Palma d’oro al regista svedese Rubén Östlund, delusione Martone!

Il 75° Festival di Cannes ha emesso il suo verdetto. Dopo 12 giorni di proiezioni ed eventi di ogni genere, gli 8 membri della giuria guidata dall’attore Vincent Lindon hanno svelato i premi per i migliori film proiettati nel concorso ufficiale. Cinque anni dopo la prima Palma vinta per The Square il regista svedese Rubén Östlund ha ha vinto con Triangle of Sadness. Un film che ricorda tanto la nostra indimenticabile Lina Wertmüller di Travolti da un insolito destino…, metafora delle pochezze della vita dove i protagonisti sono una coppia di avvenenti popolarissimi influencer coinvolti nel naufragio dello yacht di un miliardario che li ospitava per una esclusiva crociera.

La Palma per la migliore attrice è sta attribuita dalla giuria tra i cui componenti sedeva anche Jasmine Trinca, all’attrice iraniana Zahra Amir Ebrahimi, protagonista della vera storia  di una giornalista che indaga su una serie di  abusi di genere fra omertà , silenzi e minacce di ogni tipo. « Finalmente sono condannata alla libertà», ha dichiarato Zahra Amir.

La Palma d’oro al miglior attore è andata all’attore coreano Song Kang-ho, protagonista del film premio Oscar Parasite, splendido protagonista di Brokers, squallida realtà del mercato dei bambini appena nati nella Corea di oggi attraverso le vicende di una giovane madre che vuole riprendersi la sua creatura. Fra gli altri riconoscimenti un premio speciale della giuria attribuito ai due veterani fratelli Jean Pierre e Luc D’Ardenne già vincitori a Cannes di una Palma d’oro con il film Rosetta, questa volta autori di Tori e Nokita, un’incredibile storia che vede protagonisti due giovanissimi immigrati africani in Belgio, costretti a prostituirsi in attesa di un permesso di soggiorno, vera arma di ricatto per sopravvivere.

 La sorpresa di questa serata è il Premio della Giuria. assegnato ex-aequo al film Le otto montagne di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersche con i “nostri” Luca Marinelli e Alessandro Borghi nonché al lungometraggio EO di Jerzy Skolimowski. Delusione  invece per Nostalgia di Mario Martone con un’eccellente Pier Francesco Favino, unico film italiano in concorso.

In conclusione questa 75a edizione del Festival si è rivelata una formidabile vetrina per le cinematografie minori ma soprattutto per le tematiche sociali,  fotografando in modo impietoso l’estrema incertezza della globalizzazione intesa proprio come popolo, come uomini, come donne, come bambini che si muovono da una parte all’altra per effetto della disperazione. Il cinema ha questo tipo di dovere  anche se poi in effetti il Festival di Cannes ha confermato  la necessità di fornire al cinema il suo illustre passato che ha avuto un grandissimo successo soprattutto tra i giovani, sia con  blockbuster come Top Gun: Maverick,  o come quel magnifico musical diretto da Buz Luhrmann  dedicato a Elvis Presely. Anche questo è cinema!

Appuntamento con il cinema a Giffoni dal 21 al 30 luglio!

Cinema & TV
Elena Salvati

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