Che cosa è un Pupo Siciliano? per definizione è una marionetta, fa parte del repertorio dell’ Opera dei Pupi siciliana e dalla prima metà dell’ Ottocento tramanda caratteri e personaggi narrati nei poemi e nelle canzoni del ciclo Carolingio. Il termine Pupo deriva da pupus che in latino s’ignifica bambinesco, in Sicilia raggiunge il suo massimo sviluppo tra Palermo e Catania.
“Pupi siamo, pupo io, pupo lei, pupi tutti” è il titolo del laboratorio condotto da Giuseppe Muscarello; coreografo, danzatore e performer, nonché direttore di Conformazioni Festival e di Muxarte; che dal 25 al 28 di Luglio ha visto performare danzatori, attori, cantanti nelle sale di Palazzo Riso, Museo regionale d’arte moderna e contemporanea di Palermo. La restituzione finale del laboratorio è avvenuta sabato 29 Luglio in Sala Kunellis, al terzo piano del Museo, con il sostegno del Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana, è stata occasione di incontro tra il pubblico ed i performer, finalizzando il lavoro alla trasmissione del gesto del pupo siciliano, analizzando il moderno teatro di figura e la sua gemma di varianti e di potenzialità.
Lavorare sulla trasmissione del gesto del pupo, creare occasioni di incontro, di confronto e sviluppo di nuove consapevolezze, lavorare sulla disarticolazione per avvicinarsi alla forma del pupo, lavorare sulle sospensione e sul controllo dei pesi del proprio corpo, lavorare su nuove grammatiche e indagare come il corpo si relazioni con queste, con lo spazio, con la parola, con il suono e con la musica, è parte della ricerca che il progetto di Muscarello porta avanti da diverso tempo.
Sabato 29 Luglio è stato anche momento di incontro con la presentazione del saggio “Le costellazioni del pupo” di Michele Pecorino, che ha anticipato la restituzione del laboratorio. Il testo, racconta Pecorino – “si pone l’obiettivo di esplorare – I pupi – Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori – attraverso un’ ottica multidisciplinare che va dalla danza alla letteratura transitando inevitabilmente all’opera dei pupi siciliani. Come Astolfo nel mio caso con il continuo confronto con Giuseppe Muscarello, Danila Blasi, del Prof. Alessandro Piero Mario Pontremoli e Manuela Cirfera che ringrazio, ho inforcato gli arcioni dell’ippogrifo, non per andare a recuperare il senno di Orlando finito sulla luna, ma per muovermi tra le Costellazioni del Pupo.”
L’autore racconta il lavoro di Giuseppe Muscarello, anche attraverso la narrazione descrittiva degli spettacoli, si sofferma in particolare sul laboratorio del 2022, presso la Lavanderia a Vapore di Collego e il laboratorio di Palermo del 2023, a Palazzo Riso. Quel processo generativo, non semplicemente imitativo, che Muscarello porta sulla scena è un processo che ha tante contaminazioni, che si confronta con la memoria e l’ironia, in parte anche degli autori scelti come Pirandello e Ariosto, rispettando sempre quelli che sono i tempi creativi di uno spettacolo ed i suoi codici teatrali.
“Mi sono calato nell’uso dei codici teatrali di cui questo spettacolo fa uso e che ne fanno un’ opera Pop – racconta Pecorino – “dove la tradizione viene messa in contatto con una cultura che va stratificandosi e contaminandosi. Quello a cui aspiro è che in queste pagine possa emergere la personale sperimentazione del coreografo nei confronti di nuovi orizzonti di movimento”.
Hanno accompagnano la performance a Palazzo Riso, in Sala Kunellis, i dipinti di Chiara Colasanti “I pupi: segno, colore, immagine” ispirati al movimento dei performer e al gesto del Pupo siciliano. Hanno partecipato al progetto Manuela Cirfera, Delia Priola, Costanza Hardouin, Salvatore Cappello, Claudia Savarino, Massimiliano Nicosia, Agata Sala, Vanessa Morrone, Marina Mazzamuto, Roberta Pellegrino, Beatrice Biondi, Margherita Massarotti, Serenella Colombo.
Si ringrazia per le foto Michele Pecorino.