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Note, parole e oceano: Baricco, Bollani e Rava firmano il nuovo Novecento

Al RomaEuropa Festival un duello di note e parole nella Sala Santa Cecilia: lo spettacolo che intreccia letteratura, jazz e pura emozione

Il Romaeuropa Festival 2025 sceglie ancora una volta di affidarsi ad Alessandro Baricco, e lo fa aprendo le porte, nella serata dello scorso 16 settembre, a uno dei suoi testi più iconici: Novecento. Non il monologo nella sua interezza, ma una versione speciale – già rappresenta a Spoleto la scorsa estate – intitolata Novecento: Il duello, ospitata nella cornice monumentale della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, progettata da Renzo Piano. Un luogo che, con la sua imponenza e il suo respiro architettonico, sembra fatto apposta per accogliere la leggenda del pianista sull’oceano.

Stefano Bollani

L’operazione si muove a metà tra letteratura, musica e teatro, costruendo un ponte tra parola scritta e linguaggio sonoro. Baricco, con il suo tono inconfondibile, introduce la genesi del racconto: nato come un testo teatrale nel 1994, divenuto poi romanzo breve, quindi film di culto con la regia di Giuseppe Tornatore e l’interpretazione di Tim Roth nei panni di Novecento, oltre che fumetto e colonna sonora. È come se l’autore volesse ricordarci che Novecento non è mai stato un testo immobile, ma un organismo vivo che continua a trasformarsi e a trovare nuove forme di espressione.

Al centro della scena, però, c’è un unico episodio: lo storico duello pianistico a bordo del transatlantico Virginian, durante una traversata che unisce New York all’Europa. Un duello che non si combatte con armi o parole, ma con i tasti bianchi e neri del pianoforte, nel salone delle feste del transatlantico. Da un lato Jelly Roll Morton, spavaldo e arrogante, presentato come l’inventore del jazz; dall’altro Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, l’uomo nato e vissuto in mare, che del pianoforte ha fatto il suo mondo e la sua lingua.

A incarnare questo scontro titanico non poteva che essere Stefano Bollani, che da anni si muove con disinvoltura fra classica, jazz e improvvisazione pura. La sua presenza scenica è magnetica: non si limita a suonare, ma diventa letteralmente i personaggi che interpreta. È Morton quando affonda i tasti con ostentata superiorità; è Novecento quando scivola tra le note con leggerezza visionaria, inventando armonie impossibili. Chi ha negli occhi le immagini del film di Tornatore non può non riviverle, mentre le mani di Bollani fanno riaffiorare la vertiginosa sequenza della sfida musicale, persino il celebre momento in cui Novecento accende una sigaretta sfruttando il calore prodotto dalle corde incandescenti del pianoforte.

Baricco, nel frattempo, accompagna lo spettatore con la sua voce. Non legge soltanto: evoca, costruisce immagini, dà ritmo. Le sue pagine non hanno mai avuto la linearità classica della scrittura, con frasi ordinate e simmetriche; piuttosto, seguono l’andamento dell’oralità, spezzano la riga, imitano il respiro e la voce parlata. Così, anche sul palco, la parola sembra farsi musica, scandita e sospesa. La sua capacità di scomparire dietro la forza evocativa del testo è uno degli elementi che rende unica l’esperienza: ascoltarlo significa vedere le frasi materializzarsi davanti agli occhi.

Ma c’è un terzo protagonista in questa storia. Nel racconto, infatti, non è Novecento a narrare se stesso, bensì il suo grande amico Max Tooney, trombettista della band di bordo, testimone e compagno di avventure. In scena, come in un coup de théâtre, questo personaggio prende corpo attraverso la tromba di Enrico Rava. Ottantasei anni compiuti, ma un’energia e una grazia che non conoscono età: Rava entra in scena con discrezione e intensità, duettando con Bollani in un dialogo fatto di respiro, improvvisazione e malinconia. È il momento più struggente dello spettacolo, quello in cui Tooney e Novecento sanno che stanno vivendo la loro ultima esibizione insieme. Lì, tra pianoforte e tromba, la leggenda si fa carne, e il pubblico trattiene il fiato.

Enrico Rava

Il risultato è una formula di teatro-musica capace di conquistare anche chi non conosce l’opera originale. La serata scorre tra le parole di Baricco, le invenzioni di Bollani e la poesia di Rava, in un equilibrio perfetto tra narrazione e improvvisazione. Lo spettacolo diventa così una celebrazione dell’arte in tutte le sue forme, ma anche un atto di fedeltà verso una storia che continua a emozionare da più di trent’anni. Alla fine, la Sala Santa Cecilia, che vede tra il pubblico tantissimi adolescenti, esplode in un tripudio di applausi, lunghi e ripetuti. È il riconoscimento non solo al talento dei tre protagonisti, ma anche al coraggio di un’operazione che intreccia linguaggi diversi e restituisce al pubblico un’esperienza totalizzante. Baricco, con un gesto di umiltà e intelligenza, si fa da parte per lasciare spazio al duo Bollani-Rava: un atto che testimonia la grandezza di un uomo di cultura capace di trasformare i propri sogni in occasioni collettive.

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Novecento: Il duello Roma Europa Festival, in copertina Alessando Baricco, Roma, Sala Santa Cecilia – Auditorium Parco della Musica 16 settembre 2025

Foto Ufficio Stampa R.E.F

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