Giornalista, conduttore televisivo di grandissimo successo, cabarettista, attore straordinario, regista, ha realizzato tantissimi film soprattutto ad Hollywood con il suo amico Mel Brooks che lo adora. È stato protagonista di tantissime fiction televisive e soprattutto in coppia con Enzo Iacchetti ha messo la firma sul grandissimo successo del quotidiano satirico di Antonio Ricci, “Striscia la notizia”. Da diversi anni vive a Montecarlo dove dal 2001 dirige il “Monte-Carlo Film Festival de la Comédie”, giunto quest’anno alla 18a edizione e che avrà come presidente di giuria Raoul Bova. Insomma per usare una delle sue frasi diventate un cult e che dovrebbe meritare una citazione sulla Treccani, io direi “É lui o non è lui? Cerrrrto che è lui!”. Naturalmente parliamo di Ezio Greggio.
A leggere tutto quello che tu hai fatto sul piano dello spettacolo, si rimane a bocca aperta. Oltre 3500 puntate di “Striscia la notizia”, ma soprattutto i film, le tue commedie, il tuo senso dell’ironia. La prima volta che io ti ho incontrato è stato sul set di un film su un’isola tropicale al largo del Venezuela, dove giravi con Carlo Vanzina “Selvaggi”, film che ha avuto un enorme successo. Ero venuto con la troupe del Tg1 per farti un’intervista e poi alla fine ho fatto anche un documentario e mi ha aiutato non solo quell’ incantevole paradiso a chiudere quella fatica al sole battente dei tropici, ma soprattutto la scoperta di un uomo straordinario colmo di arte e ironia.
Voi con Striscia avete anticipato la televisione moderna, un successo forse impensabile quando iniziaste, ma che ha raccolto il consenso di un pubblico trasversale, di tutte le età e fasce sociali e poi fare un giornale satirico come Striscia non è stata una cosa semplice. Qual è il segreto di quel successo, qual è stato l’intuito che avete avuto e soprattutto secondo te dove sta andando oggi la televisione?
Intanto la televisione sta andando dove può perché siamo in un periodo nel quale i social rappresentano un terzo di quei 15 milioni di spettatori dell’epoca che correvano a casa per vedere Drive in . Oggi la fruizione dei programmi, dei film, delle fiction ce l’hai anche sul telefonino, sull’Ipad, sul PC, quindi anche se ci sono stati tanti cambiamenti la TV rimane comunque un punto di riferimento molto importante. E’ per quello che riguarda Striscia, il grande lavoro fatto da Antonio Ricci, ma anche dal gruppo di autori, dagli inviati e dai conduttori, è stato ed è un lavoro fantastico, perché dopo quasi 34 anni, Striscia rimane un caposaldo non solo dell’intrattenimento, ma proprio dell’informazione come dicevi tu, perché laddove tante volte non sono arrivati i giornali ufficiali è arrivata Striscia che ha lanciato grandi inchieste, che ha portato alla luce casi incredibili che riguardavano sprechi nella Sanità, sprechi di denaro pubblico, scandali e quindi sono fiero di aver continuato quest’opera. Forse non te l ho mai raccontato, ma io ho iniziato nel 1972-73 quando a fianco di Peppo Sacchi, che era un collaboratore della Rai di Torino ho aperto Telebiella, dove ho lavorato con lui e con sua moglie Ivana Ramella dando vita alla prima tv privata. Quindi quando il cavaliere Berlusconi leggerà questa intervista, dovrebbe ricordarsi di darmi una rendita, perché se lui ha creato le televisioni e perché la guerra l’ha fatta prima io con Peppo Sacchi.
Non ci sono dubbi su questo così come non ci sono dubbi ed io l’ho scoperto quando ti ho conosciuto, il tuo grande amore per il cinema perché nel 1995 poi è cominciato la tuo grande esplosione anche su quella che noi consideriamo la capitale mondiale del cinema, cioè Hollywood e soprattutto la tua amicizia con Mel Brooks. Come è nato tutto quanto?
E’ nato quando facevo trasmissioni in televisione, appena avevo un attimo di tempo prendevo le mie belle valigie e andavo negli Stati Uniti a Los Angeles, dove ho frequentato la scuola di Roger Corman e Julie Corman la moglie, è stata la produttrice esecutiva del mio primo film come regista “Il silenzio dei prosciutti”, che tra l’altro ha avuto un importantissimo compleanno con l’uscita in DVD in tanti paesi, la pubblicazione di un libro sul film in America per il quale credo di avere insieme a “Yuppies” in Italia, il maggior numero di fans in giro per il mondo. Questo rapporto nasce perché tra i tanti amici avevo un’amica che lavorava alla 20 Century Fox che conosceva Mel, stava per fare un film con loro e continuava a dirmi: “mi ricordi tanto Mel, mi ricordi Mel”.
