Va in scena al Teatro Trianon Viviani per il Campania Teatro Festival una terribile favola sulla guerra.
Il teatro come atto politico e scelta umana
In un mondo costellato di guerre, di missili che compiono genocidi, in un mondo in cui sembra che tutto debba essere ridotto a un’omertà silenziosa, il teatro è probabilmente l’ultimo spazio realmente libero. Perciò, Netamiau perché sei morta al di là di una pièce teatrale è anche e, soprattutto, un atto politico, la denuncia contro una violenza materiale che riduce popoli a carne da macello e contro una violenza ideologica che vuole quelle stesse popolazioni inermi al netto di un’indifferenza dilagante. Con il suo testo, Marco Gobetti si riferisce in particolare al genocidio nella striscia di Gaza e in Cisgiordania, ricollegandosi a quello perpetrato da Israele in Palestina. Alla fine, l’invito a sostenere l’associazione Gazzella onlus.

Netamiau perché sei morta, ovvero satira, sogno o realtà?
«Sarà ora di dirlo: il genocidio dei Palestinesi non sarebbe stato possibile senza di Noi. Esso è il volto vero dei valori Occidentali (la sacralità dell’economia, la durata della vita biologica, la sacrificabilità di chi ha meno potere, il rispetto per i potenti), valori per i quali ci battiamo strenuamente, obbedendo a qualsiasi ordine» – così sostiene Anna Delfina Arcostanzo, che ha collaborato alla messa in scena di Netamiau perché sei morta, rivelando la potenzialità insita nella rappresentazione di smuovere le coscienze. Un qualcosa che viaggia tra satira e sogno, riscontrando poi una realtà lancinante.
Favole e disincanti: alcune considerazioni
Preservando la complessità del testo, forse proprio questa staticità data dalla lettura penalizza una dinamicità che avrebbe potuto fornire al pubblico una partecipazione più attiva allo spettacolo Netamiau perché sei morta. Questo anche nella prospettiva di restituire quel carico emotivo tanto più tangibile poiché interessa argomenti a cui, soprattutto oggi, non si può essere indifferenti. La scelta di una tale formattazione teatrale si scontra per certi punti di vista con l’idea di fare teatro come atto politico – si pensi, a questo punto, agli esempi ereditati da un Dario Fo e una Franca Rame. A ogni modo, resta interessante condividere prosa e musica, nonché l’impegno sensibile e comunicativo da parte delle rispettive interpretazioni.

Netamiau perché sei morta segue la struttura, di conseguenza anche i toni, di una favola. Il linguaggio si presenta come un aspetto nevralgico, come se fosse quasi uno spartito musicale, coadiuvato in effetti dal violoncello e dalla voce di Chiara Galliano. Non è sempre facile da seguire, al netto di una struttura scenica sostanzialmente letta e con ritmi talvolta anche molto serrati, ma va detto comunque che il suo utilizzo riesce a creare un’atmosfera dai contorni in un certo senso onirici e grotteschi in quanto reali, vicini a un’attualità terribile. Il punto è costruire uno spazio di lucido disincanto, in cui la tenerezza di quello che può sembrare un dialogo con una bambina diventa, invece, una vera e propria ingiunzione disperata.
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Netamiau perché sei morta di Marco Gobetti – con Marco Gobetti e Chiara Galliano (recitazione, violoncello e voce) co-direzione Chiara Galliano e Marco Gobetti – con la collaborazione di Anna Delfina Arcostanzo, Diego Coscia e Beppe Turletti – cura tecnica Alessandro Bigatti – produzione Lo Stagno di Goethe ETS con il supporto di Unione culturale Franco Antonicelli (PROD. 2024) – Campania Teatro Festival – Teatro Trianon Viviani di Napoli 23 giugno 2025
Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa