Commovente, delicato, ispirato a una storia vera, il film di Miroslav Terzić ci insegna cosa sia la speranza, in un mondo fatto di brutalità e corruzione.
Il film “Stitches- Un legame privato” è stato presentato in anteprima nella sezione Panorama della 69° Berlinale, dove ha vinto l’Europa Cinemas Label. Diretto da Miroslav Terzić e nelle sale italiane dal 13 maggio, grazie a Trent Film in associazione con Infilmica, racconta del commercio illegale di neonati, avvenuto per lo più negli anni ’80-’90, in Jugoslavia.
Questo fenomeno ha colpito moltissime famiglie: se ne contano ad oggi almeno cinquecento, ma potrebbero essere di più. I neonati, ufficialmente dichiarati deceduti, furono sottratti illegalmente alle madri, per la maggior parte incapaci di reagire, per motivi economici, di status o di salute. Generalmente, a quest’ultime non era concesso di vedere il corpo dei figli, con la scusa che fossero nati con gravi malformazioni.
Furono falsificati i certificati di morte, i nomi dei neonati e il loro codice fiscale, ricevuto alla nascita, “soppresso”, affinché di questi bambini si perdessero le tracce. Dopodiché, grazie a una complessa rete di conoscenze e corruzione, i neonati erano venduti “al migliore offerente”, a volte sul territorio nazionale, più spesso ad acquirenti esteri.
La straordinarietà di questo lungometraggio sta nella capacità di raccontare, per la prima volta al cinema e con una risonanza internazionale, vicende tanto drammatiche e, ancora oggi, politicamente scomode e complesse. E, ancor di più, di scegliere di farlo attraverso un linguaggio propriamente cinematografico, non semplicemente documentaristico o di denuncia.
Di primo acchito gli spettatori e, soprattutto, le spettatrici potrebbero essere comprensibilmente preoccupati/e all’idea di guardare un film, che racconti di vicende tanto angoscianti. E, nondimeno, la storia della protagonista Ana, magistralmente interpretata da Snežana Bogdanović, è qui presentata secondo un’ottica differente.
Insieme ad Ana impariamo a guardare alle vicende più terribili, al lato più ripugnante degli esseri umani, con una profondità ulteriore: quella di una madre che sa che suo figlio non è mai morto. Il grande merito di “Stitches” è quello di riuscire a denunciare un sistema profondamente corrotto, senza porre mai al centro della sua narrazione la rabbia, che, tuttavia, sarebbe legittima.
Lo stile di Elma Tataragić, già autrice di “Dio è donna e si chiama Petrunya”, è contemporaneo, fatto di dialoghi ridotti all’essenziale, scarni di fronzoli retorici. La sceneggiatrice ricostruisce, attraverso pochi e netti scambi, un vero e proprio risalimento verso la verità, in una ricerca affannosa, fatta di ostacoli, di minacciosi funzionari, di inquietanti figure, che rievocano la spettralità dello spionaggio, tipica dei regimi antidemocratici. In tal senso, è necessario riconoscere a questo film un elemento di irriducibile radicalitàpolitica, in quanto è qui denunciata un’essenziale continuità tra gli anni ’80-’90, ovvero gli anni durante i quali l’orrore si è consumato, e oggi.
Il movimento U.R.N.B.S., citato nel film, nato per la tutela dei diritti di genitori e parenti dei neonati scomparsi, definisce questo fenomeno come un vero e proprio rapimento, consumatosi sul territorio serbo e jugoslavo, ma anche (soprattutto per quanto riguarda le adozioni illegali) all’estero. Il quadro di corruzione istituzionale, ricostruito quasi esclusivamente, grazie alle complesse indagini private dei genitori (e non solo), è stato e, molto probabilmente, è ancora oggi capillare.
Il sistema burocratico, analogamente con quanto avvenuto in Italia con il caso Bibbiano, è stato fallato e plasmato ad opera, innanzitutto, di funzionari e medici, grazie al favore di diversi esponenti della politica. Una pagina drammatica della storia europea e affatto conclusa, innanzitutto dal punto di vista legislativo, che noi tutti ci auguriamo possa venire sempre più alla luce e esser resa nota al grande pubblico, anche attraverso prodotti artistici di alto valore, come in questo caso.
“Stitches- Un legame privato” scritto da Elma Tataragić, regia di Miroslav Terzić, con Snežana Bogdanović, Jovana Stojiljković, Marko Baćović, Vesna Trivalić, Dragana Varagić, Pavle Čemerikić, è uscito nella sale italiane il 13 maggio 2021, distribuito da Trent Film.