Presentata la ventinovesima edizione del Festival delle Colline Torinesi

7 prime, 6 produzioni, 28 spettacoli e 52 recite in 28 giorni di programmazione.

Lo scorso 12 maggio, presso la Fondazione Merz di Torino, è stato presentato il programma della ventinovesima edizione del Festival delle Colline Torinesi, co-diretto da Isabella Lagattolla e Sergio Ariotti e organizzato dal TPE – Teatro Astra.

I direttori artistici Isabella Lagattolla e Sergio Ariotti

L’evento, come avviene ormai da quattro anni, si svolgerà nel periodo autunnale, dal 12 ottobre al 10 novembre prossimi, e avrà come tema centrale, attorno al quale dialogheranno le varie creazioni, quello delle Guerre e delle Migrazioni. Un proseguimento ideale di quello del triennio precedente, Confini e Sconfinamenti, che consente una riflessione attenta e non semplicistica sul contemporaneo. Un concomitante vivere caratterizzato da molteplici conflitti che entra in risonanza con un paludoso passato e con un futuro a tratti impraticabile.

Ad inaugurare questa edizione, il 12 ottobre, sarà la performance, in prima nazionale, La luz de un lago di El Conde de Torrefiel che sarà presentato in collaborazione con Piemonte dal Vivo e Torinodanza. Un lavoro in cui Tanya Beyeler e Pablo Gisbert, direttori della compagnia, tentano di esperire, mediante una luce immersa in un tempio sonoro, l’evocazione di suoni passati e futuri. Non mancherà nemmeno la partecipazione al festival di Romeo Castellucci che, quest’anno, sulla scia del suo Terzo Reich, presentato durante la scorsa edizione del festival, proporrà nello spazio museale della Fondazione Merz, Senza Titolo. Il visionario regista, partendo dalla presenza di alcuni corpi in scena, si muoverà verso un panorama dapprima gestuale reiterato e infine sonoro e musicale.

Il tema delle migrazioni verrà sperimentato attraverso la figura dell’iconica profuga Hannah Arendt, protagonista di Hannah, lavoro progettato da Sergio Ariotti seguendo il pensiero e soprattutto la vita da migrante vissuta dalla filosofa negli anni a cavallo del secondo conflitto mondiale. Il 15 e il 16 ottobre sarà la volta dei Sotterraneo con il loro nuovo lavoro Il Fuoco Era la Cura, in cui indagano, attraverso un linguaggio dalla consueta leggerezza, l’arrogante atteggiamento che si riscontra di continuo contro la cultura. Pantelis Flatsousis affronterà invece il tema delle guerre civili con Thebes: a Global Civil War, in programma al Teatro Astra il 19 e 20 ottobre 2024. L’autore, chiamando in scena quattro interpreti provenienti da Bosnia, Congo, Grecia e Libano, farà narrare loro eventi in cui cronaca, finzione, proiezioni video e azioni sceniche si fonderanno, dando vita a una riflessione sul rapporto dialettico tra storia collettiva e memorie individuali.

Un’altra autrice che non poteva certamente mancare sarà Claudia Castellucci, che proporrà al pubblico torinese Sahara. Il festival non perde il suo interesse per la scena internazionale; infatti, tra gli artisti presenti, vi saranno figure di spicco della creazione internazionale, messe in dialogo con quella italiana affinché si produca nello spettatore un rapporto dialettico generatore di differenti discorsi di senso.

Tra gli altri spettacoli ospiti: Cenci – Rinascimento Contemporaneo della Piccola Compagnia della Magnolia, Elogio della Vita a Rovescio, spettacolo diretto da Daria De Florian che prende in prestito il titolo da una raccolta di articoli di Karl Kraus, e ancora Ordalie del Théatre de 13 vents CDN Montpellier/Chrystèle Khodr, L’Ombelico dei Limbi di Stefania Tansini e Pagina di Giovanni Ortoleva e Valentina Picello.

Il Fuoco Era la Cura ph Masiar Pasquali

A chiudere la ventinovesima edizione sarà invece Pippo Delbono, autore a cui  sarà dedicata la parte monografica di quest’anno, che presenterà dal 6 al 10 novembre IlRisveglio, suo nuovo spettacolo avente come elemento aurorale la sperimentazione della privazione delle libertà vissuta durante l’ormai trascorsa pandemia. La sera precedente alla prima de Il Risveglio, nella giornata del 5 novembre, la Fondazione Merz farà da cornice a La Notte, un viaggio autobiografico e introspettivo dove Delbono si confronterà con la figura di Bernard-Marie Koltès.