Parthenope si è fermata a Napoli

La visione di Sorrentino sulla città dai mille colori

C’era una volta una sirena di nome Parthenope che nasce nel 1950 tra le acque del Golfo di Napoli. Si, potrebbe essere una storia mista tra mito e realtà. Paolo Sorrentino con la sua Parthenope cerca una chiave di sintesi per raccontare la sua amata città, Napoli.

Celeste Dalla Porta in “Parthenope” © Web

Parthenope ha tutte le sembianze e la bellezza di una dea: si narra la leggenda di Parthenope, una sirena che si era gettata in mare per la frustrazione di non esser riuscita a incantare Ulisse con il suo canto melodioso e viene ritrovata esanime lungo le spiagge di Napoli, dove ora risiede Castel dell’Ovo. L’analogia è facile come un’equazione: Romolo e Remo stanno ai fondatori di Roma, come Parthenope sta a indicare la fondatrice di Napoli. O forse Napoli è Parthenope? Bella e irraggiungibile come il suo patrimonio artistico e culturale, misteriosa come il Miracolo di San Gennaro e impenetrabile come lo sono i vicoli di Napoli.

Sorrentino nel film affronta due piani narrativi: il primo avviene secondo l’ordine cronologico della vita di Parthenope, dove vengono percepiti tutti gli elementi che appartengono alla città mediterranea nel periodo dal 1950 fino al 2023, data indimenticabile della vincita dello scudetto del Napoli. La seconda narrazione si concentra sulla concezione della bellezza nel periodo giovanile: dati i canoni moderni, bellezza e saggezza stonano nell’animo di una ragazza. Solo le dee, le ninfe o le sirene possono accedere a questo binomio impossibile. Per coloro che riconoscono solo la bellezza fisica nelle donne porgere la domanda “Ma se avessi vent’anni di meno, mi sposeresti?” è quasi la prassi. Ma Parthenope è una sirena diventata mortale, che sa tutto e ha sempre la risposta pronta, ma di cui non si comprendono i pensieri.

La regia è accompagnata da immagini che sembrano quadri o sculture incise nella macchina da presa. Il colore blu è persistente lungo tutto il film: è il blu del mare, della città di Napoli e della squadra del Napoli.

Stefania Sandrelli in “Parthenope” © Web

Ottima la scelta del cast, ma si rimane piacevolmente colpiti dalla dolcezza di Celeste Dalla Porta oltre che dal suo sguardo magnetico, capace di trasmettere le diverse sfumature dell’emozione.

Dopo Roma, Sorrentino non poteva non rendere omaggio alla sua Grande Bellezza, confessando tutto il suo amore e come scriveva Johann Gottfried Herder nel 1796, la voce di Napoli alias Parthenope “era una freccia che colpì il mio cuore”.

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Parthenope – Regia , Soggetto, Sceneggiatura Paolo Sorrentino – con Stefania Sandrelli (Parthenope adulta), Celeste Dalla Porta (Parthenope giovane), Luisa Ranieri (Greta Cool), Silvio Orlando (Devoto Marotta), Gary Oldman (John Cheever), Isabella Ferrari (Flora Malva), Peppe Lanzetta (vescovo), Alfonso Santagata (Achille Lauro), Lorenzo Gleijeses (Sasà, padre di Parthenope) – Fotografia Daria D’Antonio – Montaggio Cristiano Travaglioli – Musiche Lele Marchitelli – Scenografia Carmine Guarino – Costumi Carlo Poggioli – Produttore Paolo Sorrentino, Lorenzo Mieli, Anthony Vaccarello, Ardavan Safaee – Produttore esecutivo Douglas Urbanski – Casa di produzione The Apartment, Fremantle, Saint Laurent productions, Numero 10, Pathé Pictures – Distribuzione in italiano Piper Film2024.