Quelli della notte: 40 anni di Magia Televisiva

Renzo Arbore e un programma che ha segnato un’epoca, tra risate, musica e personaggi indimenticabili

E entrato a pieno titolo nella lunga e prestigiosa storia della Rai e, più in generale, della televisione italiana. Un’intera generazione, e non solo, che ha avuto la fortuna di vivere quei momenti irripetibili, festeggia oggi i 40 anni di Quelli della notte, un programma che Renzo Arbore ha ideato e portato al successo. Arbore, ormai prossimo agli 87 anni, foggiano di nascita e napoletano d’adozione, si è affermato come un autentico bluesman, un protagonista indiscusso della Dolce Vita romana, con la sua capacità unica di coniugare intelligenza, ironia e intrattenimento musicale.

Come scrive Andrea Scarpa su Il MessaggeroQuelli della notte rappresentava una formula mai vista prima in televisione, un mix inedito che attingeva battute e personaggi dalla realtà quotidiana, rielaborandoli con il tocco di Arbore. Un successo che ancora oggi lascia il segno, grazie a personaggi straordinari come il comunista ortodosso inventato da Maurizio Ferrini, che sognava di costruire il muro di Ancona, o il ciclone Giorgio Bracardi, uno dei protagonisti del gruppo di Alto gradimento, che insieme a Bandiera gialla (entrambi condotti da Arbore e Boncompagni) rappresentarono un autentico fenomeno di costume, nel contesto di una televisione ancora “monopolista”, guidata da Ettore Bernabei.

Un altro personaggio iconico di quel periodo fu Marisa Laurito, la soubrette con la “r” moscia, che, orfana di Eduardo, incantava il pubblico con la sua personalità unica. E così, Quelli della notte si inserì prepotentemente nel panorama degli anni Ottanta, regalando agli italiani una boccata d’aria fresca, lontana dagli anni di piombo, grazie a quella che i critici definirono “una strampalata jam session comico-musicale, ambientata in un salotto un po’ kitsch e arabeggiante”.

Ma la notte no

Il programma contò ben 34 puntate, che ancora oggi ricordiamo con affetto. Quegli anni erano segnati anche dalle celebri feste di Arbore a casa sua sulla Cassia a Roma, dove, tra musica e risate, si radunavano personaggi del cinema, della radio, della televisione, del teatro, della musica e del giornalismo. Una vera e propria celebrazione della cultura, tra diatribe intelligenti, battute irresistibili del Professor Riccardo Pazzaglia e l’improvvisazione geniale di Nino Frassica nei panni del frate Antonino da Scasazza, le banali ovvieta di Massimo Catalano o il finto arabo Harmand interpretato da Andy Luotto. C’era anche un giovane Roberto D’Agostino, che interpretava l’improbabile filosofo sostenitore dell'”edonismo reaganiano”, una figura che in qualche modo prefigurava il futuro di Dagospia.

Un cast che, con la sua “eterogeneità”, arricchiva ogni puntata di Quelli della notte, con personaggi e situazioni che alternavano pettegolezzi, canzoni e momenti di pura magia televisiva. Da Simona Marchini, opinionista ante litteram con le ultime notizie sulle star, al metallaro Richard Benson, senza dimenticare le esplosioni musicali della New Pathetic “Elastic” Orchestra diretta dal maestro Mazza, che vedeva tra i suoi solisti Gegé Telesforo e il suo scat trascinante, il duo Antonio e Marcello, Sal Genovese al sax, Stefano Palatresi e la simpaticissima Silvia Annicchiarico, protagonista della sigla di apertura Ma la notte no affiancata da Mauro Chiari.

E poi, al termine di ogni puntata, la sigla di chiusura con Il materasso, che tutti canticchiavamo sorridendo, con quei motivetti che, ancora oggi, restano familiari. E allora, ancora grazie a Renzo Arbore, perché in quelle notti su quel materasso, c’ero anch’io!

error: Content is protected !!