“Una vez cada màs” cantava la star del bolero più famoso nel 1937, l’anno della prima edizione nei saloni decò del mitico Roosevelt hotel nel cuore di Hollywood blvd, proprio di fronte al Chinese theatre, per la prima edizione dei premi Oscar.
Cecile B. Demille, Sam Warner il più grande dei 3 fratelli padroni della Warner Bros, la major che inventò il sonoro nel cinema.
Splendevano attrici già popolari sullo schermo di quella Hollywood che si apprestava a diventare la seconda industria americana, dopo la general motors, splendevano i corpi vestiti di lamé dorati delle attrici con i volti di my west (giusto per citarne uno), la giovanissima Hedy Lamarr, Douglas Fairbanks, Samuel Goldwyn, fondatore con Mayer della leggendaria MGM, e poi c’era l’enfant prodige tra i giovani produttori emergenti con la sua Rko, il miliardario Howard Hughes, lo stesso portato sullo schermo recentemente da Leonardo Di Caprio, quell’Howard Hughes che lancerà divi come Ava Gardner, Rita Hayworth, Spencer Tracy… mentre la Paramount e soci costruivano quegli studi, famosi ancora oggi, a Pico blvd per l’ingresso custodito da un gigantesco cancello, copia di quello di Versailles.
Charlie Chaplin la faceva da padrone, lasciando la universal per la united artists formata da Mary Pickford, di cui era diventato socio. il giovanissimo john wayne regnava nei primi western in bianco e nero che si realizzavano negli storici studi, oggi diventati museo a Salt Lake City, quelli di Mack Sennett, quella Hollywood in attesa di crescere con gli oscar voluti proprio dalle Majors con la creazione dell’Academy of Motion Pictures, la stessa Hollywood che aiutava con i suoi film l’America ed il mondo a vincere la guerra contro il nazismo ed a scoprire il futuro del cinema, prima con il sonoro e poi con il colore, con il cinemascope, con il 70 mm fino agli oligrammi in schermi giganteschi a 360 gradi, dove lo spettatore con i suoi idoli si tuffa in avventure irripetibili, regno assoluto dei moderni film e degli special effects.
Oggi, la cerimonia degli oscar in questo 2020, che neanche kubrick con il suo 2001: Odissea nello spazio poteva immaginare così fortemente mediatico per fonia ed immagini, oggi gli Oscar nel moderno dolby theatre, la cui architettura non a caso ricorda il Tollerance di Griffith, primo colosso della storia del cinema americano, oggi gli Oscar festeggiano la 92esima edizione nel segno di film come Joker, di Todd Philips, con un travolgente Joaquin Phoenix, ma anche di film già blockbuster come C’era una volta a… Hollywood di quentin tarantino, con star come Leonardo Di Caprio e Brad Pitt, o The Irishman di Martin Scorsese, con i sempreverdi Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci, ancora a contendersi le preziose statuette in platea, volti arcinoti come Antonio Banderas, il protagonista di Dolor y gloria di Almodòvar, Leonardo Di Caprio per C’era una volta a… Hollywood e lo stesso Joaquin Phoenix, favoritissimo protagonista, come dicevamo prima, di “joker”. fra le attrici nominate Scarlett Johansson, regina di Storia di un Matrimonio, Renée Zellweger, stupefacente in Judy, il film che ricorda la mamma di Liza Minelli, Judy Garland e naturalmente Charlize Theron in Bombshell e Saoirse Ronan interprete di Piccole donne.
il cinema come quello di Kirk Douglas, scomparso pochi giorni fa a 103 anni, eroe di mille avventure, ha superato abbondantemente i 120 anni di vita. la tecnologia moderna ne ha modificato la struttura ma, come scriveva pochi giorni fa la Variety, bibbia del cinema americano: “Il cinema è più vivo che mai!”…
Peccato che quest’anno, in questa 92esima edizione che ricorda anche i 100 anni dalla nascita del nostro Federico Fellini, di Alberto Sordi, ancorché la scomparsa di Kirk Douglas, dopo l’ultimo oscar conquistato da paolo sorrentino con La grande bellezza, il cinema italiano è completamente assente dai palmarès.
Ma il nostro cinema e l’italianità dei nostri artisti, tecnici, scenografi, coreografi, costumisti, sceneggiatori, fanno parte della storia stessa degli Oscar.
