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Per te, quando la vita è un film

Il film di Alessandro Aronadio alla Festa del Cinema di Roma

Il commento che si sprigiona d’istinto a margine del film in programma e proiettato oggi alla Festa del Cinema di Roma, Per te di Alessandro Aronadio è di quelli che contravvengono a una legge abusata del giornalismo: prima i fatti e poi le opinioni.

Javier Francesco Leoni e Edoardo Leo in “Per te” – © Web

Ai titoli di coda si avvertiva che la sala era impregnata della commozione che il racconto cinematografico aveva suscitato. Partiamo da qui, perché proprio l’intelligente gestione della commozione è stata ciò che ci ha colpito di più: una gestione pudica, non sfacciata, come non di rado accade quando la narrazione è incentrata su una storia familiare di patologie importanti. Qui si parla dell’incipit di un Alzheimer che colpisce un cinquantenne felicemente coniugato e padre di un bimbo di 11 anni che si imbatte in una diagnosi di quelle feroci, che disegnano un futuro ancora de vivente, ma per modo di dire. E così la trama è servita: ma non è tutto qua.  Sarebbe stato semplice per l’Autore (responsabile anche della sceneggiatura) battere continuamente la mozione della pietà, furbescamente orientata a suscitare la commozione nella platea. Invece il regista nel momento in cui si trova a dover rappresentare le scene maggiormente cariche di densità emotiva decide di alleggerirle utilizzando più di un diversivo narrativo, a cominciare dall’impiego di un leggiadro standard jazz che scorta in allegria certi momenti e di una intrusione di un linguaggio filmico d’epoca che rimanda al cinema muto di Buster Keaton. Ciò che serve non solo a smorzare ogni lacrima inutilmente cadente, ma anche a segnalare la passione per quel genere coltivata in quel nucleo familiare che deve decidere come continuare il proprio cammino nella consapevolezza che uno di loro presto verrà menomato in tutte le sue capacità mnemoniche e critiche.

I quesiti che la provocazione narrativa propone sono più di uno: come comunicare la notizia agli affetti stabili, e come continuare a gestire il quotidiano, alle prese con una patologia che nel suo incedere inesorabile verso ogni tipo di deriva, consegnerà inevitabilmente il suo portatore (l’appena cinquantenne Paolo Piccoli, magnificamente interpretato da Edoardo Leo) al territorio senza confini della dimenticanza e dell’oblio?

La chiave di sintesi prescelta è stata felicemente quella della naturalezza. Bando a ogni suggestione depressiva e al diavolo le occupazioni distraenti dalla vita di relazione. L’obbligazione lavorativa si estingue in un colloquio di qualche minuto con il datore di lavoro, e il resto delle obbligazioni, quelle di famiglia, con comunicazioni disadorne, oggettive. Lei, la moglie Michela(bravissima Teresa Saponangelo nel ruolo) non c’è in queste obbligazioni: lei, si avverte, è da subito di scorta al marito, nel sostenerlo nella sua impresa comunicativa e di ricostruzione del sé.

Edoardo Leo in “Per te” – © Web

Resta un solo incaglio: come trasmettere al piccolo Mattia (lo interpreta con perfetto –e perfino maturo- equilibrio Javier Francesco Leoni) la consapevolezza di una infermità del papà, che presto lo allontanerà dal suo mondo felicemente in cammino? E anche in questo -che era un passaggio delicato- la regia è riuscita a scegliere il tono giusto: al bambino non viene nascosto o ingentilito nulla e lui restituisce la fiducia conferitagli con forniture costanti di leggerezza e dolcezza. Questa sua dedizione consapevole gli farà guadagnare anche la gratitudine della comunità che verrà manifestata con la consegna del riconoscimento di Alfiere della Repubblica italiana da parte del Capo dello Stato, per “l’amore e la cura con cui, quotidianamente ha seguito la malattia del padre, aiutandolo a contrastarla”.

C’è da aggiungerlo? Il film è ispirato a una storia vera. Anche la realtà a volte riesce a comportarsi come un perfetto congegno narrativo.  

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Per te – Regia Alessandro Aronadio – Sceneggiatura Alessandro Aronadio, Ivano Fachin, Renato Sannio – Con Edoardo Leo (Paolo Piccoli), Teresa Saponangelo (Michela Piccoli), Javier Francesco Leoni (Mattia Piccoli), Daniele Parisi (vicino di casa) – Fotografia: Andrea Reitano – Montaggio: Roberto Di Tanna – Musica originale: Santi Pulvirenti – Scenografia: Massimiliano Sturiale e Pietro Satiro – Costumi: Cristina La Parola – Produzione: Lungta Film, PiperFilm e Alea Film – Collaborazione Netflix – Contributo Ministero della Cultura (MiC) – 2025 – Festa del Cinema di Roma 16 ottobre 2025

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