“Rimetti a posto la stanza”, storie di una madre e di una figlia qualunque

Al Teatro Lo Spazio con “Rimetti a posto la stanza” torna il duo (tanto nella vita quanto sulla scena) di Tiziana Foschi e Nina Fucci. Una divertente pièce che mette a nudo il rapporto di una madre e di sua figlia.

“Rimetti a posto la stanza!”. Ma quante volte, da figli, si è stati esortati nell’adempiere ad uno dei più ordinari compiti filiali. Un’esortazione ripetitiva, noiosa – estenuante, talvolta – che in sé, però, cela una profonda distanza emotiva: quella di un genitore e di un figlio; di una madre divorziata (Tiziana Foschi) e di sua figlia (Nina Fucci), che ormai adulta si scontra con la propria identità; le proprie scelte e progetti di vita. Una madre e una figlia che è proprio nelle loro vite che, ora, devono fare ordine.

©Tamara Casula

Così in una scenografia essenziale, un groviglio asimmetrico di fili pende dal soffitto evocando visivamente l’intricata complessità delle emozioni che attraversano le relazioni intrafamiliari; interpersonali. Al tempo stesso due microfoni, posizionati in simmetria perfetta sul proscenio, rappresentano un punto di equilibrio, il luogo dove si intrecciano e si snodano le riflessioni delle due interpreti. Al centro della scena, invece, un tavolo diventa lo spazio degli incontri; del confronto di due vite che si sfiorano senza trovare un punto d’incontro (anche se poi non è ancora tutto perduto…)

Tra ilare comicità e un pizzico di poeticità, la pièce si presenta come un racconto intimo che esplora il delicato equilibrio del rapporto madre-figlia; genitore-figlio. Da una parte, una madre profondamente ancorata alla sua natura protettiva e dall’altra, una figlia ormai adulta, che diventa sempre meno “gestibile” sfuggendo a quel “controllo” che sembrava naturale durante l’infanzia (Ti ricordi quante cose facevamo insieme quand’eri piccola…).

Il cuore del racconto, pertanto, sta nella chiave di lettura di questa relazione complessa: il percorso di un figlio che, inizialmente legato visceralmente alla figura genitoriale (Mamma, quando divento grande ti sposo…), si trova, poi, da adulto a dover costruire la propria indipendenza. Parallelamente, un genitore che, per eccesso di affettività, finisce per legarsi in modo simbiotico al figlio perdendo progressivamente il confine tra il proprio sé e l’altro sé. Un legame, questo, che si vorrebbe affettivo e nutriente; ma che rischia invece di deteriorarsi, vittima dell’assenza di ascolto; del confronto mancato e della proiezione dei propri desideri e aspettative sulla vita del figlio.

©Tamara Casula

Laddove il teatro si fa spesso veicolo di grandi temi sociali, ecco che, invece, qui entra nella sfera più intima di ciascuno di noi; si fa metafora, riflesso di storie di ordinaria quotidianità grazie all’inconfondibile piglio comico di Tiziana Foschi e la genuina acerbezza scenica di Noemi Fucci. Peccato per la chiusa finale: per quanto apprezzabile, la nostalgica dedica alle nonne letta a due voci in una lettera a cuore aperto registicamente (apprezzabile nel complesso anche per la giovanissima esperienza di Floriana Corlito) sembra tradire una risoluzione forse un po’ affrettata. Forse perché i rapporti umani, così come le persone, non trovano mai una definizione definitiva: sono realtà in continua evoluzione, fatte di cambiamenti e di percorsi incerti, dove – più che una meta – ciò che conta è il viaggio stesso e il modo in cui si sceglie di affrontarlo. Nel complesso, un’esperienza godibile da cui uscirne con il sorriso sulle labbra; ma anche qualche consapevolezza in più.

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Rimetti a posto la stanza – Di e con Tiziana Foschi e Nina Fucci. Regia, Floriana Corlito e Tiziana Foschi. Voci, Antonio Pisu e Gabriella Fratini. Scenografie, Luisiana Onori. Costumi, Lucia Mariani. Teatro Lo Spazio, 30 novembre e 1 dicembre 2024.  

Immagine di copertina: ©Tamara Casula