Pirandello Total Black a Essenza Teatro: la recensione

 di Stefania Brigazzi 

 

Essenza Teatro e il suo direttore artistico Paolo Perelli riescono sempre a stupire per le idee innovative, il gusto per il bello e i messaggi profondi che con determinazione continuano a regalare al pubblico affezionatissimo che li segue.

Pirandello Total Black, andato in scena dal 24 settembre al 3 ottobre, ha visto protagonista lo stesso Perelli in un monologo (e in parte dialogo italiano/siciliano) tratto da testi teatrali e novelle di Pirandello (“L’uomo dal fiore in bocca”, “La trappola”) cuciti come un’unica storia di malattia e inquietudine. Il testo, già messo in scena con successo in diversi teatri, si presta alla nuova sperimentazione che Perelli ha guidato nel suo nuovo spazio, sempre nella zona di Dragoncello, specializzato per la messa in scena, come in questo caso, di performance di Teatro al buio (ma non solo).

Il Teatro delle emozioni, teorizzato e sperimentato a lungo da Perelli nella sua lunga e proficua carriera artistica nella nuova Essenza Teatro, nel Teatro al buio si spoglia della parte visiva (sapientemente conosciuta ed esplorata a lungo da Perelli, noto come regista delle luci) ed evolve in una nuova dimensione: privato delle luci e della scenografia il teatro diviene veramente essenziale e molto più sensoriale e immersivo; un’evoluzione scaturita dalla perdita totale della vista dell’attore e anche dalla esperienza come maestro di lettura espressiva ed emozionale.

La maggior parte della performance avviene infatti lasciando gli spettatori nel buio assoluto, mentre vengono trasportati dalla splendida voce di Perelli in una dimensione inesplorata: nel loro immaginario fanno da registi e scenografi cosicché le parole diventano immagini che scorrono sotto le palpebre chiuse. Il palcoscenico, invisibile nell’oscurità, diventa un universo popolato e avvolgente.

Vivono così, intimamente, il dramma e le elucubrazioni mentali di un uomo malato di una malattia incurabile (l’epitelioma sotto i baffi, il “fiore in bocca”), accudito dalla moglie muta e in ansia, e che racconta ad un vuoto e ordinario passante la propria voglia di vivere i minuti del tempo che gli resta. Lo smarrimento, lo spaesamento e la disperazione del protagonista arrivano senza filtri allo spettatore a sua volta calato in una esperienza nuova in cui nulla di visivo turba l’attenzione.

È un viaggio personale nella propria concezione della malattia e della morte quello che Perelli propone e fa vivere tramite le parole di Pirandello. L’attore con maestria fa apparire immagini di un’altra epoca, volti ricchi di umanità, fa vedere colori e fa venire voglia di una succulente albicocca, fa sentire il coraggio del duello tra la vita e la morte.

La difficoltà per un attore di questa speciale performance è trasmettere verità e la voce di Perelli, ora tonante, ora dolcissima, tocca direttamente gli animi e fa trasparire i sentimenti che elargisce generosamente. È musica per il cuore che ben si sposa, per la vicenda drammatica e l’interpretazione efficace, con la musica scelta per accompagnare lo spettacolo: “Vecchio Frac” di Domenico Modugno.

Il Maestro Perelli delizia e sorprende gli spettatori vecchi e nuovi e riempie d’orgoglio i suoi tanti allievi che lo seguono.
Essenza Teatro, risorta dopo la pandemia con grande resilienza artistica e umana in uno spazio nuovo curatissimo grazie alla organizzazione impeccabile di Francesco Perelli, inizia con questo spettacolo il suo nuovo viaggio ricco di idee, voglia di condividere e partecipare, di fame e di amore di vita e di teatro. In continua evoluzione.