La rassegna diretta da Fabio Galadini si chiude con una serata potente al Teatro Vascello. Tre spettacoli, una giuria d’autore e un pubblico che ha risposto con calore e partecipazione
Il 28 luglio scorso, nel cuore di un’estate romana densa di eventi culturali, il Teatro Vascello ha ospitato la serata finale del Roma Fringe Festival, manifestazione che negli anni si è ritagliata un ruolo sempre più centrale nel panorama del teatro indipendente italiano. Un appuntamento atteso da pubblico e addetti ai lavori, che anche quest’anno ha dimostrato come il teatro, specialmente quello al di fuori dei circuiti istituzionali, sia ancora uno spazio vitale, capace di accogliere storie urgenti, visioni coraggiose e linguaggi in continua evoluzione.

In finale sono approdati tre spettacoli – Tanto Ormai, Rainbow e Venire Meno – ciascuno con una visione distinta del presente, ma uniti da una scrittura incisiva, profonda, spesso scomoda, mai compiacente. La sala del Teatro Vascello era colma, attraversata da un’energia viva: il pubblico, partecipe e coinvolto, ha seguito ogni momento con attenzione, confermando che il teatro resta un luogo necessario di ascolto, confronto e pensiero condiviso.
A valutare gli spettacoli in concorso è stata una giuria d’eccezione, presieduta da Manuela Kustermann, figura emblematica dell’avanguardia teatrale italiana e direttrice artistica del Teatro Vascello, da sempre punto di riferimento per la scena indipendente. Al suo fianco, professionisti che rappresentano, ciascuno con il proprio percorso, la ricchezza e la diversità del teatro contemporaneo: Galatea Ranzi, attrice dalla sensibilità raffinata, capace di spaziare con eleganza dai grandi classici alla nuova drammaturgia; Raffaella Azim, interprete intensa e viscerale, legata a un teatro che unisce parola e corporeità; Pierpaolo Sepe, regista dal linguaggio visionario e innovativo; Giancarlo Fares, attore e regista che lavora con rigore alla contaminazione tra tradizione e contemporaneità; Valentino Orfeo, promotore di percorsi teatrali formativi con una forte vocazione sociale; Pasquale Pesce, in rappresentanza della Fondazione Alessandro Fersen, custode di una memoria teatrale intrecciata alla dimensione antropologica; e Katia Ippaso, critica teatrale e giornalista da sempre attenta alle nuove voci della scena, alla quale è stato affidato il compito di assegnare il Premio della Stampa.
Ad aprire la serata è stato Tanto Ormai – con in scena D. Lepri, L. Di Sessa, J. Dragonetti – la storia di tre giovani chiusi in un appartamento mentre fuori imperversa una guerra mai mostrata direttamente. Attraverso suoni, silenzi e dialoghi ironici ma carichi di ansia, emerge la paralisi emotiva e l’impotenza di una generazione che fatica a reagire di fronte alla paura; uno spettacolo che indaga con sarcasmo e amarezza il tema dell’attesa come condizione esistenziale.
Il secondo spettacolo in programma è stato Rainbow, intenso monologo teatrale scritto e interpretato da Francesco Rivieccio. Ispirato alla storia vera di suo nonno, lo spettacolo racconta la brusca interruzione dell’adolescenza di un giovane calciatore nel 1940, arruolato all’improvviso per combattere a bordo del sommergibile “Enrico Toti”. In scena, la narrazione si intreccia con le emozioni di chi cerca di dare un senso alla memoria familiare, trasformando il ricordo in un atto scenico intimo e collettivo.
A chiudere la finale è stato Venire Meno, portato in scena da Eleonora Bracci, Giulia Celletti, Marta Della Lucia e Camilla Ferrara: una performance brillante e tagliente che, con lucidità e ironia, affronta la condizione femminile a partire dal tema del finto orgasmo, inteso come gesto politico e strategia di sopravvivenza. Lo spettacolo rompe costantemente la quarta parete, intrecciando testimonianze reali, dialoghi diretti con il pubblico e un equilibrio sapiente tra leggerezza e verità disarmanti. Il gioco scenico mette in moto un confronto serrato tra sorellanza, accondiscendenza e desiderio di autodeterminazione, trasformando la scena in un potente spazio di parola e consapevolezza.
La cerimonia di premiazione, introdotta dal direttore del festival Fabio Galadini, è stata preceduta da una palpabile attesa. Prima del riconoscimento finale, la giuria ha annunciato i premi assegnati alle compagnie e agli artisti che si sono distinti per originalità, scrittura e interpretazione. Questi i premi assegnati:
- – Spirito Fringe andato a Azzione Immediata
- – Speciale Off andato a Ludopazza
- – Miglior regia a Tanto Ormai
- – Miglior attrice a Manuela Fischietti
- – Miglior attore a Vincenzo Ricca
- – Miglior drammaturgia per CowBoys#2
- – Premio della Fondazione Alessandro Fersen e il Premio della Stampa, assegnato a Rainbow
Il momento più atteso della serata è stato l’annuncio del vincitore assoluto: Rainbow, che ha conquistato anche il Premio Roma Fringe Festival 2025, imponendosi come la vera rivelazione di questa edizione. Il monologo scritto e interpretato da Francesco Rivieccio ha toccato nel profondo pubblico e giuria, grazie alla straordinaria capacità di trasformare una vicenda personale in un racconto dal respiro universale. Attraverso la storia di un’adolescenza spezzata dalla guerra, Rainbow si fa ponte tra generazioni, luogo di memoria e spazio di riflessione condivisa. È un atto d’amore verso chi ha avuto paura, ma ha continuato a resistere. Con lucidità e struggente delicatezza, Rivieccio dà voce a chi è stato dimenticato dalla Storia, restituendo dignità e umanità a una memoria tanto fragile quanto necessari
La direzione artistica di Fabio Galadini ha saputo costruire un programma coerente con lo spirito del Fringe: un festival aperto, orizzontale, curioso, capace di ospitare artisti emergenti e professionisti affermati senza barriere né rigidità selettive. Il Roma Fringe Festival si conferma come un prezioso laboratorio di libertà creativa, dove trovano spazio linguaggi sperimentali e storie spesso invisibili, dimostrando che il teatro – quello vivo, pulsante – nasce proprio dove non ci sono confini imposti, ma desiderio autentico di raccontare.

In un contesto culturale in cui il teatro fatica spesso a ritrovare centralità nel dibattito pubblico, rassegne come il Roma Fringe Festival assumono un ruolo fondamentale: non solo resistono, ma rilanciano, accogliendo la complessità del presente e restituendo al teatro il suo valore più profondo, quello di essere luogo d’incontro, riflessione e trasformazione. Lunga vita al Roma Fringe Festival e a tutte quelle realtà che nel loro DNA custodiscono la libertà, l’inclusione e la volontà di raccontare l’umanità nella sua interezza.
Tutte le recensioni degli spettacoli premiati, possono essere consultati su questo sito, nella sezione Festival Teatro.
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Roma Fringe Festival 2025 – Serata finale – Teatro Vascello 28 luglio 2025
Foto di ©Grazia Menna – Foto di copertina : Premio della Stampa – Rainbow – Katia Ippaso, Francesco Rivieccio, Fabio Galadini