E io subito dissi” Ma che sei amica di Mel?”. “Si”. Ma allora fammelo conoscere. Organizzò subito un incontro e 30 anni fa ci siamo incontrati e da lì nacque questo grande amore con lui e poi con Annamaria Italiano in arte Anne Bancroft, che era la moglie e con Dom Delouise. Lei era una grandissima attrice, feci anche una lunga intervista su di lei una volta con Marco Spagnoli; era una donna fantastica e non aveva perso le caratteristiche meravigliose della donna del sud, un interprete unica. Io mi ricordo delle cene con lei, con Mel e con Dom Delouise e quando si iniziava a scherzare diventava quasi un set e lei aveva dei tempi che erano unici e poi quello sguardo, ce la ricordiamo tutti ne “Il laureato”, nel ruolo della suocera del giovane Dustin Hoffman e in tanti film che lei ha fatto. Una donna e un’attrice che manca tantissimo a Mel e a tutti quelli che l’hanno frequentata e poi Mel è una persona di un’allegria unica. L’ho sentito la settimana scorsa, ha più di 90 anni e sta scrivendo un bellissimo libro e ti do un’anteprima: si chiamerà “All about me”, tutto su di me, dove racconta tutta la sua storia, gli show che ha scritto, i film che ha girato e le sue amicizie. In America ci sono tante pietre miliari della comicità e lui è sicuramente una di queste.
É così e trovo anche normale il fatto che sia nata una profonda stima, una profonda d’amicizia tra te e lui, perché tu meriti lui e lui merita te. Una volta parlando con Dino De Laurentiis di come fosse difficile entrare nel mondo cinematografico americano e di come riuscì a diventare uno dei produttori più importanti al mondo grazie alla passione, la stessa passione che hai messo tu come artista a tutto tondo, con risultati davvero straordinari. Uno dei film che io amo profondamente realizzati da te è “Box Office 3D, il film dei film” che hai realizzato nel 2011.
E’ un grande omaggio al cinema, perché avevo tante idee di parodie considerando che una storia non può durare più di un’ora e mezzo. Allora mi sono detto: “Ma perché non mettiamo insieme un collage tra i pezzi che avevo scritto con lo sceneggiatore Rudy De Luca, altri con Brizzi e Martani, altri li avevo scritti io e tutti insieme ci siamo messi nel tentativo di fare questo mega omaggio al cinema, che tra l’altro come ricorderai aveva tra gli interpreti Gigi Proietti che porto nel cuore da sempre e che in quella pellicola vestiva i panni del mago Silente. Fu eccezionale, uno dei momenti interpretativi più forti del film che venne presentato alla mostra di Venezia dove ricordo perfettamente tu mi facesti un’intervista che alla fine diventò un piccolo show.
Se uno considera che hai conquistato nella tua carriera oltre 30 Telegatti, ed è di per se già impressionante e sono le cifre che parlano a testimonianza di quello che hai fatto in televisione e non, come è altrettanto impressionante la quantità di milioni di spettatori che tu sei riuscito a conquistare. Prima scherzavo quando ho detto il tormentone è diventata un cult e rappresenta un modo di dire di un’epoca moderna che riguarda il mondo dello spettacolo, come pochissime persone sono riuscite ad ottenere. E già dovrebbe bastare questo per renderti orgoglioso.
Mi rende orgoglioso perché quella battuta è figlia di un’epoca nella quale i tormentoni avevano ancora una loro dignità, una loro vita soprattutto negli anni ’80 ‘90 quando facevamo Drive In lanciavamo i tormentoni e io ne ho lanciati tanti e forse questo era quello che anticipava la presentazione del “famoso” quadro di Teomondo Scrofalo.
Esordivo dicendo: “adesso vi presenterò questa splendida opera di un grande maestro contemporaneo, un maestro, ma cosa dico un maestro, un geometra della pittura: è lui o non è lui e lui non è lui, certo che è lui e tiravo fuori la “scrofalata”, il bevitore che spacciavo come La Gioconda o come un’opera di Dalì. Una battuta che è passata alla storia e quel tormentone continua ad accompagnarmi ovunque vada.
E questo fa il paio con tutto quello che è stata la tua carriera basata su questa forma di ironia. Fellini diceva: È difficile far ridere e piangere nel cinema ma è molto, ma molto difficile conservare uno standard d’ironia intelligente che è alla base del successo sia televisivo che cinematografico di Ezio Greggio.
