memorie del sottosuolo

Oscurità e grottesco: Memorie del Sottosuolo in scena al Teatro Akropolis

Testimonianze ricerca azioni, la rassegna dell’Akropolis si conferma così come una delle più importanti vetrine di teatro sperimentale in Italia

Inaugura con Memorie dal sottosuolo, portato in scena dalla compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, la 15esima edizione di Testimonianze ricerca azioni, il Festival di Teatro Akropolis.

memorie del sottosuolo
Trionfo della Morte, realizzato da Daniela Dal Cin

Lo spettacolo, andato in scena il 5 novembre, ha rappresentato un’immersione profonda e disturbante nell’universo di Dostoevskji: questa riscrittura del grande capolavoro incarna pienamente l’essenza del Festival, la cui visione poetica emerge dal confronto tra le radici del teatro e la crisi ineluttabile della rappresentazione, un concetto che si sviluppa a partire da Schopenhauer. Si tratta di una scelta estetica e filosofica che attraversa tutti gli eventi in programma, contraddistinti, come nella tradizione di Teatro Akropolis, da un approccio interdisciplinare che fonde danza, teatro, circo, musica, cinema e teatro di figura.

La scelta di una scena spoglia, dominata unicamente dalla presenza di un cupo telo, si è rivelata particolarmente efficace nel creare un senso di vuoto e di oppressione che riflette perfettamente l’abisso interiore del protagonista. Questo telo, l’imponente scenario pittorico Trionfo della Morte, realizzato da Daniela Dal Cin (ispirato al celebre affresco quattrocentesco di Palazzo Abatellis a Palermo), sovrasta la scena come un simbolo di un peso invisibile ma costantemente percepito, ha accompagnato ogni momento della rappresentazione, ricordando allo spettatore la prigione mentale nella quale il protagonista è rinchiuso. Il telo diventava così, senza che mai assumesse una forma precisa, una sorta di spettro del “sottosuolo” in cui il protagonista si trova imprigionato.

A dar maggior intensità all’atmosfera già densa, sono i giochi di luce a cura di Fabio Bonfanti e Paolo Scaglia che incorniciano la scena ed enfatizzano la drammaticità del testo.

L’adattamento di Memorie del sottosuolo, firmato da Marco Isidori e portato in scena da un magistrale Paolo Oricco, è un viaggio crudo e doloroso nelle pieghe più nascoste della psiche umana, reso straordinario dalla capacità interpretativa dell’attore, che ha dominato lo spettacolo in tutti i suoi 70 minuti. Oricco l’attore ha saputo incarnare tutta l’ambiguità, l’ironia e il tormento del protagonista dostoevskijano, un uomo lacerato da contraddizioni e sospeso tra disperazione e cinismo.

Insieme alle intelligenti scelte registiche, quello che sicuramente è il punto di forza dello spettacolo è il suo interprete. Come affermato anche dal regista Marco Isidori: “Questo spettacolo non sarebbe mai nato senza la presenza di un attore come Paolo Oricco. È lui che ha dato vita a questo progetto, infondendovi tutto se stesso“.

Lo studio sul personaggio, le grandi capacità mimiche e drammatiche portano Oricco a dar vita a un personaggio grottesco, dai toni fortemente drammatici. I suoi lineamenti, in continua trasformazione, hanno saputo esprimere ogni sfumatura di questo complesso personaggio: dall’odio per se stesso e per il mondo alla beffarda ironia, fino a quel barlume di desiderio di redenzione che emerge solo per essere subito soffocato.

Ed è così che il pubblico, un po’ impegnato a capire il senso del complesso testo, ma in gran parte assorto dalla potente interpretazione, è rimasto senza fiato per tutta la durata dello spettacolo.

memorie del sottosuolo
Paolo Oricco, foto di scena

Memorie del sottosuolo si conferma così uno spettacolo dalla straordinaria intensità che ha saputo trasportare il pubblico in un viaggio oscuro e affascinante nel “sottosuolo” della mente umana.

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Memorie del sottosuolo – da Fëdor Dostoevskij – adattamento drammaturgico di Marco Isidori – con Paolo Oricco – assistente alla regia Ottavia Della Porta – tecniche Sabina Abate – luci Fabio Bonfanti e Paolo Scaglia – scenario Trionfo della Morte di Daniela Dal Cin – direzione di Marco Isidori – debutto Torino Teatro Gobetti, 16 novembre 2021