Romaeuropa Festival ’22 – Le latitudini del dialogo

Dopo l’opening con “We Want It All” dell’ICK Dans Amsterdam diretto da Emio Greco e Pieter C. Scholten, REF2022 prosegue fino al 20 novembre, portando sulla scena romana più di ottanta spettacoli in programmazione con ospiti nazionali e internazionali.

Appuntamento per eccellenza dell’autunno romano, il Romaeuropa Festival non delude nemmeno quest’anno gli appassionati del settore ma, soprattutto, il pubblico più generalista. All’interno dello stesso festival, che conta un numero impressionante di repliche (centocinquantacinque per l’esattezza), spettatori e spettatrici avranno, quindi, l’occasione di confrontarsi sia con le più importanti novità del panorama artistico europeo che con i testi capitali della drammaturgia novecentesca come, ad esempio, “L’opera da tre soldi” di Brecht con la regia di Barrie Kosky per il Berliner Ensemble dal 11 al 15 ottobre al Teatro Argentina.

Una scelta che non si può che reputare vincente dal punto di vista del consenso e dell’interesse sia delle istituzioni pubbliche nazionali e internazionali — basti pensare al sodalizio ormai ventennale con i Paesi Bassi, che hanno ospitato presso il Reale Istituto Neerlandese la conferenza stampa dello scorso 7 settembre — che nel settore privato, contando tra gli altri sul rinnovato sostegno della Camera di Commercio di Roma.

Con la sua ricchissima offerta culturale che spazia dal teatro, alla musica, fino alla danza, al nuovo circo, alle arti digitali e alle attività appositamente pensate per l’infanzia, la sfida più complessa che un Festival di questa risonanza si deve porre è, tuttavia, quella di confrontarsi con un sistema economico in forte recessione. Nell’inesorabile riduzione degli spazi concessi alle forme più impegnate di intrattenimento, REF2002 aspira a riaffermare la sua posizione di leader del settore culturale, attraverso una diffusione capillare degli eventi e l’introduzione di alcune decisive novità.

Distinto in più macro sezioni tematiche, quella dedicata alla musica accoglierà al suo interno diverse prospettive d’indagine sotto la potente egida della più astratta tra le arti, passando per “Einstein on the beach” di Philip Glass eseguito nella serata conclusiva del festival dal celebre ensemble ICTUS insieme al Collegium Vocale Gent e la “Sinfonia incompiuta No.8 di Schubert” con le coreografie di Maud La Plaudec, fino alle ispirazioni orwelliane di Minkel Kerem.
Il leitmotiv della ‘diversity and inclusion’ sarà, invece, al centro della sezione LineUp! a cura di Giulia di Giovanni e Matteo Antonaci all’interno del quale si approfondiranno — da un punto di vista sempre plurale e attento alle questioni sociali più cogenti — le nuove sonorità pop e urban della scena musicale italiana.

D’altra parte, la ricerca di un dialogo con il presente muoverà dalla decostruzione dei capisaldi della storia occidentale, mediante l’approfondimento delle pratiche rituali e artistiche proprie, tra gli altri, del Nord Africa, del Brasile, della nuova scena vogueing e queer asiatica, fino ad arrivare con Renato Sarti e lo storico Mimmo Franzinelli alla ricostruzione delle ragioni che resero possibile la Marcia su Roma. Al fianco, di questi ultimi, inoltre si noti il ritorno il 29 e 30 settembre al Teatro Argentina del regista Milo Rau con “Grief and Beauty” che dedica la sua ricerca ai temi esistenziali del lutto e dell’addio.

L’attenzione sarà rivolta alle nuove proposte della scena nazionale, in particolare Under30, nella sezione Anni Luce curata da Maura Teofili, con una sua prima e fondamentale realizzazione nel progetto Powerd by REF, attraverso la promozione, il sostegno e formazione delle nuove generazioni di artiste e artiste, che operano nei campi della ricerca e della performance.

Al fianco della programmazione consueta saranno, inoltre, previste l’esecuzione di “In C live” di Terry Riley ad opera dell’Ensemble Casella del Conservatorio A. Casella dell’Aquila il 17 e 18 settembre con le coreografie di Sasha Waltz; mentre il 28 settembre l’ensemble Nova Opera presenterà alcune opere dei compositori ucraini contemporanei come evento di solidarietà realizzato d’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; per poi proseguire con un ciclo di quattro incontri dal 20 al 24 settembre tra musica e letteratura ideato dall’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani; infine, la restituzione pubblica dell’ultima ricerca della compagnia italo-olandese Wanderbaum che si terrà il 9 e 10 novembre.

In questo così articolato panorama sostenibilità e solidarietà saranno, in definitiva, le parole chiave di questa trentasettesima edizione del Romaeuropa Festival, in quanto forma di testimonianza e democratica riappropriazione di quel tanto celebrato senso comunitario necessario alla fruizione e alla produzione delle opere d’arte.

Cinema & TV
Elena Salvati

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