Quella misteriosa scintilla che ci abita

Manuale di sopravvivenza per sensibilità confuse

Non è semplice parlare dell’ineffabile, specie se dichiarato. Come premette Andrea Panatta, il libro La scintilla dell’essere dell’ignoto ai più mistico e scrittore William Samuel può definirsi “…una di quelle chiavi di accesso che, se le saprete usare, vi potrebbero portare a un contatto immediato e diretto con quella dimensione sottile e ulteriore dalla quale emergono non solo tutte le risposte ma anche tutte le reali soluzioni”. 

Ma chi è il destinatario privilegiato di questo delicato e intenso viaggio interanimico e interstellare? Il fanciullo interiore, la parte divina che tutti abita ma pochi hanno risvegliato.

Per definire cosa intenda Samuel per “scintille” mi viene in mente un’altra metafora, di un altro grandissimo ricercatore dell’anima, Vladimir Zeland, quando parla del cosiddetto “fruscio delle stelle del mattino”, quel suggerimento delicato che accende l’intuizione nei momenti di incertezza e smarrimento. Si parla di bussole e lanterne, di lucciole, di luminarie in fondo al tunnel, di quel lampo che squarcia il velo, conducendoci verso un nuovo ordine. C’è una persona che mi emoziona assai seguire in questo difficile tempo storico, si chiama Gabriella Tupini, anziana psicoterapeuta, che su Youtube narra spesso della caduta della mente condizionata, di quella sorta di traguardo mistico che deflagra quando le fragili ma pervicaci barriere egotiche crollano sotto il peso dello spirito, come degli urti dell’esistere. Vado di metafora in metafora perché, appunto, l’ineffabile non si racconta facilmente.

Ma una call to action si può provare a fornire, deducendola da Samuel stesso: ed è il lasciar andare… attaccamenti, situazioni, consapevolezze acquisite, esperienze stesse, al fine di permettere alla radice dell’Essere il vuoto necessario per acquisire nuove consapevolezze. Lasciar andare prima di tutto la propria identificazione con se stessi. 

Non è semplice nemmeno ai presunti illuminati, a dire il vero. Si può cominciare però con la fiducia nelle proprie intuizioni avvizzite, nell’estasi francescana di un dettaglio commovente mai notato prima, il sorriso del vento, la goccia di rugiada. Di immagine in immagine guarire riguarda in qualche modo scalare una montagna per assaporare panorami nuovi, abitare una cattedrale luminosa, ignorando i topolini che rosicchiano i piedini delle sedie del coro. “Colui che è arrivato in cima alla montagna vuole parlare di nuove costellazioni che l’uomo giù a valle non può vedere, poiché sono nascoste alla villa della montagna stessa”. E’ sempre il fanciullo che sa come arrampicarsi. Il fanciullo interiore rigenera anche il corpo del presente, abita il frammento di vuoto fertile tra il senso di un’identità erronea e un’altra corretta ed essenziale, il campo quantico apre la vertigine della presenza di possibilità infinite, il potere di adesso di Eckhart Tolle, i tremila regni in un istante del buddismo, la ricerca di Dio, dove si insinua la scintilla, che poi collega la Verità intuita alla sua dimostrazione mondana. Entusiasmo, semplicità, sensibilità, assenza di giudizio, vitalità, sogno, come veicoli verso una benefica dimenticanza del passato. Illuminazione come continuo apprezzamento di costanti manifestazioni apparentemente irrilevanti; riscoperta del potere ai cui siamo disabituati della scheggia  cristica deposto sul fondo del nostro cuore stesso.

Ci sono tante cose in questo libro: rivelazioni sconcertanti, metafisica incarnata, anticipazioni quantiche, e tutto questo in fondo non ci ha ancora spiegato davvero cosa la scintilla sia. Sarà il fanciullo intimo risvegliato di ciascuno, se lo desidera, a sperimentarla poiché “… il vecchio mondo finirà di sicuro. Ci saranno un nuovo cielo e una nuova terra da vedere con i nostri occhi; in realtà sono già qui, ma ancora non li vediamo”. Che il fuoco non ci impedisca di strizzare gli occhi al punto tale da non vedere luce.