Voglio cominciare dalla fine per parlare dell’ultimo libro di Fabio Bacà, Nova.
Voglio cominciare dal momento in cui si chiude l’ultima pagina e si deve abbandonare la lettura e con lei tutti i personaggi e le loro storie. Ecco, chiudendo Nova si pensa che questo libro sia davvero particolare, ma la difficoltà e insieme la bellezza è che non si riesce subito ad afferrare bene questa particolarità.
Certamente una prima caratteristica risiede nel linguaggio. Colto senza essere lezioso, barocco senza essere arzigogolato, ricco di frasi complesse e parole non comuni.
Ma la bravura sta nel creare una crescente tensione in una trama minima, che sa descrivere delicatamente una quotidianità che appartiene a tutti noi. Oltre al crescente coinvolgimento, esiste anche un ulteriore piano di lettura, e sono gli interrogativi che attengono alla natura stessa dell’animo umano e che ci rimangono dentro dopo la chiusura di quella famosa ultima pagina.
La trama è relativamente semplice, Davide è un neurochirurgo che vive nella placida e opulenta provincia, a Lucca, con la moglie Barbara, logopedista e vegana. Hanno un figlio, Tommaso, timido come tutti gli adolescenti. La sua vita cambia per una serie di piccoli episodi, (non succede così a tutti noi?) che lo fanno riflettere sulla natura umana, su quello che succede nei nostri cervelli, sulle nostre reazioni.
Davide esercita la professione di neurochirurgo senza sensazionalismi e senza l’epicità che spesso circonda tali lavori. La sua è una vita routinaria: l’ospedale, i colleghi, i soliti problemi con il suo capo, lo spogliatoio, la divisa che fa fatica ad entrare perché forse si è un po’ ingrassato.
Ma piano piano l’inquietudine pervade la sua vita e di conseguenza il lettore. Un’inquietudine tanto più preoccupante proprio perché tocca un’esistenza tranquilla e quasi banale.
Il cambiamento sarà completo quando incontra Diego che si rivela essere un monaco zen che sa come gestire pulsioni contrastanti. Tra nozioni di neuroscienza e riflessioni antiche come l’uomo, la vera domanda risulta essere se bisogna dominare la violenza o esserne dominati?
La nova del titolo rimanda all’astrologia, una stella nana è quella nella quale si verificano esplosioni più o meno violente.
“Gli sovvenne qualcosa che gli aveva raccontato Tommaso: ogni tanto, nell’universo, una nana bianca esplodeva in un lampo di devastante fulgore elettromagnetico, annichilendo ogni altro corpo celeste nel raggio di miliardi di chilometri, ma sopravvivendo alla sua stessa furia”.
L’animo umano somiglia ad una stella nana, può avere sconvolgimenti violenti ma sopravvivere comunque.
Un’ultima annotazione, Fabio Bacà, nato nel 1972 a San Benedetto del Tronto, ha già pubblicato nel 2019, sempre con Adelphi, un altro romanzo “Benevolenza cosmica” e si è visto aggiudicare il premio Severino Cesari nel 2020.