Diciamolo subito: questa volta vogliamo parlare di un’esposizione che non abbiamo visto e che sarà a Madrid. Ma ci piace farlo perché siamo certi che sarà una grande mostra per soggetto, dimensioni e allestimento. Ma soprattutto perché lo slancio e l’entusiasmo con cui ci è stata raccontata sono davvero non comuni. L’impegno e il lavoro che sappiamo essere dietro ogni esposizione, lo conosciamo, ma quando chi ci si è dedicato per anni, collaborando con enti e istituzioni a vari livelli, riesce a trasferire la sua passione, allora ci sembra degno di nota.
Sicuramente anche il soggetto non è di secondo piano: si tratta comunque di Guido Reni. Ma la mostra antologica sul pittore barocco che sarà al Museo Nazionale del Prado dal 28 marzo, fino al 9 settembre, sarà davvero un caso esemplare di collaborazione tra Stati finalizzata alla valorizzazione della cultura, uniti alla costanza e all’impegno di chi crede davvero in un progetto. Un allestimento su novecento metri quadri, che comprende novantasei opere provenienti da grandi musei internazionali, divise in undici sezioni, con un nucleo di opere di grandi dimensioni.
Partecipa anche l’Italia: due le opere prestate dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma: Salomè con la testa del Battista e Maddalena penitente, come ha testimoniato la direttrice Flaminia Gennari Santori in sede di presentazione.
Un grande lavoro di diplomazia culturale portato avanti in primis dall’ambasciatore di Spagna a Roma Miguel Angel Fernandez-Palacios, e che fa del Museo Nazionale della capitale spagnola, “non solo la cattedrale della cultura a Madrid, ma anche il ponte perfetto tra Spagna e Italia”.
Del resto il rapporto tra Roma, l’Italia e il Prado è improntato a una collaborazione ormai collaudata: basti pensare alla recente esposizione della ricostruzione della Cappella Herrera proprio a Palazzo Barberini, possibile anche grazie ai preziosi prestiti spagnoli.
Secondo il Direttore Andres Ubeda “la storia dell’arte spagnola è strettamente legata a quella italiana. Sono più di 4.600 le opere italiane nel museo madrileno. Diego Velazquez, El Greco, Francisco Goya… non si possono spiegare senza studiare la vostra (nostra n.d.r.) storia dell’arte. Le forti influenze di molti artisti italiani, li fanno sentire un po’ spagnoli. E tra questi sicuramente c’è Guido Reni.” Questa la chiave del progetto.
Sì progetto, perché di questo si tratta, non di una semplice mostra.
L’impegno costante durato quattro anni del curatore David Garcia Cueto, porterà ad esporre opere restaurate al Prado: molti il lavori fatti anche sui dipinti in prestito, in uno sforzo finalizzato alla valorizzazione dell’opera dell’artista.
Esposizione arricchita da un ciclo di conferenze nel mese di maggio, da un convegno internazionale a metà giugno, e da un catalogo con contributi di molti studiosi, in un’edizione molto curata e impegnativa.
Un percorso lungo di ricerca, restauri, studio delle opere e dell’allestimento con continue riflessioni sui concetti da comunicare. Uno sforzo collettivo di coordinamento, sensibilità, gusto estetico, esercizio storico, finalizzato a rinnovare la figura di Guido Reni e a renderla più attraente.