Tutto pronto per la commedia brillante “Scusate ma dovevo”, scritta da Emiliano Morana e , con la regia di Emiliano Morana. Morana è anche attore sul palcoscenico, insieme adcAndrea Zanacchi e Paolo Roberto Ricci. Il debutto al Teatro Trastevere di Roma, una preziosità della Capitale, dal 23 al 26 marzo.
“Per me sono fondamentali il ritmo e l’ascolto tra gli attori in scena”:
Il filo conduttore, “l’amore tra fratelli”, come ci racconta il talentuoso regista ed autore durante l’intervista. L’amore fraterno che è come una pietra preziosa, resiste ai metalli più duri ed alle prove del tempo, il cui valore accresce con gli anni e con gli eventi.
Un piano rocambolesco, due fratelli romani Mattia e Tommaso Scartocci: il primo è non vedente a causa di un incidente con i petardi nella notte di Capodanno, il secondo gli fa praticamente da tutore occupandosi di lui e sbrigando tutte le faccende del fratello, sapendo ormai gestirlo con serenità.
Tommaso decide di portare suo fratello a New York in una famosa clinica ospedaliera, cercando di convincendolo che si tratti della clinica oftalmica più nota e famosa al mondo e che lì potrà finalmente riacquistare la vista. In ospedale, incontreranno un medico, il dottor Michele Lorusso, cinico e rigoroso che ha lasciato la sua terra natale, la Puglia, per inseguire il sogno americano dal momento che, in Italia, non aveva trovato occupazione. L’incontro fra i tre personaggi darà vita ad una storia, la storia che lega la narrazione: un susseguirsi di situazioni brillanti, paradossali e tra gag e risate si scontrerà l’irascibilità di Mattia con la pignoleria del Dottor Lorusso e in mezzo, tra loro, Tommaso il quale cercherà di essere l’ago della bilancia per trovare un equilibrio tra questo improvvisato trio. Cosa succederà? Ce lo racconta proprio l’autore e regista dello spettacolo. Abbiamo raggiunto ed intervistato il regista, nonchè autore ed attore della commedia, Emiliano Morana:
Come nasce lo spettacolo? Qual è il filo conduttore che lega i personaggi?
Lo spettacolo nasce dall’idea e dalla voglia di voler mettere in scena un qualcosa che parlasse dell’amore fra fratelli; ed è proprio questo il filo conduttore che fa da motore allo spettacolo e lega i personaggi
Qual è l’idea narrativa? E cosa rappresenta la narrazione per te?
Quando metto in scena una commedia per me è fondamentale, oltre a far ridere, raccontare una storia. La narrazione è quel qualcosa che lega quello che avviene sul palco al pubblico; lo spettatore deve essere prima catturato dalla storia che si sta raccontando e poi dalle gag e dalle battute
Autore, regista e interprete sul palcoscenico: con quale occhio di regista fai muovere i personaggi sul palco? E qual è l’idea registica, il sottile filo che lega e tiene in equilibrio i tre protagonisti della commedia?
La mia idea registica la metto sempre in chiaro il primo giorno di prove, prima ancora di iniziare a leggere il copione; per me è fondamentale il ritmo e anche l’ascolto fra gli attori in scena. Cerco sempre di muovere gli attori in maniera consequenziale a quello che sta succedendo sulla scena, per metterli a loro agio e per far esprimere il tutto con naturalezza. In questo spettacolo i protagonisti sono legati fra di loro da un progressivo accadere di avvenimenti, che ora non sto a specificare in quanto c’è il rischio di fare spoiler
Tornare a teatro è stato liberatorio e si è avvertita l’importanza del teatro, l’abbraccio con il pubblico, il dare e ricevere emozioni: il teatro è quel luogo dove le cose vere accadono, un cerchio magico.
Per quanto mi riguarda il contatto con il pubblico è importante come il sole è importante per una pianta o un fiore; praticamente ogni volta che entro in teatro inizia il mio processo di fotosintesi clorofilliana
Ho sempre in mente una frase di Garcia Lorca “Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana”, è davvero così? Dopo Roma, ci sono altre date in provincia e nella nostra regione? Progetti prossimi?
Credo non esista frase più azzeccata. Dopo Roma stiamo organizzando un piccolo giro per l’Italia. Nei prossimi progetti c’è sicuramente quello di tornare al monologo, ma adesso mi concentro su questa commedia.