Passeggiare di notte in un parco di ulivi, in qualche angolo indefinito del mondo, la Puglia, la Spagna, Gerusalemme… E ritrovarsi circondati da presenze a volte inquietanti che si agitano nel buio, contorcendosi e seguendo le spinte dell’aria che ne agita le fronde…. È questa la sensazione che si prova visitando la mostra di Eleonora Vetromile “Resistere al vento”, curata da Paola Valori, al Micro di Roma fino al 19 febbraio.
Tredici oli su tela, tredici alberi di ulivo, con le chiome argentee e i fusti ritti o contorti, bruciati o germoglianti, che bisbigliano le loro storie di giovani alberi, cresciuti e invecchiati resistendo al destino che il tempo gli ha riservato. Ecco allora l’esile “Gioventù”, la rugosa “Maturità”, passando per quella che è “L’età più bella”. E poi “Il Segreto” tenuto nascosto dal tronco avvolto su se stesso, o “La ferita” che provoca un tale dolore da scavare nel profondo fino a lasciare un vuoto incolmabile… come quello del tronco cavo di quella pianta che ha sofferto chissà quale pena.
Ci spiega Eleonora Vetromile: “Avevo appena subito una perdita e guardando questo ulivo ho capito che mi sentivo come lui, mi sentivo vuota. Ma mi sono detta che dovevo andare avanti. Quando si perde qualcuno o qualcosa ci si sente svuotati, persi. Ma l’ulivo reagisce e continua a vivere; l’ulivo si contorce ed è vitale. Quindi è un messaggio di speranza, e questo è il senso della mostra. Bisogna resistere al vento”.
Continua l’artista: “Guardandone altri ho intuito che c’erano emozioni e sensazioni molto comuni che si possono ritrovare nelle loro forme. Ho continuato a scoprire in questi alberi che sono reali, che esistono e sono veri, i miei stati d’animo. È come scoprire una parte di noi: ognuno si può ritrovare in questi rami così contorti.”
E ancora: “L’ulivo è ombroso, per questo ho pensato allo sfondo nero: sono immaginati di notte, illuminati da una lampada, la cui luce si riflette sul fogliame. Questo aiuta a leggere la trama dell’albero.”
Un percorso che si conclude con “Il grande abbraccio (la famiglia)”, dove un piccolo essere umano si ripara rannicchiato tra il rami di un ulivo gigante e allo stesso tempo protettivo. Chiaro il significato, con le parole dell’autrice “il grande abbraccio rappresenta la famiglia, forse la famiglia di una volta, ma rappresenta il luogo di protezione dove ognuno dovrebbe poter trovare riparo.”
L’uomo e i suoi sentimenti, in perfetta simbiosi con la natura, con questi affascinanti alberi che sembrano voler raccontare la loro storia, e anche la nostra.
Rami contorti che trasmettono vita travagliata ma vissuta con lo sguardo rivolto al futuro. Sono racconti di vite e di ferite passate, che lasciano il segno sì ma invitano alla rinascita dando un messaggio di speranza, perché bisogna “Resistere al vento”.