L’anno da poco concluso ha visto numerosi omaggi a Dante e alla Divina Commedia in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte: anche il mondo della danza ha visto testimonianza di ciò nell’opera di Virgilio Sieni “Paradiso”.
Sono cinque gli interpreti che portano questo paradiso danzato sul palco del Teatro Verdi di Pisa, ma in scena vediamo un corpo unico con diverse diramazioni, nessuna emergente sulle altre, che si muove in una coreografia che si misura in endecasillabi. Una scenografia spoglia, essenziale, dominata solo dai artisti (Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Giulio Petrucci), penombra (luci a cura dello stesso Sieni e di Marco Cassini) foschia e successivamente da vegetazione.
Lo spettacolo vede, infatti, la creazione di un giardino ricco di piante che accompagnano la danza e i danzatori, al servizio del movimento: nella prima parte dell’opera sono sorrette dai danzatori, si muovono seguendo i loro gesti, nascondo, mascherano o svelano i loro stessi corpi. Il corpo è protagonista dell’opera. Sono i corpi dei danzatori che creano, attraverso un “gioco di vicinanze e di prossimità”, una nuova forma di contatto, non più fisico, accarezzando e manipolando lo spazio invisibile intorno ai corpi.
Nella seconda parte dell’opera, invece, è questa natura composta dalle piante che contiene la danza, una barriera verde che sul fondo del palco domina e avvolge i movimenti, cercando nel respiro delle piante la misura per costruire il giardino, un Eden in cui riporre totale fiducia. È questo rapporto con una natura in costruzione che domina l’intero spettacolo, un rapporto in divenire, una natura in crescita che domina l’uomo.
Un po’ complesso questo rapporto con Dante, resta un po’ il dubbio sulla scelta di soli uomini e la conseguente assenza di Beatrice, non completamente coinvolgente, anche se le premesse alla base sono potenti. Il motivo musicale a cura di Salvatore Sciarrino è ipnotico e caratterizzato da elementi molto differenti fra loro, ma di notevole interesse. Un plauso ai danzatori dai corpi leggeri, eleganti e silenziosi, che hanno dominato la scena in un sincronismo magistrale, staccandosi e unendosi a questa natura tanto evocata.
Virgilio Sieni, danzatore e coreografo toscano, profondamente legato allo studio della complessità archeologica del gesto come definizione di ciò è l’essenza dell’essere umano, mette in scena la sua poetica attraverso un Paradiso molto umano, legato alla Natura, alla “primordialità” e alla fisicità stessa del danzatore. Non è la prima volta che Sieni si avvicina al mondo dantesco e omaggia il Sommo Poeta, ricordiamo infatti “Divina Commedia Ballo 1265” che aveva visto protagonisti 150 interpreti nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze.
crediti foto di Renato Esposito
Compagnia Virgilio Sieni
PARADISO
dal Paradiso di Dante Alighieri
regia, coreografia e spazio Virgilio Sieni
musica originale Salvatore Sciarrino
interpreti Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Giulio Petrucci
costumi Silvia Salvaggio
luci Virgilio Sieni e Marco Cassini
allestimento Daniele Ferro
produzione Compagnia Virgilio Sieni/Comune di Firenze/Dante 2021 Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 700 anni
Campania Teatro Festival/collaborazione alla produzione Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli – Cremona