L’archeologia come strumento di rinascita, così la Fondazione Federico II inaugura a Palazzo Reale il 31 Gennaio 2023, il primo incontro del ciclo titolato Pionieri della Cultura [Salva la Cultura dal Rischio Estinzione]. Una serie di incontri, laboratori, che vedranno protagonisti ospiti scelti, come studiosi e artisti siciliani, definiti i Pionieri della Cultura. Il primo OpenLab si è incentrato sulla scoperta del muro di Hammurabi del II millennio a.C. in Iraq. L’archeologo siciliano Nicola Laneri, Docente di Archeologia e Storia dell’ Arte del vicino oriente all’ Università di Catania, e il suo staff hanno presentato il lavoro svolto sul sito iracheno di Tell Muhammad a Bagdad a Nord di Babilonia, risalente al regno di Hammurabi, del 18 sec a.c.
Nicola Laneri dirige una delle diciotto missioni di scavo in Iraq, è tornato in Sicilia per illustrare a Palermo la sua scoperta a Palazzo dei Normanni; “Oggi in un luogo meraviglioso come Palazzo Reale mi sono emozionato perchè per la prima volta io e il mio giovane staff, sentendo parlare altre persone di quello che abbiamo fatto, ci siamo resi conto dell’entità della scoperta fatta in Iraq. Il nostro obiettivo concreto è aprire nel 2027, proprio nel sito di Tell Muhammad a Baghdad, un parco archeologico sul periodo paleo babilonese che possa diventare un’attrazione culturale e turistica”. Continua Laneri; “l’elemento arabo è quello che differenzia rispetto a tutto il resto del Patrimonio italiano, ci ha portato per esempio la canalizzazione, aspetti legati all’agricoltura di importanza straordinaria”. Forte è da sempre il legame tra la città di Palermo e la cultura araba e durante l’incontro Laneri ha mostrato le immagini di una canaletta di circa quattromila anni fa, proprio sul sito di Tell Muhammad, il sistema di acque reflue del tempo.
Guarda al futuro Laneri, con un obiettivo concreto, quello di poter realizzare un parco archeologico nel sito di Tell Muhammad. Proprio su questo punto è utile fare una precisazione, per preservare la cultura dal rischio di estinzione si devono avere obiettivi concreti per la tutela e la valorizzazione storica del patrimonio culturale e mondiale. La tutela del nostro patrimonio artistico, costruire un dialogo tra nuovo e antico, contemporaneo e storico, può aiutare il dialogo anche tra le culture. Il dialogo tra i popoli è affidato alla storia, alla cultura, come motore della civiltà. Studiosi, artisti e storici possono così, in quest’ottica, considerarsi Pionieri perché salvaguardano dall’ oblio civiltà passate, tramandando questi saperi e scoperte alle civiltà odierne.
“Nella percezione comune l’archeologia guarda ad un mondo morto – racconta in conferenza stampa Marina Paino, Direttore del Disum (Dipartimento Scienze Umanistiche) dell’Università di Catania- forse non è proprio così e lo potremmo ricordare nella distruzione del patrimonio archeologico qualche anno fa Ecco, se torniamo indietro nella memoria e ricordiamo come tutti ci siamo sentiti vedendo quelle immagini al telegiornale, come se venisse ammazzato un essere vivo, nessuno di noi ha percepito quelle distruzioni come distruzioni di qualcosa che era morto, così la missione di Nicola Laneri va in cerca di qualcosa che è vivo.”
“Il lavoro del team di Laneri – racconta Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – è la dimostrazione che quando la cultura cammina crea anticorpi. In un contesto sociale come quello attuale, la Fondazione Federico II ha sentito l’esigenza di creare dei momenti di confronto a tutela della cultura. Oggi celebriamo la grande archeologia che, rivelando le antiche radici di una civiltà proietta in avanti come strumento di rinascita dalla guerra”.
Hanno presieduto in conferenza stampa il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso; in collegamento da Baghdad Maurizio Greganti, Ambasciatore italiano in Iraq; Laith Majid Hussein, Direttore dello Sbah (Iraqi State Board of Antiquities and Heritage); l’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Francesco Paolo Scarpinato; il Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo; il Direttore del Disum dell’Università di Catania, Marina Paino; oltre a Nicola Laneri con i suoi collaboratori (Mohammad Muwaffaq Amad, Mais Fawzi Jihad, Rawa Ali Salman, Vittoria Cardini, Alice Mendola, Rachele Mammina, Giulia La Causa e Vittorio Azzara)