Il cinema Italiano è non solo ricorda la vita di Massimo Troisi e lo fa con la Rai distributrice e coproduttrice di un bel docufilm dal titolo Buon compleanno Massimo diretto da Marco Spagnoli, narrato da Maurizio De Giovanni, con le musiche di Eugenio Bennato e con le testimonianze fra gli altri di Renzo Arbore, Jerry Calà, Enzo De Caro, Maurizio Casagrande, Iris Peynado, Fabio Fazio, Vittorio Cecchi Gori, Nino D’Angelo e della sorella, Rosaria Troisi. Tutto intorno documenti, foto e filmati sulla straordinaria vita (troppo breve) di un attore straordinario.
Massimo se ne andò il 19 febbraio del 1994 a soli 41 anni, dopo aver interpretato Il postino, diretto dall’inglese Michael Radford e interpretato al fianco di Philippe Noiret nel ruolo del poeta cileno premio Nobel Pablo Neruda. Il film vinse un Oscar per la colonna sonora di Luis Bacalov e quattro nomination, un David di Donatello e cinque nomination, e fu ispirato al celebre romanzo di Antonio Skármeta Il postino di Neruda.
Troisi nel 1989 conquistò una prestigiosa Coppa Volpi alla Mostra di Venezia, ex equo con Marcello Mastroianni, protagonisti entrambi del film Che ora è di Ettore Scola.
Attore poliedrico, regista, sceneggiatore e cabarettista Troisi con Lello Arena ed Enzo De Caro, ottenne i primi successi negli anni ‘70 con il trio La Smorfia, per quello che la critica unanime definì “i principali esponenti della nuova comicità napoletana”, che attraverso una velata e sottile ironia intendeva denunciare il diffuso malessere che attraversava la società e la politica del tempo.
L’artista nativo di San Giorgio a Cremano chiusa l’esperienza de La Smorfia, intraprese “in solitaria” e con grande successo la strada del cinema, interpretando dodici film. I critici lo definirono “un’istintivo erede di Eduardo De Filippo e di Totò” e qualcuno lo accostò addirittura a Woody Allen e al grande comico del muto Buster Keaton.
Uno dei primi successi sul grande schermo fu nel 1981 Ricomincio da tre, da lui diretto e interpretato accanto al suo vecchio amico Lello Arena e un altrettanto straordinario Renato Scarpa. Un successo che valse in termini di box office ben 14 miliardi del vecchio conio. Pellicola a cui seguirono, tra le altre; Scusate il ritardo; Non ci resta che piangere; Le vie del Signore sono finite. Fiore all’occhiello del suo lascito artistico anche la canzone ‘O ssaje comme fa ‘o core, una bellissima poesia messa in musica dal suo grande amico Pino Daniele; un’allusione amara e dolcemente ironica alle patologie che avevano entrambi al cuore e di cui poi furono vittime.
Massimo Troisi è risultato essere ancora oggi il terzo comico Italiano più conosciuto e amato dagli italiani dopo Alberto Sordi e Totò, un mito per la maggior parte dei giovani. «Troisi ha interpretato con grande intelligenza, con straordinario istinto e con notevole finezza culturale, un’importante fase di passaggio dal vecchio comico napoletano, nutrito dalla commedia dell’arte a un più moderno tipo di comicità tormentata e caratterizzata da un’ironia al contempo allegra e amara», scrisse Antonio Ghirelli.
Il postino fu accolto in America con grande entusiasmo, allora il The Washington Post scrisse: «Il Postino rappresenta quel trionfo internazionale che Troisi non ha purtroppo fatto in tempo a godersi» e il New York Times aggiunse: «Troisi da’ al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto». Oggi avrebbe compiuto 70 anni. Ciao Massimo!