Un cortometraggio dai nobili intenti che apre il dibattito sull’eutanasia ma senza riuscire a scuotere davvero l’anima dello spettatore.
Massimiliano e Giuseppe – entrambi affetti da SLA – condividono un’anonima stanza d’ospedale. Se il primo s’aggrappa ancora fortemente alla vita, Giuseppe anela un modo sereno per potersene andare e non tollerare un’esistenza dolorosa. Un piccolo incidente darà origine a un animato scambio dialogico che cambierà gli equilibri tra i due pazienti.

Questa la sinossi di Nonostante Tutto, cortometraggio di Simone Guarany, fresco vincitore del Festival del Cinema Patologico, come miglior cortometraggio del 2025 oltre a portare a casa il premio del pubblico. Mentre è ancora in corsa il prossimo 8 maggio al Festival Internazionale del Film Corto “Tulipani di seta nera”, organizzato dall’Associazione L’Università Cerca Lavoro (UCL), una rassegna che, attraverso il cinema, desidera narrare storie d’interesse sociale ma soprattutto umano. Da queste premesse il regista Simone Guarany realizza un cortometraggio sì breve (come suggerito dalla categoria stessa) ma di cui la narrazione si dipana ben oltre i limiti di tempo e spazio concessi dal girato.
Ad offrirci tale possibilità é la duplicità evidente costruita dalla regia. Massimiliano (intepretato dallo stesso regista) e Giuseppe (Marco Giustini) sono infatti volto dello stesso dolore, della stessa malattia, ma il loro modo così antitetico d’affrontarla é significativo. Massimiliano tenta – come dicevamo – d’impugnare la sua vita e disegnarla (la matita di cui s’avvale per disegnare è sintomatico di ciò) con gli strumenti a sua disposizione, Giuseppe, d’altro canto, non vede nessuna via di fuga se non la morte dinanzi a quella che si prospetta una vita – per lui – di umiliazioni e limitazioni fisiche. Per questo Giuseppe s’informa su siti e forum online su come poter accedere all’eutanasia, la dolce morte.
Il tema – nel cortometraggio solamente accennato – diviene un tema ingombrante nell’opera di Guarany. Non solo: quello dell’eutanasia é un argomento quanto mai attuale ed incendiario sulla quale la morale di ognuno di noi opera coscienziosa. Proprio per questo il girato non si sbilancia troppo sull’eticità di questa delicatissima questione limitandosi semmai – in un dialogo dai tratti socratici – ad illustrarci le ragioni che spingono i due pazienti a voler intraprendere il percorso della vita piuttosto che quello della morte.
Tuttavia, questa dialettica dai tratti elementari, non eleva la materia esplorata da Nonostante Tutto rendendo il corto sicuramente un importante spunto di riflessione ma che non si erge a molto più di questo. Certo, come detto il fine é nobile e la realizzazione pulita, precisa, ma ciò che manca al cortometraggio é una forza vitale che possa renderci veramente consapevoli.

Infine, considerando la breve durata del girato, sono cionostante lodevoli gli inserimenti di elementi “esterni” che arricchiscono la materia e mostrano una pluralità di volti e situazioni legati ai due pazienti. Con questo si fa riferimento all’infermiera (Licia Amendola) – troppo distratta per potersi curare dei due malati e che suggerisce un’ulteriore tematica molto attuale ossia quella della mancanza di personale sanitario – e alla fidanzata (Lavinia Labate) di Massimiliano bruscamente allontanata dall’uomo pur di tutelarla.
Insomma, Nonostante Tutto é un cortometraggio dai nobili intenti che si avvale di un comparto tecnico sobrio e ben riuscito ma che manca di una componente emotiva sufficientemente forte per poterlo elevare.
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Nonostante tutto – Regia: Simone Guarany – Soggetto e sceneggiatura : Simone Guarany – Con Simone Guarany, Marco Giustini, Licia Amendola, Lavinia Labate – Aiuto regia: Antonio Coppola – Fotografia: Davide Avoli – Montaggio: Alfredo Angelo Orlandi – Musiche: Ben Winwood – Sound design e Mix: Raffaele Inno – Prodotto da Adriano Covello e Alessandro Passatore
Foto di copertina: Simone Guarany e Licia Amendola