meno successo (come lo zio di Enrico).
In questo senso, si affonda il coltello contro la strumentalizzazione dell’arte che, sembra dire l’autore, dovrebbe accompagnare le persone nella loro ricerca di senso, e non imporsi come fine a sé stante. Gli stessi autori del canone letterario italiano come Manzoni e Leopardi assumono un significato diverso se affrontati in una situazione di apprendimento informale (come in una biblioteca o in una libreria) rispetto a una situazione di apprendimento formale (come in scuola, soprattutto in quelle scuole dove non si insegna “come si pensa”, ma “cosa si pensa”).
Senza disturbare nessuno è un romanzo potente, ironico, che usa parole semplici per narrare la profondità dei sentimenti. Un romanzo che giovani e meno giovani possono usare per riscoprire quanto sia importante vedere l’umanità dalla parte del cuore.
Luca Giachi, classe ’77, nasce e vive a Roma. Ha pubblicato due romanzi per la casa editrice Hacca: Oltre le parole (2008), con cui ha vinto il Premio Mondello opera prima, e Come una canzone (2017). A maggio 2023 esce per Giunti il nuovo romanzo, Senza disturbare nessuno.