Parliamo di “Popular” (Porto Seguro Edizioni) l’ultimo libro di Sara Colonnelli in arte “LA KOL”, classe 1990. La Colonnelli è scrittrice e poetessa, sceneggiatrice, autrice, speaker radiofonica e anche Podcaster. Professionista dalle mille creatività e dai tanti sogni da coltivare – “si possono coltivare i propri sogni anche partendo da situazioni penalizzanti” – vincitrice di due prestigiosi riconoscimenti quali il Premio Troisi nel 2014 ed il Premio Vincenzo Crocitti nel 2016 con il primo romanzo “In questo soffio di vita”. Torna ora con una tematica importante, una progettualità sociale, emozionale ed una storia che merita di essere letta. L’obiettivo del romanzo – come ci racconta lei stessa nell’intervista – è quello di informare, far conoscere i quartieri popolari da un altro punto di vista, offrendo diversi spunti di riflessione e cercando di fare luce in zone e quartieri troppo dimenticati dalle Istituzioni e dai media. La protagonista è Marta, che cerca di trasformare le ferite in “resilienza e determinazione”.
L’abbiamo raggiunta in partenza per la città dei fiori, dove presenterà il nuovo libro a Casa Sanremo, martedì 7 febbraio, nel giorno di apertura della grande kermesse della canzone italiana. L’abbiamo intervistata per Quarta Parete:
Parliamo di Popular (Porto Seguro Edizioni), come nasce l’idea narrativa del libro e cosa volevi porre in evidenza?
L’idea nasce dall’esigenza di raccontare una storia come quella di Marta, la protagonista del libro, nata e cresciuta nei quartieri popolari romani con tutte le difficoltà del caso, con l’obiettivo di dar voce a chi vuole realizzare un sogno pur venendo dal niente e senza raccomandazioni.
In che modo hai voluto far conoscere i quartieri meno noti, più popolari, della Capitale?
Ho deciso di farli raccontare da chi ci è nato e cresciuto. Le storie raccontate nel libro sono vere, anche se potrebbero sembrare, a tratti, surreali. Sicuramente ho voluto dar spazio al lato umano di questi quartieri, non esiste solo la criminalità, ci sono famiglie per bene che lottano ogni giorno per vivere dignitosamente.
Nel tuo libro racconti – attraverso tante storie – l’avere un sogno, coltivare il proprio sogno e non farsi abbattere, nonostante non si abbiano grandi mezzi a disposizione. Quanto è importante coltivare il proprio sogno, ancor più che inseguirlo?
Se si ha un sogno, soprattutto in quest’epoca storica, bisogna essere pronti a lottare, imparare ad essere resilienti, determinati. In molti casi lo studio fa la differenza se accostato ad un percorso artistico. C’è talmente tanta “concorrenza” che devi essere preparato e anche un po’ fortunato.
Nella settimana della 73ma edizione del Festival di Sanremo, presenterai il tuo libro a Casa Sanremo: raccontaci l’emozione e come è nata la bellissima occasione:
Ci sono una serie di casualità legate a questa partecipazione a Casa Sanremo. Il libro racconta del viaggio della protagonista verso il Teatro Ariston di Sanremo e quest’anno anche io sarò lì per raccontare questa storia e la storia di chi, come me, cerca di realizzare il proprio sogno godendosi ogni singolo momento, senza utilizzare “scorciatoie” che, di certo, non portano soddisfazione personale. Quando mi hanno che chiamata ero felicissima e da subito ho trovato l’appoggio delle persone più care, di Francesco Fiumarella del Premio Crocitti, dello Studio Sound e Leandro Iorio, quest’ultimo partirà con me per vivere questa avventura incredibile. Non ho aspettative, mi godo ogni piccolo passo che riesco a raggiungere con la consapevolezza che il successo stà, semplicemente, nell’essere soddisfatti del proprio lavoro e dei traguardi raggiunti.