“Molto prima di domani” al Teatro Argot: la recensione

 

di Miriam Bocchino

“Molto prima di domani” è uno spettacolo che parla ai giovani ma che può essere apprezzato e compreso anche dagli adulti.

Due dei protagonisti, Alice e Teo, interpretati da Flaminia Delfina de Sanctis e Andrea Pannofino, vengono mandati dai genitori nella loro baita di montagna. In città, infatti, la situazione è sempre più grave, la fine del mondo è imminente e gli esseri umani hanno reagito con violenza, uccidendo senza alcuna remora. Emma, interpretata da Annalisa Arena, si ritrova in macchina con i due in quanto, quando la situazione è precipitata, ha deciso di scappare da scuola ed ha incontrato lungo la sua strada Teo, di un anno più grande, frequentante lo stesso istituto, che l’ha prontamente fatta salire in macchina.

I tre, improvvisamente soli, con i rumori di elicotteri abbattuti in sottofondo e il silenzio dei cellulari, cercano di sopravvivere in un mondo ormai al capolinea, predominato dall’emergenza climatica e dalla violenza da essa scaturita.

Con il trascorrere dei giorni e delle settimane si assiste al modificarsi delle relazioni tra Teo, la piccola sorellina di nove anni Alice e la compagna di scuola Emma. I tre sono costretti a scoprire modi differenti per continuare a vivere, in un modo non più connesso.

Il dolore emerge nelle pieghe di una parvenza di leggerezza, cercata per rendere la vita della piccola Alice più simile alla quotidianità e proteggerla dal dolore.

Lo spettacolo, che è in scena al Teatro Argot fino al 1° dicembre, è un esperimento quasi riuscito, nonostante si riscontrano perplessità in alcune scelte registiche. Il belato della capra, che i tre trovano vicino casa, ad esempio, è fonte di ilarità tra il pubblico, il quale si distrae da un verso chiaramente umano, anche nei momenti ricchi di pathos.

La scenografia è ben curata, il legno della baita predomina la vista degli spettatori.

Sul palcoscenico spicca l’interpretazione di Andrea Pannofino, che, tuttavia, riscontra difficoltà nelle parti più commoventi e dolorose. Annalisa Arena sostiene la scena, nonostante una recitazione ancora acerba e la piccola Flaminia Delfina de Sanctis interpreta bene il suo ruolo, benché alcune delle parole pronunciate non si comprendono chiaramente.

La storia, nonostante prospetti uno scenario apocalittico, appare verosimile; l’ambiente e la necessità di salvaguardarlo è sempre più un tema attuale.