Fellini aveva perfettamente ragione, cioè la drammaticità è molto più facile da rappresentare al cinema, una lacrima è più facile da ottenere. Il mio amico Peter Bogdanovich che è stato presidente in uno dei miei Festival, mi raccontò una cosa molto divertente. “Ti faccio un esempio pratico di quanto sia difficile fare ridere. In natura se tu vuoi piangere prendi una cipolla, la tagli in due, te la metti vicino agli occhi e piangi. Dimmi se in natura esiste un prodotto che mettendolo vicino al viso ti faccia ridere“. Credo che questo possa rappresentare un esempio azzeccato e calzante, ironico come sempre Peter. La rassegna è nata perché io amo la commedia e non esistevano festival che dedicassero degli spazi alla commedia. allora un giorno con la nostra comune amica Elizabeth Missland della stampa estera di Roma, una vera colonna del nostro Festival che lavora con noi fin dalla prima edizione, andammo a trovare Mario Monicelli al quale espressi il desiderio di realizzare una rassegna dedicata solo alla commedia, spiegandogli che ne avevo parlato con il Principe Ranieri che aveva dato il suo consenso, manifestandomi la sua volontà di farlo diventare più importante di quello di Cannes. E lui facendo un mezzo passo indietro mi rispose: “ma veramente? Un festival dove facciamo solo commedia? Ma tu sei un grande”. E tutti sappiamo come Monicelli fosse uno restio. Mi diede un abbraccio, era quasi commosso e gli dissi: “ovviamente devi essere il mio presidente”. “Ma io faccio qualsiasi cosa”. E venne alla prima edizione, alla seconda, alla terza ed ogni volta che veniva lo premiavo e nacque così l’idea del Festival e non so se ti ricordi andai a Venezia per tentare di consegnare il tapiro all’allora presidente della Biennale David Croff e al direttore Marco Muller, che scappavano da tutte le parti, poi Muller fu carino lo prese e mi disse che ci avrebbe aiutato e da quel momento cominciarono ad aggiungere le commedie. Oggi le commedie sono dappertutto, vincono gli Oscar. Insomma credo di aver fatto un’opera meritoria nella mia vita sdoganando la commedia nei festival e creandone un tempio dove viene celebrata da anni.
Una cosa che secondo me dovresti cominciare a pensare di fare è un musical, perché ti vedo molto bene come regista di un musical.
Sai che questa è una grande idea. Potrebbe essere allora un musical dove tutti quelli che cantano sono stonati come delle campane. Un musical dove si racconta la storia, poi ad un certo punto parte la musica e tutti cominciano a cantare malissimo. Questa è una grande idea se vuoi iniziamo a prepararla insieme.
Quest’anno finalmente si farà anche il Festival di Cannes che è a due passi da casa tua a Montecarlo, un grande evento perché l’anno scorso come sai è stato annullato in extremis, mentre invece è stata confermata la Mostra di Venezia alla solita data e devo dire che Alberto Barbera stato molto bravo, dimostrando che i Festival si possono fare.
Alberto Barbera è un grande conoscitore di cinema oltre che un una grande giornalista, pensa che Barbera che è di Biella come me, mi fece una delle prime interviste, me l’ha ricordato lui qualche anno fa a Venezia. Venne a casa mia all’epoca, a Cossato, mi fece un’intervista per un giornale che era la Gazzetta del Popolo che oggi non c’è più. Io non ricordavo questo episodio, me lo ricordò lui e merita il successo che sta avendo e che sta dando al festival.
Sono così felice per lui, perché appartiene alla “razza” Greggio, nel senso che è quello che lo caratterizza è la passione, il senso dell’ironia della vita che aiuta non soltanto a lavorare bene, ma aiuta anche il pubblico, perché il pubblico come dicevi tu giustamente prima e lo dimostra il successo di Striscia la notizia, ha voglia di ironia perché è circondata da una serie di tragedie, le guerre, gli atti vandalici, la violenza sulle donne; è diventato un mondo a leggere la cronaca, a parte la politica, davvero una cosa tristissima, ma non voglio parlare di questo.
Ed è proprio quando leggi la politica che è l’unico momento dove ridi, perché questi ormai i comici li fanno loro, basta leggere le dichiarazioni che fanno. Ti ricordi quando è arrivata la pandemia che non c’era ancora in Italia, quello che hanno dichiarato da noi primo fra tutti il prof. Burioni: “da noi assolutamente non entrerà mai questo virus” e Speranza: “assolutamente la nostra sanità è ben organizzata non avremo problemi”…mannaggia a loro!!
In questi giorni, i giornali hanno ricordato l’anniversario della scomparsa di Mia Martini, un personaggio fantastico e soprattutto una voce fantastica.
