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Otello al tempo presente: un classico che continua a parlarci

La regia potente e innovativa di Gina Merulla trasforma Shakespeare in un’esperienza sensoriale. La Compagnia Teatro Hamlet conferma il suo talento con un cast straordinario

Portare in scena Shakespeare non è mai impresa semplice. Otello, in particolare, è un testo che ha attraversato secoli e culture, conosciuto infinite versioni teatrali e cinematografiche. Eppure, la regista Gina Merulla riesce con Il volto di Otello — presentato al Teatro Hamlet lo scorso 18 ottobre, dopo il successo della prima nazionale al Teatro Mercadante di Napoli durante il Campania Teatro Festival 2025 — a restituire al dramma shakespeariano una sorprendente vitalità. La sua regia, di grande sensibilità e intelligenza scenica, si muove tra linguaggi differenti — teatro, danza e musica — in un dialogo continuo che rilegge la gelosia e l’inganno non come antichi archetipi, ma come fragili dinamiche umane ancora vive e brucianti. Merulla firma traduzione, adattamento e regia, e imprime al testo un ritmo visivo e corporeo che dona nuova linfa a ogni personaggio, dal tormentato Otello alla silenziosa Desdemona, fino all’ambiguo Jago.

Il Volto di Otello – Mamadou Dioume, Lorenza Sacchetto

Fondamentale, per la riuscita dell’opera, la compattezza e l’energia della Compagnia Teatro Hamlet, che si conferma tra le più interessanti realtà del panorama indipendente. A dominare la scena, il carisma e la forza interpretativa del Maestro Mamadou Dioume, storico collaboratore di Peter Brook, che dà vita a un Otello di grande potenza fisica e interiore, attraversato da ombre e furori. Accanto a lui, un Fabrizio Ferrari inedito e intenso nei panni di Jago: subdolo, manipolatore, eppure magnetico nella sua freddezza.
La Desdemona di Lorenza Sacchetto conquista per eleganza e misura, mentre Andrea Vellotti (Cassio) e Marco Chiappini (Roderigo) completano con sensibilità e presenza un ensemble perfettamente equilibrato, dove ogni interprete trova esattamente il proprio spazio e funzione narrativa.

Le scelte scenografiche di Gina Merulla si rivelano non solo originali, ma profondamente simboliche. Emblematico il momento in cui i personaggi, intrappolati nella rete delle menzogne ordita da Jago, vengono letteralmente avvolti in una rete reale: un’immagine potente che traduce visivamente il groviglio di inganni e sospetti che li soffoca.
In un’altra scena, quando Otello inizia a dubitare di Desdemona, le parole di lei si frantumano in suoni quasi inarticolati, ridotti a monosillabi: un’intuizione registica che suggerisce, con raffinata economia, la frattura definitiva della comunicazione tra i due amanti.

Tra i momenti più suggestivi, il duello tra Cassio e Roderigo, introdotto dal monologo di Jago: i due contendenti appaiono come marionette sospese a fili invisibili mossi dallo stesso Jago, burattinaio occulto del destino altrui. Una trovata scenica che sintetizza perfettamente la poetica di Merulla: teatro come spazio di visione, dove ogni gesto diventa segno, ogni movimento racconto.
E poi la scelta, ardita e toccante, di rappresentare Desdemona senza volto: figura evanescente, pura voce, silhouette che incarna l’assenza del femminile, fino al suo ultimo quadro, quando la morte la riconduce a una presenza concreta, drammatica, finalmente “visibile”.

La colonna sonora, curata con estrema attenzione, accompagna e potenzia ogni passaggio. Nei momenti danzati — come la sequenza del viaggio verso Cipro, quando Otello e Desdemona sono separati ma uniti dalla musica — il suono diventa racconto, linguaggio parallelo al gesto scenico. È una partitura che dialoga con i corpi e li guida, trasformando la scena in un continuo flusso visivo e sonoro.

Il Volto di Otello – Marco Chiappini, Fabrizio Ferrari, Andrea Vellotti

Il pubblico, che ha gremito il Teatro Hamlet, ha accolto lo spettacolo con entusiasmo e partecipazione, tributando lunghi e calorosi applausi a tutti gli interpreti e, in particolare, a Gina Merulla, vera artefice di questa operazione teatrale tanto coraggiosa quanto necessaria. La sua capacità di reinventare un classico senza tradirlo, di restituirgli senso e urgenza contemporanea, segna una tappa importante nel percorso artistico della Compagnia Teatro Hamlet, nata — come recita il suo manifesto — “dall’esigenza più antica e profonda dell’uomo di esplorare il proprio mondo interiore, di emozionarsi e di emozionare”. Con Il volto di Otello, questa missione trova pieno compimento. L’arte, da effimera e incorporea, si fa materia viva: incontro, viaggio, scoperta. Un risultato di rara coerenza e intensità, che conferma Gina Merulla come una delle voci registiche più originali e visionarie del teatro contemporaneo italiano.

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Il Volto di Otello – di Gina Merulla, con Mamadou Dioume, Fabrizio Ferrari, Lorenza Sacchetto, Andrea Vellotti, Marco Chiappini, Teatro Hamlet Roma 18 ottobre 2025

Foto ©Grazia Menna

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