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“Rummage” – Anatomia del vuoto condiviso

Al Nouveau Théâtre de Poche in scena il risultato del laboratorio di teatro e scrittura scenica di Sharon Amato

Rummage è il risultato finale di un lavoro di scrittura scenica sulla base di mesi di improvvisazioni e di creazioni varie. La tematica, che si è rivelata più volte durante queste ricerche espressive, ha riguardato principalmente il concetto del vuoto toccando, di conseguenza, anche quello di un’inevitabile disumanizzazione: «Quel vuoto che non è esattamente né una pausa convenzionale né un silenzio. Quel vuoto simile alla pausa di uno spartito musicale. Quel vuoto che racchiude tutto quello già successo e quello ancora in divenire. Da quella difficoltà dello stare qui ed ora, insieme, nel vuoto, e dalla riflessione sul concetto di disumanizzazione, è nata l’idea per una condivisione con il pubblico» – spiega il regista Davide Raffaello Lauro.

Non a caso, quindi, Rummage di Sharon Amato si definisce come una serie di «esercizi attorno al vuoto», una scelta di titolo che ben racchiude quell’idea laboratoriale intesa come esperienza collettiva di ritrovamento, di relazione con sé stessi e con l’altro, di catartica identificazione in un bisogno fondamentale di emozionarsi.

Il palcoscenico è allestito di rifiuti, immedesimando immediatamente il pubblico nella dimensione di un futuro distopico in cui tutto è grottescamente portato all’estremo. Ciascun individuo appare come un automa, un contenitore di emozioni vuote, che ripete gli stessi gesti scanditi dalle solite abitudini giornaliere. L’apparenza, l’ipocrita qualunquismo permeano quei soliti ritmi. Tra lo scoccare di un gesto e del suo successivo si crea la voragine, un vuoto in cui si manifesta una profonda quanto terribile disumanizzazione. Ma, allo stesso tempo, è proprio in quelle pause che si realizza la ricerca di sguardi, l’esigenza di contatto, una viscerale necessità di umanità.

Un futuro così lontano? Per quanto Rummage di Sharon Amato potenzi fin quasi al paradosso una realtà definita futuristica, in fin dei conti narra uno scenario non poi così distante da quello attuale. È il racconto di un’ultima frontiera umana che idolatra l’individualismo, una concentrazione sul “proprio” che esige un continuo fare, muoversi, rispondere ai dogmi. Insomma, si tratta dell’incapacità ormai di riuscire a stare insieme, di apprezzare la leggerezza del vuoto come momento e occasione di condivisione con il prossimo. D’altra parte, tra la folla disumanizzata che si accalca sul palcoscenico, un sasso – metaforicamente il simbolo di ciò che resta, ciò che resiste al mutare dell’evoluzione umana – invita al silenzio, all’ascolto.

L’autrice parte da una drammaturgia equilibrata: è un gioco di vuoti e spazi riempiti, di assenze e sguardi, di voci che si sovrastano e silenzi disperatamente bisognosi. Sembra quasi di stare su una giostra ben dosata fatta di climax ascendenti e discendenti. La regia di Lauro, poi, ne restituisce una visione di insieme, avendo la straordinaria capacità di accorpare le varie e diverse visioni creative venute fuori dagli incontri laboratoriali. Non si è davanti a un testo classico che segue una linea logica aristotelica, ma è una drammaturgia che segue il flusso di una umana esigenza comunicativa.

In questo modo, il testo si configura come un potente esempio di come il teatro possa essere un luogo di incontro e di condivisione autentica, dove le voci e le emozioni si intrecciano in un dialogo continuo. In questa esperienza collettiva, vi risiede una sottile e permanente connessione umana, per la quale ogni micromovimento del corpo e ogni frequenza della voce risponde alle molteplici possibilità di espressione di un sé che riscopre e abbraccia anche l’altro. Ogni attore sulla scena crea, distrugge e ricompone, tendendo ogni volta una mano al suo compagno di viaggio, restituendo un’esperienza collettiva quale è il teatro.

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Rummage di Sharon Amato – regia di Davide Raffaello Lauro e le interpretazioni di Morgana Autiero, Fabio Boccalatte, Oriana De Cristofaro, Caterina Di Bella, Lino Florio, Grazia Gala, Giancarlo Lobasso, Rosaria Lumino, Beatrice Marignetti, Roberta Michelino, Davide Nazzaro, Giulia Rastrelli, Mario Russo, Luca Saltarelli e Laura Tassaro – Nouveau Théâtre de Poche di Napoli 21 e 22 giugno 2025

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