Lo sapevate, per esempio, che il primo italiano del cinema a ricevere una nomination fu il co-direttore della fotografia Tony Gaudio, per il colosso Angeli dell’inferno di Howard Hughes? Giusto per citare qualche nome della lunga lista degli Oscar conquistati dagli italiani del cinema, Fellini ebbe la prima nomination con Sergio Amidei, nel 1946, per la sceneggiatura di Roma città aperta di Roberto Rossellini, che vinse l’Oscar come miglior film. Vittorio De Sica con Sciuscià lo vinse nel 1947 e subito dopo, nel 1949, conquistò l’Oscar per Ladri di biciclette. Nel 1950 furono nominati Carlo Lizzani e Giuseppe De Santis, sceneggiatore e regista di Riso amaro, il film prodotto da Dino De Laurentiis che venne lanciato da Silvana Mangano, che poi il produttore sposò.
La prima attrice italiana a vincere l’oscar fu Anna Magnani, nel 1955 per il film La rosa tatuata, girato interamente ad Hollywood, al fianco di Burt Lancaster. per quel film, quell’anno, ebbe anche la nomination come attrice non protagonista, Marisa Pavan, sorella di Anna Maria Pierangeli, la famosa protagonista di Domani è troppo tardi, film generazionale di successo mondiale.
Federico Fellini il primo Oscar lo vinse per La strada, nel 1956, a cui seguirono quelli per Le notti di cabiria nel 1957, “8 ½ ” e “amarcord” fino al quinto oscar, quello alla carriera, consegnatogli a Los Angeles da Marcello Mastroianni e Sofia Loren. A lei, nel 1961, l’accademia attribuì l’oscar come migliore attrice protagonista per La ciociara di Vittorio De Sica. a lui, invece, ancora un oscar nel 1964 per Il giardino dei Finzi Contini, mentre a Bernardo Bertolucci nel 1987 ben 9 premi oscar per “L’ultimo imperatore”, che conquistò, fra l’altro, le statuette come miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura, migliore cinematografia e montaggio. un trionfo! come quello nel 1989 per Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
La Loren poi, nel 1990, conquistò un Oscar onorario alla carriera. bisogna ricordare ovviamente l’oscar conquistato da Gabriele Salvatores, nel 1991 per Mediterraneo, e quello alla carriera nel 1994 che ritirò a Los Angeles Michelangelo Antonioni. come dimenticare poi la spettacolare performance di Roberto Benigni che saltava dalla gioia sulle spalliere del teatro raggiungendo sul palco la loren, che gli consegnava, nel 1998, l’oscar per La vita è bella, che premiava anche con un Oscar Nicola Piovani per la migliore colonna sonora! commovente poi la cerimonia dell’oscar alla carriera, anzi ancora più dell’Oscar, un premio Thalberg Howard, al produttore italiano Dino De Laurentiis, unico produttore italiano a conquistare con oltre 600 film la mecca del cinema. l’ultimo oscar l’italia l’ha conquistato con “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, ma l’elenco fra nomination e Oscar vinti è lunghissimo.
L’italia dopo gli Stati Uniti, è il paese del cinema che ne ha vinti di più!
Termino questa mia carrellata sugli Oscar ricordando quello conquistato da Lina Wertmuller nel 2019, che premia una lunga carriera e che ci ricorda che lei fu la prima donna regista al mondo a ricevere la nomination per “Pasqualino sette bellezze”. l’oscar poi lo vinse anche Ennio Moricone, dopo aver ricevuto nel corso degli anni una mezza dozzina di nominations.
“Gli italiani di Hollywood non smetteranno mai di stupire”, lo disse Giuseppe Tornatore con la statuetta in mano per Nuovo cinema paradiso. “sono felicissimo”, disse il regista, “di questo oscar, non tanto per me, quanto per tutto il cinema italiano, perché questo premio mi auguro sia uno stimolo per uscire dal torpore in cui il cinema italiano periodicamente versa, e anche perché la sua storia ha influenzato il cinema di tutto il mondo!”
“Quando mi viene l’ansia per il mio lavoro” ha detto Martin Scorsese “torno alle origini e alle persone a cui mi sono sempre ispirato, il cinema italiano di federico fellini, zeffirelli, rosi, antonioni, rossellini, e de sica. è anche grazie a loro che ho cominciato a fare cinema, con o senza oscar.”