Ogni anno, nel periodo natalizio, vengono proposte nei negozi e per radio molte canzoni swing. Quali sono le ragioni storiche di questa scelta? Scopriamolo. La domanda sorge spontanea, perché le canzoni di Natale sono swing?
Oltre al repertorio sacro è un dato di fatto che le canzoni natalizie abbiano spesso e volentieri uno stile swing. Ovviamente non è sempre stato così; andiamo – molto brevemente – a delinearne le ragioni.
Buona parte di questo repertorio che possiamo definire “moderno” discende direttamente dalla cosiddetta “swing era” anche nota come “big band era” che va dal 1933–1947. In questo periodo il linguaggio dominante adottato dalle canzoni è proprio quello del jazz e dunque dello swing.
Molte delle canzoni “moderne” del periodo natalizio sono state composte, o comunque eseguite, proprio in questo periodo. È dei primi anni Quaranta la più celebre interpretazione di “Jingle Bells” interpretata da Bing Crosby e dal trio vocale Andrews Sisters.
Questo storico duetto è preso a modello e rievocato da Michael Bublé con le Puppini Sisters che puntualmente ogni anno spuntano sotto l’albero.
La spiegazione che possiamo darci risiede nella vittoria degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale.
Prima dell’entrata in guerra, nel nostro paese esistevano canzoni natalizie che erano però vincolate alla religione cristiana e dunque non erano contaminate dallo swing.
Pensiamo al coro delle voci bianche dell’Eiar (l’attuale Rai) che incisero “Notte di Natale” e “Abete Verde” (O Tannenbaum).
Il divo radiofonico Dino di Luca, noto per aver interpretato D’Artagnan nei Quattro Moschettieri di Nizza e Morbelli, incise “Banno Natale” e “Natale Fascista” che seppur eseguite da un’orchestra “moderna” come quella del Maestro Pippo Barizizza mantengono comunque un tono tradizionale (oltre che un’orrenda connotazione politica, nel caso della seconda canzone citata).
Allo stesso modo anche il “modernissimo” Dino Olivieri propose per questa festa le tradizionali pastorali, tra cui “La notte di Natale dello spazzacamino” e “Il Natale del villaggio”.
Va però precisato che è proprio negli anni Trenta e nei primi anni Quaranta che in Italia si diffuse maggiormente il linguaggio dello swing e la sua assenza nel repertorio natalizio rappresenta un’eccezione. Se in quel tempo gli Stati Uniti hanno avuto le Andrews Sisters, noi abbiamo avuto il Trio Lescano, così come Bing Crosby e Frank Sinatra possono trovare dei loro omologhi in Natalino Otto ed Ernesto Bonino.
Durante il secondo conflitto mondiale gli Stati Uniti, trovandosi tra gli arruolati militari di varie confessioni religiose, hanno voluto in un qualche modo “laicizzare il Natale” rendendolo una festa per tutti e non solo per i cristiani.
Così la canzone del tempo ha assecondato questo desiderio e il successo di questo progetto sussiste tutt’oggi ed è alla base del perché le canzoni di Natale sono swing.
Del dopoguerra suggerisco l’ascolto di due canzoni eseguite dall’indimenticato Quartetto Cetra, formato in quel momento dal Maestro Virgilio Savona, Lucia Mannucci, Tata Giacobetti e Felice Chiusano:
– la prima: “La letterina di Natale”.
– la seconda: “Che t’ha portato la Befana” perché fino a non molto tempo fa era la vecchia Befana a portare i regali, e non già Babbo Natale!