Mamma mia una persona straordinaria che ho incontrato tante volte anche grazie ad un agente che lavorava con lei e con Loredana e devo dire che Mia è stata dimenticata un po’ troppo in fretta e soprattutto poco osannata, meriterebbe più spazio e più ricordi. Una persona meravigliosa ed io ho un ricordo bellissimo di lei come persona e come cantante.
Per questo che te l’ho voluto dire perché ci tengo a sottolineare la tua grande sensibilità grazie anche all’ enorme attenzione che hai nei confronti del sociale. Da anni sei promotore di tantissime opere di beneficenza a favore dei bambini e della gente che ha bisogno di essere aiutata e questo ti fa onore perché spesso si fanno un sacco di chiacchiere, però quando si tratta di mettere mano al portafoglio e dire “ecco, io ci sono”….. Mentre tu effettivamente ci sei. É non è una cosa che fanno tutti i giorni e tu al contrario impegni molto del tuo tempo su questo fronte, come se fosse un vero e proprio lavoro
Dedico un bel po’ di tempo, ma lo faccio perché quando ho iniziato fare questo mestiere, mi ero ripromesso che avrei preso dall’Ezio Greggio pubblico e fortunato, per dare ad un Ezio Greggio che si fosse occupato del prossimo. E quindi ho iniziato 26 anni fa ad aiutare gli ospedali pediatrici, ne ho aiutato più di settanta in Italia, poi abbiamo iniziato a dare una mano anche a molti ospedali all’estero. L’ultima donazione te la racconto è stata fatta pochi giorni fa in Libano che è in condizioni terrificanti dopo una lunga serie di guerre e soprattutto dopo la terribile esplosione dell’agosto scorso, con un’economia al collasso, una situazione politico-militare incerta, tanta gente alla fame e dove ho anche tanti amici, e da quel momento ho iniziato con la mia associazione ad inviare indumenti, beni di prima necessità e proprio tre giorni fa all’ospedale Saint Michel di Amkil, una città vicino a Beirut che ne ha assolutamente bisogno, ho fatto arrivare un respiratore, perché anche lì, come immaginerai hanno problemi di covid. E questo respiratore come è arrivato mi ha detto il primario è stato subito scartato e messo in funzione e dopo 5 minuti c’era già un paziente attaccato. E per me è un grande piacere poterlo dire ad un amico che mi conosce profondamente come te.
Per concludere, vorrei una tua riflessione ma anche che tu facessi un augurio in un momento così difficile, dove finalmente si stanno riaprendo non soltanto i festival e le sale cinematografiche m anche i teatri che hanno bisogno di andare avanti e di ritrovare un po’ di serenità. Pensa quanta gente lavora ad uno spettacolo teatrale e nessuno meglio di te lo sa.
Mi voglio collegare all’appello fatto da Favino ai David di Donatello; il cinema e il teatro vanno insegnati a scuola e permettimi anche di aggiungere una materia che si è dimenticata che è l’educazione civica e il nostro Paese ne avrebbe assoluta necessità. Le nuove generazioni dovrebbero farne tesoro. Sono stato ospite in diverse trasmissioni e dalla Venier a Domenica In e ho fatto una “guerra” per dire che è sbagliato tenere i cinema e i teatri chiusi. Facendo il distanziamento, mettendo le mascherine, ma come è possibile ministri del cavolo che non siete altro che lasciate che la gente si ammassi nei mezzi pubblici perché non siete in grado di risolvere i problemi dei trasporti e poi non fate andare la gente nei teatri e nei cinema. Uccidete la cultura, ammazzate un settore che è importantissimo, che da lavoro non solo alle sale, ma a tutta la gente che sta dietro un palcoscenico, che lavora dietro un film. E non ci solo gli attori, i registi, gli sceneggiatori, quindi questa idea di chiudere i luoghi della cultura è stata una delle tante sciocchezze che sono state fatte e meno male che riaprono e mi auguro che ci sia veramente buon senso, non solo delle autorità che di solito ne hanno veramente poco, ma soprattutto da parte della gente che vada in sicurezza al cinema, a teatro e ai concerti che spero possano ripartire presto e anche se la situazione migliora, teniamoci la mascherina in faccia. Cosa costa indossarla, almeno la chirurgica, cosi evitiamo di dare il fianco alla possibilità di richiudere a causa di qualche imbecille che con leggerezza oppure qualcuno che inconsapevolmente porta in giro il virus e quindi invito la gente a usare buonsenso, quel buonsenso che non hanno avuto dall’alto ma parta dal basso e poi viva il cinema, viva le sale aperte. Meno male si ritorna a rivedere i film al cinema e non solo degli schermi ridotti della televisione e degli iPad è peggio ancora dei telefonini e naturalmente ti aspetto in prima fila alla XVIII edizione del Montecarlo Film Festival dal 31 maggio al 5 giugno.