Quell’avvocato di Asti che suona il piano….Omaggio a Paolo Conte!

Li unisce in particolare fra le altre, una canzone, ma che dico un monumento della poesia in musica, regina ancor oggi non solo dei romantici anni sessanta finita al cimitero chiusa in una bara, così racconta in un bel film a lui dedicato da Giorgio Verdelli. Paolo Conte classe 1937, 85 primavere quest’anno nato ad Asti, uno dei cantautori più amati d’Italia. L’altro se non lo avete ancora capito è Adriano Celentano, classe 1938 un anno più piccolo, entrambi però’ sono nati il sei gennaio, si proprio il giorno della Befana. Li unisce non solo quello e l’amicizia in fa li unisce soprattutto Azzurro, una canzone che è un pezzo di storia della nostra bella Italia.

«Mia madre diceva che questa canzone era antica e moderna insieme, per questo l’ho chiusa nella sua tomba», ha raccontato Paolo Conte ad Aldo Cazzullo in una lunga intervista

L’antico era soprattutto nella musica, “un’azzurrata” che ha coinvolto tante generazioni. Lanciata dalla voce del “molleggiato”, nata nell’epoca beat, romantica e trasgressiva «rimane per me» dice Paolo Conte, ma crediamo anche per Adriano Celentano «una canzone importante mai dimenticata».

Nel 2007 lo stesso Adriano ha svelato in occasione della scomparsa di Vito Pallavicini il paroliere di Azzurro, la genesi di quella canzone. «Un giorno» racconta Adriano, mi telefonò Pallavicini: ho avuto un’idea pazzesca, ho scritto il testo di una canzone su una musica di Paolo Conte che non puoi non incidere perché’ sarà l’inno degli Italiani si chiamerà Azzurro, quella canzone fu un tale trionfo che lo stesso Paolo Conte la incise e inserì’ nel suo primo album live “Concerti” uscito nel 1985 e nel 2007 un sondaggio della società’ Dante Alighieri ha decretato Azzurro al primo posto tra le canzoni Italiane più famose e cantate nel mondo, spodestando addirittura Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno, con Tripoli 1969 scritta per Patty Pravo e Insieme a te non ci sto più per Caterina Caselli, uno dei grandi successi di sempre di Paolo Conte, compositore, pianista jazz che in una carriera lunga mezzo secolo ha collaborato con le sue musiche con parolieri come appunto Vito Pallavicini, applaudito non solo in Italia ma anche in Francia e nel mondo, ricevendo nel 2007 addirittura una laurea Honoris causa in pittura(grande appassionato di fumetti) conferitagli dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.

Insieme a Fabrizio De Andrè, Paolo Conte è l’artista con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco. «Quando ero ragazzo» racconta Paolo Conte, figlio di un notaio con la passione del jazz, «mio padre acquistava alla borsa nera dischi americani generando in me il primo amore per il jazz. “Mussolini aveva proibito la diffusione del jazz”. I miei ascoltavano il jazz di nascosto in salotto, sono stato nutrito di jazz fin dall’infanzia».  Con una laurea in giurisprudenza Paolo Conte era destinato a fare l’avvocato, durante gli anni cinquanta impara a suonare prima il trombone, poi il vibrafono e infine il pianoforte. Fonda la Barrelhouse Jazz Band suonando le musiche di Cole Porter, George Gershwin e Jerome Kern nei piccoli circoli culturali fino a partecipare alla quarta edizione del Quiz Internazionale di Jazz ad Oslo, classificandosi al terzo posto

I primi successi arrivano negli anni sessanta con brani come Ora te ne vai cantata da Vanna Brosio, L’Ultimo giorno cantata da Carla Boni su testo di Giorgio Calabrese, Chi era lui cantata da Celentano sui testi di Mogol e Miki del Prete a cui seguì La coppia più bella del mondo con le parole di Luciano Beretta e Miki del Prete portata al trionfo al Festival di San Remo in duetto con Claudia Mori.

Fra i successi di Paolo Conte Messico e nuvole portata alla popolarità da Enzo Jannacci. «Ho avuto la fortuna di trovare un interprete come Jannacci con una dose di visibile geniale follia», disse Paolo Conte e nel 1971 al Festival di San Remo ci fu il successo di San Antonio Santo Francesco scritto per Piero Focaccia e Mungo Jerry, mentre la svolta cantautoriale arriva nel 1975 con La Topolino amaranto, mentre nel 1974 Conte editava con la RCA il suo primo 33 giri dal titolo Paolo Conte,  costruito musicalmente al pianoforte con uno stile nuovo ed irriverente jazz in blues caricato come in un fumetto da tagliente ironia come Onda su onda uno dei brani che porterà anche al successo l’amico Bruno Lauzi.

Ha così inizio la “saga” musicale dedicata All’uomo del Mocambo quella del proprietario di un bar immaginario, un po come la Casablanca di Humphrey Bogart, dove Paolo Conte da par suo tratteggia l’architettura di un locale virtuale che rimarrà identica quasi tutte le canzoni della “saga”.

«Avevo già i baffi, ero vestito di velluto marrone, suonavo su un pianoforte verticale e c’era già il tutto esaurito anche all’Olimpya di Parigi” dichiarò il cantautore astigiano.

Sono tante le composizioni di Paolo Conte portate direttamente e indirettamente. Al successo come Avanti bionda e “Arte e la fisarmonica di Stradella cantate da Nada.

Nel 2007 per omaggiare Paolo Conte, Sanremo gli dedicò una mostra con al centro quel Gelato al limone che composta nel 1979 consacrò quella voce dal timbro rauco e dimesso sullo sfondo di un jazz dai ritmi di mondi esotici. Una delle canzoni di Paolo Conte che con Azzurro hanno avuto successo anche grazie alle interpretazioni di Francesco De Gregori e Lucio Dalla sono Zazzarazàz e Bartali dedicata al grande ciclista, dedicata alla moglie Egle sua musa ispiratrice e soprattutto Via con me.

Molte major americane la usano ancora oggi come colonna sonora e tantissimi registi non solo italiani la usano come se volessero dare un’idea di Parigi attraverso le note di quella canzone”

Impossibile citare tutti i successi di Paolo Conte così affondando nella memoria tornano alle orecchie le note di Alle prese con un verde milonga, Boogie, Blue Haways, Madeleine e Parigi, poi come non ricordare Sola Contro un record e Vamp e Non ridere che scrisse per Gabriella Ferri.

Si Paolo Conte a cui è stato di recente dedicato anche un film è un’artista unico, inimitabile, fascinoso e simpaticamente misterioso come i suoi fumetti e infine ciliegina sulla torta per chi come me ama il suo jazz come dimenticare “Sotto le stelle del Jazz” quando canta Un uomo scimmia cammina o forse balla chissà, uno dei pezzi più conosciuti e acclamati del cantautore geniale che avrebbe dovuto fare l’avvocato. E questa sera Rai 3 lo celebra con un film in prima assoluta a lui dedicato.